DOMINANTE
. È, oggi, tanto il 5° grado delle scale modali maggiore e minore, quanto l'accordo che vi si appoggia. L'accordo di dominante esercita la funzione di moto esplicata specialmente dalla sensibile ascendente, ed è perciò il più importante accordo di moto del meccanismo tonale (e quindi armonico), per la chiarezza e la forza propulsiva con le quali tende alla tonica. Nel modo minore l'accordo di dominante ha 2 forme: una minore (genuina, non alterata) e una maggiore (alterata). Per es., nel tono di la minore:
L'importanza della dominante rispetto alle altre due funzioni tonali è tale che si può dire essersi compiuta intorno ad essa la maggior parte dell'evoluzione armonistica, sia pratica sia teorica, fino dal tempo di Rameau.
Nei modi medievali detti di chiesa (dai quali deriva il nome stesso di dominante) essa non era, invece, altro che la nota su cui l'orecchio si appoggiava più spontaneamente nel corso di una melodia, e perciò la nota intorno alla quale si svolgeva la recitazione intonata dei salmi, delle lezioni, delle orazioni, ecc. Nella pratica, specie dei canti più antichi, il rapporto fra tonica e dominante non è ben chiaro né stabile; ma in teoria la dominante era, dapprima, nei modi autentici la 5ª e nei plagali la 3ª, e tali rapporti costituivano uno dei segni proprî dei singoli modi. Nel canto liturgico (v.) tanto il termine dominante quanto il termine tonica non hanno altro significato che il pratico (per riconoscere i modi), cioè non si ha ancora il senso e il concetto, invero abbastanza tardivi, che la dominante rappresenti un centro di moto, e la tonica il centro di riposo. Anzi, per es., nel modo VIII con tonica sol e dominante do i due rispettivi concetti moderni sono invertiti.