DONGOLA (A. T., 115)
Provincia (mudīriyyah) del Sudan Anglo-Egiziano, posta nell'alta Nubia sulle due sponde del Nilo, là dove questo fiume forma una grande ansa verso ponente, fra 18° e 20° lat. N. È regione eminentemente agricola, la striscia di terreno che fiancheggia il fiume essendo, come d'ordinario, ricca di palmeti e di coltivazioni, ma limitata dagli altipiani del deserto nubiano a oriente, da quelli del Deserto Libico (Gebel el-Abiad) a occidente. Industria tradizionale del paese è la tessitura di una stoffa di cotone, grossa e resistente, detta damur.
Sebbene il capoluogo amministrativo della regione sia Meroe, presso la quarta cateratta, il centro più importante è tuttora Dongola Nuova, o Dongola Macara, detta anche al-Urde. Questa città si trova sulla sponda sinistra del Nilo, 120 km. a valle delle rovine di Dongola Vecchia (detta anche Dongola el-‛Agiūzah) e 72 km. a monte della terza cateratta. Dista 1740 km. dal Cairo, e 1026 da Kharṭūm per la via del fiume, ma è collegata per ferrovia con Wādī Ḥalfā, innestandosi con la rete ferroviaria del Sudan, che mette capo a Port Sudan sul Mar Rosso, sbocco dei traffici di tutta la regione.
Storia. - Dongola merita una particolare menzione nella storia dell'Africa per la tenacia con la quale i suoi abitanti mantennero la fede cristiana e per la resistenza che seppero a lungo opporre all'invasione araba. La regione, facente parte un tempo dell'impero d'Etiopia, che vi aveva una delle sue capitali, Nápata, era occupata dai Nòbati, che furono cristianizzati nel VI sec., il cui capo, Silco, conquistati i finitimi Blemmî (v. assuan), fondò il regno cristiano di Dongola (o Macarra) avente per capitale la città dello stesso nome, detta ora Dongola el-‛Agiūzah, sulla sponda destra del Nilo. Nel 652 gli Arabi, padroni dell'Egitto, penetrarono in Nubia e imposero al re di Dongola Koleidoro un trattato ai termini del quale il reame era riconosciuto indipendente, ma tenuto a pagare loro un annuo tributo di 360 schiavi. Dal sec. VII al XV gli Arabi fecero molte altre spedizioni in Nubia, il più delle volte a cagione del mancato pagamento del tributo, ma solo due volte, nel 1287 e nel 1324, raggiunsero Dongola, della quale non riuscirono a impadronirsi stabilmente che nel 1400. Dongola raggiunse il massimo spendore nel sec. XII allorché la città era tutta fabbricata con mattoni e conteneva molte chiese e monasteri e un'industre e immensa popolazione. Nel sec. XIII la Nubia fu suddivisa in due regni, quello di Mucarra che ebbe per capitale Dongola e quello di Alua con capitale Soba. Verso la fine del sec. XIII il cristianesimo cominciò a decadere in Nubia, in parte a causa dell'abbandono nel quale aveva lasciato le sue chiese il patriarca d'Alessandria Cirillo (1235) in parte per l'infiltrazione di una popolazione araba. Su una collina presso Dongola Vecchia sorge tuttora una moschea edificata nel 717 èg. (1318-19 d. C.) "dopo la vittoria di Saif ed-dīn an Nāṣir sugl'infedeli" ma il cristianesimo vi persisté fino ai primi del sec. XVI, quando, in seguito a un'invasione di popoli Fung provenienti dal Darfur e dalla regione dei Scilluk fu costituito un nuovo regno musulmano, che ebbe per capitale Sennār (1515). Dal 1515 al 1821 la regione di Dongola, pur sottomessa al regno di Sennār, godette di una certa autonomia e fu retta dalla dinastia tributaria degli Abdallahat che risiedeva a Kerri e che contò 18 sovrani.
Fra il 1811 e il 1820 si rifugiarono e stabilirono nella regione i Mamalucchi sfuggiti al massacro che ne fece Mohammed ‛Alī. Questi ultimi costruirono Dongola Nuova, ma pochi anni dopo (1821) lo stesso Mohammed ‛Alī per cacciarli anche da quell'ultimo rifugio, s'impadronì del Sudan, mercé una spedizione comandata dal figlio Ismā‛īl. Da quel tempo Dongola fece parte delle nuove provincie egiziane e patì tutti i danni di un governo crudelissimo, che vi aveva regolarmente organizzato la tratta degli schiavi, facendone un monopolio di stato, ceduto poi nel 1848 a privati che ne trassero lautissimi guadagni. Ma nel 1848 nell'isola Ledab presso Dongola nacque Moḥammed Aḥmed che dicendosi il Mahdī (v.) sollevò nel 1884-85 tutto il Sudan contro il governo egiziano. Gl'Inglesi, che dal 1881 occupavano l'Egitto, dovettero evacuare il 5 luglio 1885 Dongola, la quale da allora e per 11 anni, fece parte dello stato mahdista.
Nel 1896, gl'Inglesi iniziarono la riconquista del Sudan rioccupando Dongola il 23 settembre, secondati nella loro impresa contro il mahdismo dalle sincrone vittorie riportate dagl'Italiani condotti dall'Arimondi, a Sabderat, a Tukruf e a Mukram nella regione di Cassala. Da allora la storia di Dongola si fonde con quella del Sudan (v.).
Bibl.: E. A. Wallis Budge, The Egyptian Sudan, Londra 1907; F. Cailliaud, Voyage à Méroé, Parigi 1826-27; H. Dehérain, Le Soudan egypt. Sous Méhémet-Ali, Parigi 1898; H. H. Ibrāhīm Hilmi, Literature of Egypt a. the Sudan, Londra 1886-88; Ismail Pasha, Narrative of the expedit. to Dongola, Londra 1822; E. Rossi, La Nubia e il Sudan, Costantinopoli 1858; F. R. Wingate, Mahdiism a. the Egypt. Sudan, Londra 1891; L. Santoni, Alto Egitto e Nubia, Roma 1905.