Doppler Christian
Doppler 〈dòplër〉 Christian [STF] (Salisburgo 1803 - Venezia 1854) Prof. di fisica nel politecnico di Praga (1835), poi nelle univ. di Chemnitz (1847) e di Vienna (1851). ◆ [OTT] Allargamento D.: l'allargamento delle righe spettrali provocato per effetto D. (v. oltre) dall'agitazione termica delle molecole delle sostanze emittenti (v. righe spettrali, larghezza e forma delle: V 17 a); è sensibile in condizioni di piccola densità delle sostanze emittenti, al punto da poter essere utilizzato come metodo per una determinazione quantitativa della temperatura. La locuz. s'estende anche, per analogia, alla modificazione dei livelli di energia nucleari, rispetto ai valori calcolati, che si registra sperimentalmente quando l'agitazione termica dei nuclei bersaglio altera la sezione d'urto che essi offrono alle particelle incidenti. ◆ [ACS] [OTT] Effetto D. longitudinale, o classico: la variazione della frequenza della radiazione emessa da una sorgente e ricevuta da un osservatore che siano in moto relativo tra loro: v. onda: IV 251 b. ◆ [RGR] Effetto D. trasversale, o relativistico: v. Doppler, effetto relativistico. ◆ [EMG] Fattore D. relativistico: v. relatività ristretta: IV 812 e. ◆ [ACS] Flussometro D.: v. flussometria a ultrasuoni: II 665 b. ◆ [GFS] Forma e linea di D.: riguardano le linee di assorbimento ottico dell'atmosfera terrestre: v. ottica atmosferica: IV 348 b. ◆ [FAT] Larghezza D.: quella che una riga spettrale assume per effetto D.: v. sopra: Allargamento Doppler. ◆ [GFS] Metodo D.: metodo di rilevamento di distanze basato sull'effetto D. nella propagazione di onde radio, usato nella geodesia spaziale: v. geodesia: III 18 d. ◆ [OTT] Principio di D.-Fizeau: altra denomin. dell'effetto D. (v. sopra) quando si vuole mettere l'accento sul particolare uso che A.-H.-L. Fizeau ne fece nel campo astronomico. ◆ [FAT] Profilo D.: v. righe spettrali, larghezza e forma delle: V 17 b. ◆ [ELT] Radar D.: apparecchio radioelettrico in grado di localizzare oggetti radioriflettenti in moto relativo rispetto all'antenna di esso e di misurarne la velocità relativa di allontanamento o di avvicinamento; è basato sul fatto che (effetto D.) se un fascio di radioonde, di frequenza f, incide su un corpo riflettente in moto, le radioonde riflesse verso la sorgente presentano una frequenza f[1+(2vr/v)] essendo vr l'anzidetta velocità relativa rispetto alla sorgente, v la velocità delle onde. Questi apparecchi (che sono denominati radar per le loro capacità localizzatrici, ancorché il principio di funzionamento sia molto diverso da quello dei radar ordinari) sono schematicamente costituiti da un radiotrasmettitore in regime continuo, di piccola potenza e molto stabile, da un radioricevitore, che può essere a banda passante molto stretta e quindi molto sensibile, e da un dispositivo di misurazione (sostanzialmente un frequenzimetro), in cui il valore della velocità del bersaglio è ricavato dalla differenza, ottenuta per battimento, tra la frequenza delle radioonde irradiate e quella delle radioonde riflesse dal bersaglio. ◆ [FAT] Regime D.: v. moto browniano: IV 116 d. ◆ [OTT] Spettroscopia D.: denomin. data alle varie tecniche spettroscopiche quando esse siano rivolte alla misurazione dello spostamento o della deformazione delle linee spettrali dovuti all'effetto D. per ricavarne la velocità relativa della sorgente. ◆ [ELT] Storia D.: nella tecnica radar, l'evoluzione temporale degli echi radar da un dato bersaglio: v. radar: IV 653 e. ◆ [OTT] Tecnica D. granulometrica: v. granulometria ottica: III 67 b. ◆ [MTR] [MCF] Velocimetria D. di fluidi: la determinazione della velocità di un fluido effettuata a partire dall'effetto D. subito da un fascio di luce diffuso dal fluido: v. diffusione della luce: II 156 e. ◆ [MTR] [MCF] Velocimetro laser D.: è lo strumento della velocimetria D. di fluidi: v. aerodinamica sperimentale: I 64 d.