DORIA, Raimondo, marchese di San Colombano
Nato in Corsica intorno al 1780 da un ramo collaterale e decaduto della famiglia genovese, spirito di avventuriero e cervello squilibrato e fantastico, dopo una vita avventurosa come ufficiale in Piemonte e nella Spagna, divenne gran maestro della carboneria spagnola; ma, sdegnato del giogo tirannico e delle feroci vendette settarie, si lasciò conquistare dal disegno ambizioso di essere il salvatore della società pericolante e delle monarchie minacciate, e si mise al pericoloso giuoco di partecipare sempre più all'opera dei cospiratori assicurandosene la fiducia, per sorvegliarli, denunciarli e coglierli al momento opportuno, arrestandone addirittura tutti i capi in una volta sola a Parigi in un solenne banchetto. La sua azione si svolse specialmente a Genova, dove fu confidente del governatore Venanson e insieme compagno e collaboratore del marchese Da Passano, gran maestro, e del Mazzini, segretario della vendita genovese. Dopo i moti parigini del '30, ritenendo venuto il momento di agire, col noto trucco dell'ascrizione di un sedicente maggiore Cottin, determinò l'arresto del Mazzini e del Da Passano. Ma il Mazzini dal carcere di Savona riuscì ad informare i carbonari del tradimento e il D., attraverso una serie di curiose avventure, riparò a Milano, dove fece alla polizia importantissime rivelazioni sull'opera della setta con giudizî precisi e quasi divinatorî sul Mazzini. Perseguitato anche a Milano, riparò a Vienna, dove morì dopo il 1835.
Bibl.: R. Barbiera, La principessa Belgioioso, Milano 1902; A. Luzio, Giuseppe Mazzini carbonaro, Torino 1920.