DORIEO Diagoride
Figlio di Diagora, della stirpe degli Eraclidi. È celebrato per le ripetute vittorie negli agoni olimpici, istmici e pitici. A Rodi fu antesignano del partito avverso ad Atene, e cercò di sollevarla in favore degli Spartani in un periodo anteriore al 411 in cui Rodi fu guadagnata alla causa spartana; ma il suo tentativo fallì e, catturato, fu condannato a morte. Egli riuscì a fuggire a Turii. Per opera sua Rodi defezionò a Sparta; ed egli combatté come ufficiale spartano e a capo di una flottiglia nell'autunno del 411 e sotto il navarco spartano Mindaro, ad Abido; poi prese certamente parte alla battaglia di Cizico tanto disastrosa per gli Spartani. Nel 406, dopo l'insuccesso ateniese a Nozio, lo stratego Fanostene che andò ad Andro per sostituire Conone che si era recato a Samo, prese prigioniero Dorieo con due navi turie, ma lo lasciò libero senza riscatto. Circa dieci anni dopo (395), quando a Rodi avvenne la rivoluzione democratica favorita da Conone, Dorieo, che era nel Peloponneso, cadde nelle mani degli Spartani e fu giustiziato.
Bibl.: Van gelder, Geschichte der alten Rhodier, Aia 1900, pp. 75-80, 82-86; E. Meyer, Geschichte des Altertums, IV, p. 637 seg.; V, p. 208; J. Beloch, Griech. Gesch., 2ª ed., II, 1, p. 38; III, 1, p. 43, n. 2.