OLIVA, Domenico
Letterato, nato di famiglia napoletana a Torino il 1° giugno 1860, morto a Genova il 28 aprile 1917. Fedele alle tradizioni familiari (suo padre, Cesare, magistrato, da giovane era stato operoso agente insurrezionale di Cavour in provincia di Avellino nel 1860), l'O., laureatosi in giurisprudenza, militò attivamente nei partiti nazionali, fu a Milano tra i fondatori del settimanale L'idea liberale, e direttore del settimanale letterario intitolato, dal noto volume di Emilio Praga, Penombre. Consigliere comunale di Milano, poi deputato di Parma, fu direttore del Corriere della Sera (1898-1900), ma dovette allontanaesene in un torbido periodo politico per la sua intransigenza contro i partiti sovversivi. Ma la ma figura di giornalista gentiluomo e di scrittore dai gusti elegantemente umanistici, già nota per numemsi saggi, venne soprattutto in luce nelle cronache drammatiche del Giornale d'Italia di Roma, ch'egli redasse dal 1901 al 1913: sboccia in quegli anni un nuovo e originale teatro italiano, e l'O., amabilmente illustrandolo e interpretandolo, fu seguito da un vasto pubblico di lettori, che per oltre un decennio lo considerarono il critico-principe della capitale. L'aver partecipato alla fondazione del nazionalismo italiano, presto distaccatosi dai liberali, indusse l'O. a dimettersi da quel giornale durante le elezioni, politiche del 1913; nel 1914 egli entrò nel nuovo quotidiano L'Idea Nazionale, di cui fu critico drammatico e, nel primo anno della guerra italo-austriaca, direttore.
Opere: Poesie (Milano 1889); Manon (libretto per la musica di Puccini, 1893, poi rimaneggiato da altri, e perciò anonimo); Il ritorno, versi (Milano 1893); Note letterarie (Milano 1897); Robespierre, dramma (Milano 1897; rappr. da F. Garavaglia a Firenze e a Roma nel 1904); Il teatro in Italia nel 1909 (Milano 1911); Note di uno spettatore (Bologna 1911); Il "San Sebastiano" e le Canzoni d'oltremare di G. D'Annunzio (Napoli 1913); Primavera parigina (Torino 1914); Rule Britannia (Roma 1917, postumo).