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Sade, Donatien-Alphonse-François marchese di

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Scrittore francese (Parigi 1740 - Charenton-le-Pont 1814). Di nobile famiglia, imparentato per parte di madre con i Condé, seguì giovanissimo la carriera delle armi e partecipò alla guerra dei Sette anni. Nel 1763 sposò Renée-Pelagie de Montreuil, che gli restò sempre molto affezionata; ma presto riprese la vita di libertinaggio a cui era già dedito. I processi che dovette subire in seguito a una serie di scandali lo condussero in carcere, al soggiorno obbligato e alla condanna a morte, cui si sottrasse con la fuga in Italia (1772), insieme con la cognata, sua amante (in Italia tornò nel 1775-76, e le interessanti note di questo suo Voyage d'Italie furono pubbl. da G. Lely e G. Daumas nel 1968). In seguito a un nuovo scandalo, fu arrestato a Parigi nel 1777, imprigionato a Vincennes, quindi alla Bastiglia (1784-89) e nel manicomio di Charenton-le-Pont. In questi anni si consacrò alla lettura e scrisse opere impregnate di nichilismo e di un materialismo integrale, tra cui: Dialogue entre un prêtre et un moribond (post., 1926), difesa dell'ateismo che rivela l'influsso di Fontenelle e Helvétius; un poemetto in versi e in prosa che inneggia al disegno criminoso di una natura immorale e nemica dei suoi figli (La verité, pièce trouvée dans les papiers de La Mettrie, post., 1961); l'incompiuto Les 120 journées de Sodome, trascrizione ossessiva di 600 perversioni (il manoscritto, ritrovato dopo la morte di S., fu pubbl. dallo psichiatra E. Dühren, 1904, e in ed. crit. da M. Heine, 3 voll., 1931-35); il racconto Les infortunes de la vertu (post., 1930), che, rimaneggiato, sarebbe divenuto il romanzo Justine, ou les malheurs de la vertu (2 voll., 1791). Liberato nel 1790, scrisse per il teatro (Oxtiern, ou les malheurs du libertinage, 1791) e prese parte al fervore rivoluzionario anche con numerosi scritti (tra cui un Discours aux mânes de Marat et de Pelletier, 1793), ma fu imprigionato durante il Terrore e rischiò la ghigliottina. Liberato nuovamente alla caduta di Robespierre, si dedicò alla pubblicazione delle sue opere più importanti: il romanzo epistolare e d'avventure Aline et Valcour (8 voll., 1795); La philosophie dans le boudoir (2 voll., 1795), descrizione dell'educazione erotica di una giovinetta contenente il pamphlet politico Français, encore un effort si vous voulez être républicains; la gigantesca epopea del male La nouvelle Justine ou les malheurs de la vertu, suivie de l'histoire de Juliette sa soeur, ou les prospérités du vice (10 voll., 1797); la raccolta di 11 novelle Les crimes de l'amour (4 voll., 1800), preceduta da una riflessione sulla narrativa, Idées sur le roman (altre 26 novelle furono pubbl. nel 1926 col tit. Historiettes, contes et fabliaux). Individuato come l'autore di Justine e Juliette, giudicate "opere infami", fu nuovamente incarcerato (1801) e quindi internato a Charenton, dove organizzò spettacoli per i pazzi e scrisse le sue ultime opere: Les journées de Florbelle, ou la nature dévoilée, andata distrutta; La marquise de Gange (2 voll., 1813); Histoire secrète d'Isabelle de Bavière, reine de France (post., 1953). Ignorata o proibita per oltre un secolo, l'opera di S. ha influenzato poeti come Baudelaire e Rimbaud prima di essere rivalutata nel sec. 20º da Apollinaire, dai surrealisti, da P. Klossowski, G. Bataille, M. Blanchot, dal gruppo di Tel quel, che vi hanno scorto l'espressione, libera dalle censure della ragione e delle convenienze sociali, di aspetti fondamentali della natura umana (la preminenza assoluta della sessualità, l'impulso verso la distruzione) poi indagate dalla psicanalisi. Tra le edizioni moderne si ricordano le Oeuvres complètes pubblicate da J.-J. Pauvert (30 voll., 1947-68, con edd. successive).

Vedi anche
Jean-Nicolas-Arthur Rimbaud Rimbaud ‹ræbó›, Jean-Nicolas-Arthur. - Poeta francese (Charleville 1854 - Marsiglia 1891). Dopo studî molto brillanti, ebbe un'adolescenza assai inquieta e vagabonda, fuggendo più volte di casa e aderendo agli ideali comunardi. Soggiornò quindi a Parigi (1871-72), dove frequentò gli ambienti letterarî ... Charles Baudelaire Baudelaire ‹bodlèer›, Charles. - Poeta francese (Parigi 1821 - ivi 1867). Pur fra interpretazioni diverse o opposte, è ritenuto l'iniziatore di un nuovo corso poetico, e la sua opera viene collocata fra le più alte espressioni della poesia di tutti i tempi e paesi. Autore di un unico ma fondamentale ... prosa Espressione linguistica orale o scritta, non vincolata dalle regole metriche e ritmiche proprie della poesia; il termine è riservato specialmente all’espressione letteraria. prosa d’arte Nel linguaggio della critica letteraria, la prosa tipica dei frammentisti, in voga in Italia negli anni precedenti ... poesia Arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione; con una certa approssimazione si può dire che il significato di poesia è individuabile, nell’uso corrente e tradizionale, nella sua contrapposizione a prosa, in quanto i due termini ...
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Vocabolario
marchéṡe¹
marchese1 marchéṡe1 s. m. [der. di marca2]. – 1. Nel medioevo, il conte di una marca, cioè di un territorio di confine. 2. Titolo nobiliare che nella gerarchia araldica segue quello di duca; anche la persona investita di tale titolo. Corona...
marcheṡato
marchesato marcheṡato s. m. [der. di marchese1]. – 1. La regione sulla quale anticamente un marchese esercitava i suoi diritti: il m. di Mantova. 2. Grado e titolo nobiliare di marchese: concedere, ottenere il marchesato. 3. scherz., non...
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