DOMIZIA Longina
Imperatrice romana, moglie di Domiziano. Figlia di Cn. Domizio Corbulone e moglie in prime nozze di L. Aelius Lamia Aelianus, fu sedotta da Domiziano, che in seguito le si unì in matrimonio. Ne nacque un solo figlio, nel 73, che morì giovanissimo. Quando nel settembre 81 Domiziano fu salutato imperatore, D. ebbe il titolo di Augusta. Dopo qualche tempo però, forse fra l'82-84, essa fu ripudiata per la sua relazione con il mimo Paride. Già altra volta erano del resto sorte voci di illeciti rapporti fra Tito e Domizia, ma questa aveva negata la tresca con giuramento. Domiziano tuttavia, pur avendo come amante la nipote Giulia, riprese con sé Domizia, e le restituì onori e titoli. D. si sentì però di nuovo in pericolo e partecipò, se pure non l'ordì, alla congiura del 96, che tolse di vita il marito. Proprietaria di fabbriche figuline, il suo nome è ricordato su tegoli di Roma a tutto il 126 con il nome di D. Domitiani. Alla sua memoria fu dedicato l'anno 140 da un liberto un monumento a Gabii (Corp. Inscr. Lat., XIV, 2795): è da presumere perciò che sia morta poco prima in età avanzata.
Bibl.: S. Gsell, Essai sur le règne de l'emp. Domitien, Parigi 1894; Stein, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V, col. 1513; De Ruggiero, Diz. Epigr., II, 2042; H. Dessau, Pros. Imp. Rom., II, p. 26, n. 156, Berlino 1897-8.