DOROTHEOS (Δωρόϑεος)
1°. - Scultore di Argo, attivo a Ermione (Creta) e a Delfi nella prima metà circa del V sec. a. C. Ad Ermione, infatti, fu trovata e trascritta dal Fourmont un'epigrafe su base in calcare grigio locale con la firma di D. e la dedica di un Alexias da parte del figlio Aristomenes a Demetra Ctonia. Il Brunn ha supposto di identificare Alexias con l'omonimo che dedicò pure ad Ermione un'opera di Kresilas, per cui datò D. in un periodo immediatamente seguente a quello in cui fiori Kresilas. Più tardi, però, dallo studio dei caratteri epigrafici, si è notata la priorità cronologica dell'opera di D.: il Pomtow supponeva perciò che l'una fosse opera della giovinezza di D., l'altra opera della maturità di Kresilas; l'Orlandini, invece, non accetta l'identificazione dei due Alexias; li intende solo parenti nel rapporto di nonno e nipote, e pone quindi l'attività di D. al 480-460. Nella parte superiore della base sono visibili quattro tracce di fissaggio per un animale in bronzo, dal Peek creduto un cavallo al passo, dall'Orlandini un bovino (mucca) stante, in accordo col culto di Demetra e con monumenti analoghi locali.
Con tutta probabilità D. si identifica con lo scultore il cui nome ed etnico frammentarî (Do... Arg...) appaiono su una base di calcare scuro da Delfi, ad E dell'agorà romana. L'iscrizione era stata intesa daìl'Homolle come dedica, ed integrata come: Doreion Ippon...Argeioi (cfr. Pausania, x, 9, 12); ma la successiva scoperta della vera dedica (v. Fouilles de Delphes, iii, [1], p. 386, n. 573) ha convalidato l'ipotesi precedentemente espressa dal Pomtow che si trattasse della firma dello scultore.
Incerta è l'ipotesi del Bulle, che la base sia stata reimpiegata due volte: da prima in età imperiale come parte destra di un grande piedistallo, poi successivamente come blocco nella costruzione di un edificio. La base nella parte superiore presenta ancora tracce del piede destro di una statua in bronzo. Niente si oppone all'identificazione con il D. argivo: in questo caso egli, come poi anche Kresilas, dopo un periodo di attività in Creta (Ermione), sarebbe passato a lavorare a Delfi (460 circa).
Bibl.: J. Overbeck, Schriftquellen, n. 1019; E. Loewy, I. G. B., n. 51; H. Brunn, Geschichte d. griech. Künstl., I, Stoccarda 1889, p. 286; I. G., IV, n. 684; Th. Homolle, in Bull. Corr. Hell., XXI, 1897, p. 297; C. Robert, in Pauly-Wissowa, V, 1905, c. 1574, s. v.; H. Pomtow, in Klio, IX, 1909, p. 170 ss.; W. Amelung, in Thieme-Becker, IX, 1913, p. 486, s. v.; W. Peek, in Ath. Mitt., LIX, 1934, p. 46 ss.; Ch. Picard, Manuel, II, Parigi 1939, p. 655, nota 7; G. Lippold, Die Plastik, in Handb. d. Arch., Monaco 1950, pp. 170-172; P. Orlandini, in Arch. Class., III, 1951, p. 94 ss.; Fasti Arch., VI, 1953, n. 1832 e 1834; I. Marcadé, Rec. d. sign. d. sculpt. gr., Parigi 1953, I, 30 e I, 31.