dopo-Expo
(dopo Expo), s. m. inv. Periodo successivo a un’esposizione universale; con particolare riferimento a Expo Milano 2015, tenutasi dal 1º maggio al 31 ottobre 2015.
• A proposito di Expo, noi siamo costantemente informati sulla governance politica, sui finanziamenti, sulla struttura architettonica e persino su cosa accadrà nel dopo Expo. Molto poco si sa dei contenuti, delle ragioni per le quali si sta facendo tutto questo, del perché i 20 milioni di visitatori attesi dovrebbero pagare il biglietto di ingresso. Stiamo assistendo alla costruzione di un enorme palcoscenico senza avere idea di quale spettacolo sarà messo in scena. (Michele Capuani, Corriere della sera, 30 novembre 2013, Cronaca di Milano, p. 1) • [Expo] Dovrà affrontare il tema di una produzione compatibile con la crescita della popolazione nei prossimi anni, con l’accesso alla terra per le popolazioni del sud del mondo, con l’uso dell’acqua, la difesa della terra dalla cementificazione, la libera circolazione dei semi, la legalità, la relazione tra spazi urbani e realtà rurali, e certo, occuparsi di lavoro e impresa. [...] Dare centralità al tema significa avere le idee chiare sul dopo Expo, sul messaggio e sugli strumenti da attivare dal giorno dopo. (Susanna Cenni, Unità, 18 maggio 2014, p. 16, Forum) • Un po’ a sorpresa sono stato invitato, alcuni giorni fa, presso la Triennale a partecipare a un incontro sulla Milano del dopo-Expo. Che ne sarà di tutti i meccanismi che la grande rassegna avrà messo in moto?, si domandavano i promotori. Che ne sarà dell’area lasciata libera dopo ottobre? Quali impegni (con relativi costi, non solo in termini economici) saranno richiesti alla città quando si tratterà di realizzare qualcuno dei progetti già sul tavolo? (Luca Doninelli, Giornale, 26 giugno 2015, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dal s. f. inv. Expo con l’aggiunta del prefisso dopo-.
- Già attestato nella Repubblica del 24 giugno 1990, p. 17, Cronaca (Giorgio Cecchetti).
> post-Expo.