Dominica
'
(XIII, p. 125; App. V, i, p. 862; v. antille, App. IV, i, p. 133)
Popolazione
Con un tasso di accrescimento annuo pari all'1‰, la popolazione di questo minuscolo Stato delle Piccole Antille è ormai da parecchi anni stazionaria (nel 1998 era di 71.000 ab.). Essa è per la massima parte costituita da Neri e Mulatti, cui si affiancano un'esigua minoranza di origine europea e un gruppo residuale di alcune centinaia di Amerindi.
Condizioni economiche
Nel corso degli anni Novanta l'economia dominicana non ha registrato sostanziali cambiamenti e il PIL, nel periodo 1990-96, ha registrato una crescita media annua di appena il 2,3%. L'agricoltura ha sofferto di numerose e ricorrenti calamità naturali, tra cui, ultimi in ordine di tempo, gli uragani Luis e Marilyn, che nel settembre 1995 hanno sconvolto l'isola, distruggendo l'intero raccolto di banane. Oltre a queste ultime, che rappresentano un terzo delle esportazioni (per lo più assorbite dal Regno Unito), le principali produzioni agrarie sono costituite dagli agrumi e dalla palma da cocco, che fornisce una buona quantità di copra. Discreta è la pesca (nel 1997, è stata completata la costruzione di un porto peschereccio a Roseau), mentre non ancora utilizzato appieno è il ricco patrimonio forestale (circa il 40% della superficie territoriale è coperto da un manto boschivo), malgrado recenti aiuti stranieri incoraggino il potenziamento dei ritmi di sfruttamento.
Durante gli anni Novanta, consistenti investimenti sono stati destinati all'aumento della produzione idroelettrica e il paese ha così potuto diminuire le importazioni di combustibile. Infine, contribuiscono alla formazione del reddito nazionale il turismo, che ha registrato negli ultimi anni un notevole incremento passando da meno di 7000 arrivi via mare nel 1990 a oltre 230.000 nel 1997, i servizi e le attività destinati ai visitatori, le rimesse degli emigrati. Per un ulteriore sviluppo del settore turistico il governo dominicano ha programmato la costruzione sull'isola, entro la fine degli anni Novanta, di un aeroporto internazionale in sostituzione delle modeste strutture attuali.
La bilancia commerciale registra un pesante passivo: gli Stati Uniti sono il maggiore partner per le importazioni, seguiti dal Regno Unito (verso il quale si dirige più di un terzo delle esportazioni) e da alcuni paesi vicini a D. e, come questa, membri della CARICOM (Caribbean Community and Common Market).
Storia
Stato associato al Regno Unito dal 1967 e repubblica indipendente nell'ambito del Commonwealth dal 1978, la D. fu governata, per tutti gli anni Sessanta e Settanta, dal Dominica Labour Party (DLP). La situazione mutò dopo la crisi politica del 1979 (dovuta al tentativo del governo di introdurre misure restrittive delle libertà sindacali e di stampa) e le elezioni legislative del 1980. Da allora a reggere per un quindicennio le sorti del paese furono i conservatori del Dominica Freedom Party (DFP), che condussero una politica di stretta alleanza con gli Stati Uniti e cercarono di promuovere lo sviluppo dell'economia, tradizionalmente basata sull'agricoltura, puntando sulle infrastrutture e gli investimenti stranieri.
Le misure di austerità varate in accordo con i creditori internazionali e lo stile piuttosto autoritario del primo ministro, signora M.E. Charles, alimentarono un crescente malcontento popolare nei confronti del governo conservatore, che già doveva contare, dopo le elezioni politiche del 1990, su una maggioranza parlamentare ristretta (11 seggi su 21). A criticare apertamente l'operato dell'esecutivo era soprattutto l'opposizione, al cui interno il Dominica United Workers' Party (DUWP), fondato nel 1988, si era affermato a spese del Labour Party of Dominica (LPD), che nel 1985 aveva sostituito il vecchio DLP. Non poche polemiche sollevò, nel 1992, la decisione del governo di concedere la cittadinanza agli imprenditori stranieri che avessero effettuato nell'isola investimenti di almeno 35.000 dollari (anche dopo l'innalzamento di tale quota furono più di 600 gli uomini d'affari, soprattutto di Taiwan, che divennero in questo modo cittadini dominicani). Il progettato aumento delle tasse sulle licenze automobilistiche provocò poi, nell'aprile 1994, scioperi e blocchi stradali da parte dei lavoratori del trasporto pubblico, ai quali il governo rispose con la proclamazione dello stato d'emergenza. In questo clima non giunse inattesa, nelle elezioni legislative tenutesi nel giugno 1995, la sconfitta dei conservatori del DFP, che ottennero 5 seggi, come il LPD; vincitore delle consultazioni fu il DUWP, che conquistò 11 seggi e la guida del governo con il suo leader, E. James. Questi riprese immediatamente i tentativi di promuovere una maggiore integrazione economica tra il suo paese e Grenada, Saint Lucia e Saint Vincent e Grenadine, mentre sul piano interno avviò, tra il 1996 e il 1997, un programma di privatizzazione delle imprese di proprietà statale. Nell'ottobre 1998 V. Shaw fu eletto nuovo presidente.
Bibliografia
C.S. Jolly, Paths of development, Roseau 1994.