DON (A. T., 66-67 e 71-72)
Fiume della Russia meridionale (Ucraina), il terzo della Russia Europea, dopo il Volga e il Dnepr, per lunghezza di corso (1860 km.) e superficie del bacino (429.800 kmq.). È il Tanais degli antichi, il Tuna o Duna dei Tartari. Le sue sorgenti sono costituite dal lago Ivan (Ivanovskoe Ozero), posto a 176 m. s. m., a SE. di Tula. Scorre dapprima in direzione N.-S., per poi volgere, circa a 51° N., a SE., quasi tendesse a congiungersi al Volga: ma, giunto alla distanza di 60 km. da quest'ultimo fiume, circa all'altezza di Stalingrad, volge con una grande curva verso SO., mantenendo questa direzione sino allo sbocco a mare: sfocia nella Baia di Taganrog, all'estremità nord-orientale del Mare d'Azov, con un delta lungo 45 km. e largo 36, costituito di detriti sabbiosi, coperti di canneti e assai di frequente inondato. Il corso superiore si svolge per la maggior parte attraverso regioni pianeggianti e fertili; ma poi deve passare attraverso rive scoscese e rocciose, soprattutto nel tratto precedente la grande curva in vicinanza del Volga. Riceve numerosi affluenti, sia sulla sinistra, sia sulla destra: di essi il maggiore è il Donec (v.), che lo raggiunge da destra nella parte bassa del corso. La sua larghezza oscilla fra i 100 e i 650 m.; e la profondità raggiunge anche i 15 m. La sponda destra è quasi sempre assai elevata, mentre quella di sinistra è bassa e pianeggiante; non di rado il letto del fiume è occupato da banchi di sabbia e da bassofondi rocciosi: e per questo, e per la mancanza di merci da esportare, il Don non ha, in tutto il suo corso superiore e mediano, molta importanza come via navigabile. A partire da Kalač, comincia la navigazione regolare, il cui movimento si estende anche agli affluenti. Il Don ha una portata media di 900 mc. al secondo, ma va soggetto annualmente, nella parte inferiore del suo corso, a due periodi di piena: il primo è provocato dallo scioglimento delle nevi della regione inferiore; il secondo è dovuto allo scioglimento delle nevi del corso superiore. A partire dai primi di gennaio il Don diminuisce rapidamente la sua portata e durante l'agosto la magra è così accentuata da rendere difficile la navigazione. Questa riprende però attivamente dopo le piogge del settembre, ma deve poi cessare del tutto dal novembre o dicembre al marzo o aprile per il congelamento delle acque superficiali; in media i giorni di navigazione sono 245. Alcune piene del Don sono rimaste memorabili, specialmente quelle del 1748, 1786, 1805, 1820, e 1845. Abbondantissima la pesca, tanto che una parte della popolazione rivierasca vive di tale industria.