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GIOVANNI d'Austria, Don

di Nino Cortese - Enciclopedia Italiana (1933)
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GIOVANNI d'Austria, Don

Nino Cortese

Giovanni Giuseppe, figlio naturale di Filippo IV e dell'attrice María Calderón, nacque a Madrid il 7 aprile del 1629. Poco tempo dopo la sua nascita la madre si ritirò in un convento; egli, battezzato come "hijo de la tierra", fece un corso di studî che lo resero buon latinista e buon matematico; e poi nel 1642 fu riconosciuto dal padre ed ebbe il priorato di S. Giovanni in Consuegra. Cominciò ad aver parte nella vita politica mentre ardeva la lotta tra la Spagna e la Francia. Nel 1647 fu inviato a Napoli per soffocarvi la rivoluzione di Masaniello e per combattere il duca di Guisa. Viceré di Sicilia nel 1648-51, di ritorno in Spagna fu adoperato nella repressione della rivoluzione della Catalogna, partecipando all'assedio di Barcellona che capitolò nel 1652, e poi resistendo nel principato ai Francesi che furono da lui vinti nei pressi di Gerona. In seguito, nel 1656, fu nominato governatore dei Paesi Bassi: ma qui la sorte delle armi gli fu favorevole soltanto nei primi tempi. Aiutato dal talento del Condé, vinse il Turenne a Valenciennes (13-14 luglio 1656); poi si lasciò sorprendere alle Dune di Nieuport (14 giugno 1658), e la sua sconfitta decise la guerra. Inviato nel Portogallo, che Filippo avrebbe voluto ricondurre sotto il proprio dominio, anche qui fu sul principio fortunato, ché il 16 giugno 1661 conquistò la piazza di Avranches, nel 1662 Villabuin, Jurumeña, Veiros, Monforte, ecc., nel 1663 la piazza di Évora; ma in seguito non riuscì a dominare il supremo sforzo tentato dall'esercito portoghese e fu vinto vicino ad Ameixial (8 giugno 1663), in una battaglia che ebbe gravi conseguenze per la Spagna. Caduto in disgrazia per queste sconfitte, e, forse per consiglio dell'Austria, allontanato dalla vita politica, si ritirò a Consuegra ove lo raggiunse la notizia della morte del padre. Seguirono i tristi anni della decadenza spagnola, e negl'intrighi di corte che l'accompagnarono ebbe notevole parte. Malvisto dalla regina, nel governo dello stato gli fu preferito il gesuita Giovanni Everardo Nidhard (v.); allora scoppiò violenta la lotta tra i due politici. G., profittando delle sconfitte toccate alla Spagna all'inizio della guerra di devoluzione e della popolarità di cui sempre godette, costrinse la regina a destituire il gesuita, che era giunto ad accusarlo d'esser figlio del Medina de las Torres (1669); ma poi si limitò a proporre un piano di riforme che migliorassero l'amministrazione della giustizia e diminuissero il carico tributario, e a sostenere la necessità di rivolgere maggiori cure all'educazione del piccolo re, il che accrebbe la sua popolarità; accettò la carica di vicario generale di Aragona, affidatagli per tenerlo lontano dalla capitale, e si appartò quasi dalla vita politica. In realtà assunse il governo il 23 gennaio 1677, soltanto dopo una nuova serie di contrasti interni tra ministri e favoriti, che indebolivano sempre più la Spagna, e facevano desiderare il suo intervento che si sperava ricco di buoni risultati per il paese. Ma egli tradì le speranze, ché, preoccupato di distruggere il potere degli avversarî, ben poco fece per ricondurre il governo su migliore strada. La pace di Nimega lo rese impopolare; sperò allora di consolidarsi al potere promuovendo il matrimonio del re con Maria Luisa d'Orléans, credendo che la regina lo avrebbe sostenuto contro la regina madre. Ma abbandonato dalla Francia, passò gli ultimi anni della vita dominato dal timore di perdere il potere. Morì il 17 settembre 1689 in Madrid.

Bibl.: J. Mascareñas, Campaña de Portugal executada por D. Juan de Austria, Madrid 1663; F. Fabro de Bremundau, Historia de los hechos del señor D. Juan de Austria en el principado de Cataluña, Saragozza 1673; G. Leti, La vita di D. Giovanni d'Austria, Colonia 1684; L. de Frias, Noticia de la vida interior y elogio de las virtudes del señor Don Juan de Austria, Pamplona 1767; Documentos sobre hechos milit. de D. Juan de Austria, in Colección de doc. inéd. para la hist. de España, XIII; A. Risco, D. Juan de Austria, Madrid 1918; A. Astrain, Hist. de la Comp. de Jésus en la Asistencia de España, Madrid 1920.

Vedi anche
Ponce de León, Rodrigo, viceré di Napoli Ponce de León, Rodrigo, viceré di Napoli. - Quarto duca d'Arcos (n. 1602 - m. 1672), vicerè del regno di Valenza, fu inviato a reggere il vicereame di Napoli nel 1646; in difficile situazione, si trovò a dover fronteggiare la famosa rivolta di Masaniello, che egli non seppe disciplinare; si decise perciò ... Oñate, Íñigo Vélez de Guevara conte di Oñate, Íñigo Vélez de Guevara conte di. - Nobile spagnolo (m. 1658), viceré di Napoli (1648-53). Arrivato a Napoli (1648), mentre si svolgeva il tentativo del duca di Guisa di dare unità a una forma di governo repubblicana, ristabilì rapidamente l'autorità della Spagna. Contro la sua energica restaurazione ... Carlo II re di Spagna (V come re di Napoli). - Figlio (1661-1700) di Filippo IV e di Marianna d'Austria, debole di salute, succedette al padre (1665). La madre, reggente, affidò il governo al gesuita J. E. Nidhard, provocando l'opposizione di don Giovanni Giuseppe d'Austria, bastardo di Filippo IV. Né migliori per la Spagna, ... Filippo III re di Spagna Figlio (Madrid 1578 - ivi 1621) di Filippo II e della sua quarta moglie Anna d'Austria; succeduto al padre il 13 sett. 1598, lasciò le redini del governo a F. Gómez Sandoval y Rojas, duca di Lerma, che iniziò l'epoca dei "favoriti" e fu onnipotente fino al 1618, e poi al duca di Uceda. Durante il suo ...
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Vocabolario
din dòn
din don din dòn. – Voce onomatopeica imitativa del suono delle campane; anche s. m.: il din don delle campane. Talora si aggiunge dan, per imitare il suono di più campane, o un suono più vario e prolungato: Allora suonò la campana ... Din...
dòn²
don2 dòn2 s. m. – Voce imitativa del suono d’una grossa campana, generalmente ripetuto (don don) o unito a din (din don).
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