DOMUS CULTA
. È il nome dato a uno speciale tipo d'organizzazione agricola, diffusa, per iniziativa del papato (Zaccaria-Adriano), verso il sec. VIII, specialmente nel territorio più vicino a Roma, per far rifiorire l'agricoltura nelle campagne dopo l'abbandono del periodo bizantino e le devastazioni longobarde. Spesso nei documenti la domus culta si confonde con la massa; quasi sempre s'identifica con la massa publica. Essa è costituita da un insieme di fondi variamente coltivati, con abitazioni sparse, amministrata e posta sotto la protezione della Chiesa. Ufficiali amministrativi della domus culta sono i rectores, gli actionarii, i defensores, i notarii. I coloni hanno anche un'organizzazione militare e costituiscono la familia, gli homines, la masnada, i milites heredarii S. Petri. Nella domus culta spesso ha corso anche una speciale moneta, così che appare evidente come alle antiche forme patrimoniali della proprietà ecclesiastica, già prima del feudalesimo, si andasse naturalmente associando l'esercizio di poteri, che spettavano di diritto solo allo stato. Le domus cultae durano fin verso il sec. XI e scompaiono di fronte all'affermarsi dell'organizzazione feudale.
Bibl.: L. Duchesne, Le Liber Pontificalis, Parigi 1884 segg.; Id. Les premiers temps de l'État pontifical, 2ª ed., Parigi 1904; G. Tomassetti, La campagna romana antica, medioevale e moderna, I, Roma 1910.