Doors
La rock band degli ideali liberatori
I Doors sono stati uno dei gruppi più creativi e significativi della seconda metà degli anni Sessanta del Novecento. Il loro successo nasceva da un impasto musicale nel quale confluivano tensioni letterarie (di cui era portatore Jim Morrison, un artista di indubitabile talento poetico) e influenze jazz e blues arricchite da suggestioni psichedeliche
La rock band americana The Doors, attiva tra il 1965 e il 1973, era composta da Jim Morrison (voce), Robby Krieger (chitarra), Ray Manzarek (tastiere), John Densmore (batteria).
La formazione nasce nel 1965 dall'incontro tra Morrison e Manzarek, studenti alla scuola di cinema della University of California. Presto si uniscono a loro Krieger e Densmore, già insieme nella band Psychedelic rangers. Il nome scelto è ispirato a un saggio dello scrittore e filosofo inglese Aldous Huxley, The doors of perception (1954 "Le porte della percezione"), titolo a sua volta tratto da un verso del poeta inglese Willam Blake. La band inizia a suonare nel circuito dei gruppi beat del periodo. Ha un suono originale con forti reminiscenze blues, caratterizzato dall'uso massiccio dell'organo Vox continental che appoggia la sezione ritmica dimezzata. Il suono, inoltre, è al servizio della poetica mistica di Morrison, nutrita di liriche esistenzialiste e ripetuti riferimenti all'ignoto e alla morte.
Nel 1966 la reputazione guadagnata nei circuiti indipendenti di Los Angeles procura al quartetto un contratto per l'Elektra, etichetta per la quale i Doors debuttano lo stesso anno con l'album The Doors, che contiene la frenetica Break on through, la celeberrima Light my fire, la rilettura di Bertolt Brecht e Kurt Weill in Alabama song, ma anche brani onirici come la lunghissima The end, ipnotica e cruda rilettura del mito edipico.
Al centro del successo che investe la band c'è Jim Morrison, personaggio di grande presenza scenica e di forte carica erotica, dotato di una non comune abilità nel trascinare le folle con comportamenti ritenuti scandalosi, come l'abuso di droghe, la libertà sessuale predicata e praticata. Morrison, che racconta i lati più oscuri e minacciosi della psiche utilizzando lo strumento della canzone rock, rende ogni esibizione dei Doors un azzardo, trascinando il gruppo e il pubblico in veri e propri riti dionisiaci, guidando come un vero e proprio sciamano officiante il delirio collettivo causato dagli scenari psichedelici creati dalla band. Non di rado le esibizioni vengono interrotte dalla polizia, allarmata dai comportamenti estremi del cantante.
Nel 1967 i Doors pubblicano Strange days. Attraversato dalle inquietudini del periodo ‒ la contestazione giovanile, gli scontri razziali, la guerra in Vietnam ‒ l'album racconta con visione poetica allucinata gli "strani giorni" e le tensioni di un mondo alienato. Non mancano testi più immediati come Love me two times, ma la cifra emotiva del lavoro sta nelle canzoni più astratte come Horse latitude e la lunga ed epica When the music's over. Il terzo capitolo della discografia della band, l'album Waiting for the sun (1968), non ha più la forza iconoclasta degli esordi. Gli spunti lirici vengono accantonati, mentre la musica pesca da lidi già noti (Hello, I love you ricorda il suono del contemporaneo gruppo rock inglese dei Kinks).
Il 1970 vede i Doors ritornare a convincere con Morrison Hotel (1970), debitore del sound americano, come testimonia Roadhouse blues, che diventerà traccia portante del doppio album Absolutely live (1970), conferma della bontà delle loro leggendarie esecuzioni. Tra i brani eseguiti c'è anche Celebration of the lizard, un monologo introspettivo pieno di immagini orrifiche; l'anno successivo L.A. Woman (1971) ribadisce l'attenzione per il blues ma fatica a decollare dal punto di vista poetico. L'arresto creativo di Morrison coincide con i suoi problemi psicologici provocati dagli eccessi cui si sottopone. Il 3 luglio 1971 viene trovato morto in un hotel di Parigi. Senza Morrison i Doors pubblicano ancora due lavori di scarsa rilevanza, Other voices (1971) e Full circle (1972). Infine, An american prayer (1978) vede i Doors riuniti per musicare alcune poesie registrate da Morrison tra il 1967 e il 1970.