DI VEROLI, Donato
Nato a Roma il 21 ag. 1921 da Angelo e da Mary De Benedetti, si dedicò giovanissimo agli studi musicali. Non aveva ancora compiuto tredici anni quando si iscrisse al conservatorio di S. Cecilia; qui fu allievo, per l'armonia, il contrappunto e la fuga, di C. Dobici, che doveva avere una non trascurabile influenza nella sua carriera musicale. Negli anni di conservatorio non gli mancarono autorevoli riconoscimenti, come quello di P. Mascagni che ne elogiò un brano composto all'età di otto anni. Costretto dalle leggi razziali ad abbandonare il conservatorio, nel 1939 il D., grazie all'intervento del Dobici, riuscì ad iscriversi come studente ordinario nel Pontificio Istituto di musica sacra per i corsi di canto gregoriano, composizione sacra ed organo. Si interessò in particolare al canto gregoriano e nel dicembre 1941 conseguì la licenza con una ottima media. Nel Pontificio Istituto fu allievo di docenti prestigiosi, quali L. Refice, R. Casimiri, E. Dagnino, F. Vignanelli, e portò a termine studi di composizione sacra, sostenendo gli esami prescritti e conseguendone il magistero.
La produzione del D., pur espressa nell'arco di una brevissima esistenza, è abbastanza nutrita: comprende due opere teatrali, due poemi sinfonici ed altre composizioni di vario genere. Il primo lavoro di una certa consistenza, il poema sinfonico Le fonti del Clitunno. porta la data del 1937, quando l'autore era appena sedicenne. Le altre composizioni che seguiranno nei sei anni che lo separano dalla morte hanno certamente una consapevolezza diversa, ma si può sottolineare un comune denominatore: quello di una musicalità e di una vena melodica indubbie, accompagnate da una tecnica sicura, maturata fin dai primi anni di studio.
I tempi burrascosi del conflitto, uniti alle persecuzioni razziali non permisero al D., come ad altri compositori, di esprimere pubblicamente il meglio della sua produzione artistica. L'opera postuma La madre, il cui libretto è dello stesso autore, rappresenta il suo lavoro più vasto e impegnativo febbrilmente concluso nella parte strumentale poco prima della morte. Venne eseguito a Bergamo nel 1951 a chiusura della stagione lirica del teatro Donizetti; quindi a Torino per la stagione della RAI nel maggio 1960. Il suo Concerto per pianoforte e orchestra fu eseguito per la prima volta il 26 nov. 1947 al teatro Argentina di Roma, interpretato da A. Brugnolini con l'orchestra dell'Accademia di S. Cecilia diretta da Willy Ferrero.
Il D. morì suicida a Roma il 10 luglio 1943.
Le sue composizioni, edite e inedite, si trovano presso la famiglia e l'Accademia nazionale di S. Cecilia: Le fonti del Clitunno, poema sinfonico (1937); La morte d'Orlando, poema sinfonico (1941); Quartetto (1942); La madre, opera teatrale su testo dello stesso autore desunto da una novella di H. C. Andersen (1942); Pezzi vocali da camera; Liriche; Concerto per pianoforte e orchestra, Altri concerti per orchestra; Serenata, per archi; Zobeida, opera teatrale; Redenzione; La conquista, musica per una fiaba; Tema e variazioni, per orchestra; Tre canti greci per voci, flauto, viola e arpa.
Fonti e Bibl.: Per le fonti inedite cfr.: Roma, Archivio della segr. del Pontificio Ist. di musica sacra, Rep. alunni, posiz. n. 611; Roma, Arch. del Conservatorio di musica S. Cecilia; T. Celli, Pazzi in musica (Al Teatro delle novità), in Oggi (Milano), 8 nov. 1951; M. Rinaldi, Due secoli di musica al teatro Argentina, III, Firenze 1958, p. 1536; R. Giazotto, Quattro secoli di storia dell'Accademia naz. di S. Cecilia, II, Roma 1970, p. 480; M. Ballini, Cento anni di musica nella provincia di Bergamo (1859-1959), Gorle 1972, p. 102; G. Gualerzi-C. Marinelli Roscioni, 50 anni di opera lirica alla RAI 1931-1980, Torino 1981, pp. 21, 234; La Musica. Diz., I, p. 535; Enc. della musica Rizzoli-Ricordi, II, p. 68; Dizionario enc. universale della musica e dei musicisti, II, Le biografie, p. 506.