dottoso
Gallicismo che D. usa due volte nel Fiore. In XXVII 13 di ciò era certana e non dottosa, ha il valore di " dubbioso ", " non sicuro ", in antitesi appunto con certana (altro gallicismo): è accezione poco diffusa, documentata per lo più in opere d'influsso francese (cfr. " Ja de ce ne seiez douteuse ", Roman de la Rose 622).
In LXXIII 9 Ma e' v'era Paura, la dottosa, / ch'udendomi parlar tutta tremava, l'aggettivo ha il valore di " pauroso ", " timoroso ".
In quest'accezione il termine è assai diffuso, specialmente nella lirica cortese: cfr. A. Menichetti, edizione delle Rime di Chiaro Davanzati (Bologna 1965), che nel glossario cita esempi di Iacopo da Lentini, Iacopo Mostacci, Bonagiunta, Paganino, Bartolomeo. Nel secondo esempio l'aggettivo compare in sintagma emblematizzante caro alla narrativa popolare (cfr. sempre in Fiore XXXV 6 Ragion la bella).