Dr. Jekyll and Mr. Hyde
(USA 1931, 1932, Il dottor Jekyll, bianco e nero, 97m); regia: Rouben Mamoulian; produzione: Rouben Mamoulian per Paramount; soggetto: dal romanzo The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde di Robert L. Stevenson; sceneggiatura: Samuel Hoffenstein, Percy Heath; fotografia: Karl Struss; montaggio: William Shea; scenografia: Hans Dreier; costumi: Travis Banton; musica: Hermand Hand.
Londra, fine dell'Ottocento. Lo stimato e filantropico dottor Jekyll si dedica alla cura dei pazienti poveri, insegna all'Università e al tempo stesso conduce ricerche sullo sdoppiamento dell'individuo, in attesa di sposare la sua fidanzata Muriel. Profondamente convinto (è l'oggetto delle sue lezioni) che l'essere umano sia fatto di tendenze contraddittorie verso il Bene e il Male, e che solo la separazione completa dei diversi istinti porterà il Bene a trionfare, Jekyll trova infine la formula d'un composto chimico capace di liberare ogni sua repressa perversione, trasformandolo nel bestiale e scimmiesco Mr. Hyde. Come tale, vive in una sorta di esaltazione violenta, frequenta locali equivoci, conosce e brutalizza la prostituta Ivy Pearson dopo averle svelato il segreto della sua doppia identità. Jekyll, spaventato di sé stesso, decide a questo punto di mettere fine agli esperimenti, ma è troppo tardi: ormai Hyde ha preso il sopravvento. Trasformatosi contro la propria volontà in casa di Muriel, aggredisce la ragazza e uccide un domestico accorso in sua difesa. Inseguito dalla polizia, braccato fin dentro il suo laboratorio, alla fine viene abbattuto a colpi di pistola: nella morte, il volto orrendo di Hyde ritrova i tratti sereni di Jekyll.
Rouben Mamoulian sopprime la serie delle testimonianze (resoconti, lettere ecc.) attraverso le quali emergeva poco a poco, nel romanzo, la vicenda di Jekyll, e sembra entrare subito in argomento. Non ci è risparmiata la scena canonica della trasformazione, e le imprese criminali di Hyde sono mostrate direttamente, ma all'inizio possiamo dire si realizzi con mezzi cinematografici (una lunga soggettiva, durante la quale Jekyll non appare che allo specchio) qualcosa di analogo al 'ritardo' letterario, al lento affiorare del personaggio Jekyll attraverso le testimonianze di coloro che gli sono stati vicini (nel film, attraverso i loro sguardi e le loro parole verso la macchina da presa). Tutto il lungo piano-sequenza iniziale è infatti girato dal punto di vista di Jekyll, fino al suo ingresso nell'aula dell'Università: e ciò serve a introdurre subito il tema del soggetto e delle proprietà che lo qualificano. Invisibile, puro sguardo identificato con quello della macchina da presa (e dello spettatore), caratterizzato a sua volta solo dagli sguardi che da parte degli altri convergono verso di lui, quando poi finalmente appare, incombe sulla sua figura la minaccia della scissione, e insieme il suo irresistibile fascino.
Il momento della trasformazione 'a vista' di Jekyll in Hyde rappresenta da sempre il banco di prova delle tante riduzioni cinematografiche del romanzo. Siamo di fronte in genere a una serie di dissolvenze incrociate, più o meno fluide, più o meno abilmente concatenate, nel corso delle quali il distinto Jekyll assume aspetto sempre più villoso, denti sporgenti, sguardo maligno, non senza fatica dei truccatori. È stato questo il destino di Spencer Tracy, nel remake MGM del 1941 diretto da Victor Fleming (che riprende molte soluzioni del film di Mamoulian), come, in precedenza, di John Barrymore, Conrad Veidt e molti altri. Da questo punto di vista, invece, la soluzione elaborata da Mamoulian assieme all'operatore Karl Struss (detta 'soft style' per la delicatezza della sua illuminazione) è geniale, e colpisce ancora oggi, in tempi di trucchi elettronici: venne applicato un make-up rosso, con i tratti di Hyde, al viso di Fredric March, inquadrato attraverso un filtro anch'esso rosso, in modo che risultasse dapprima invisibile ‒ poi il filtro veniva fatto scorrere via molto lentamente, e il make-up emergeva poco a poco, con continuità, prendendo il posto del viso dell'attore senza bisogno di dissolvenze. Lo stesso Struss, tuttavia, ebbe a rimproverare il regista di aver spinto troppo oltre la caratterizzazione verso l'animalesco del trucco e dei movimenti di Hyde, ricordando che in fondo il vero orrore della trasformazione immaginata da Stevenson era tutto interno e psicologico, riguardava non tanto il fisico, quanto 'l'anima': non rendendosi conto, evidentemente, che la scelta di Mamoulian, accentuando il versante scimmiesco di Hyde, non aveva tanto di mira l'orrore, quanto l'esplicitazione d'una sessualità animale, attraverso i movimenti e i gesti da balletto grottesco d'uno scimmione vitalistico e divertente, di cui si ricorderà, per la sua versione, Jean Renoir nel 1959 (Le testament du docteur Cordelier ‒ Il testamento del mostro, con Jean-Louis Barrault).
Jekyll è attirato da qualcosa che intravede oltre una soglia, come al fondo di un corridoio oscuro, da una figura demoniaca e al tempo stesso grottesca, che è il suo doppio deformato. Quella della metamorfosi diabolica, travestita da esperimento scientifico (è significativo, peraltro, che le due cose possano identificarsi), è d'altra parte la sola possibilità che ha di infrangere quella soglia, di attraversare quel corridoio oscuro, immergendosi, superate tutte le inibizioni, nell'universo brulicante e amorale della vita, dove il tema del doppio si presenta anche al femminile: la prostituta Ivy costituisce l'altra faccia della fidanzata Muriel, come è esplicitato dalla 'tendina' (schermo diviso diagonalmente, dove coesistono per alcuni secondi l'immagine finale d'una sequenza e la prima della successiva) in cui Muriel attende inutilmente Jekyll alla festa di fidanzamento 'accanto' a Ivy, ubriaca nella sua stanza. E non è un caso che Hyde compaia davanti a Ivy riflesso in uno specchio, come in un altro specchio avevamo visto per la prima volta Jekyll durante il piano-sequenza iniziale.
Fredric March vinse nel 1932 l'Oscar per il miglior attore (a pari merito con Wallace Beery per The Champ ‒ Il campione, di King Vidor); il film ebbe due nominations per la fotografia e la sceneggiatura non originale.
Interpreti e personaggi: Fredric March (Dr. Henry Jekyll/Mr. Hyde), Miriam Hopkins (Ivy Pearson), Rose Hobart (Muriel Carew), Holmes Herbert (Dr. Lanyon), Edgar Norton (Poole), Halliwell Hobbes (generale Danvers Carew), Tempe Piggott (Mrs. Hawkins), G. L. McDonnell (Hobson), Eric Wilton (Briggs).
Rouben Mamoulian's Dr. Jekyll & Mr. Hyde, a cura di R.J. Anobile, New York, 1975.
S.S. Prawer, Caligari's children: the film as tale of terror, Oxford 1980.
J.R. Welsch, The Horrific and the Tragic, in The English novel and the movies, a cura di M. Klein, G. Parker, New York 1981.
A. Pirolini, Rouben Mamoulian, Milano, 1999.