Poeta italiano (Catanzaro 1841 - Palermo 1905). Garibaldino nel 1860, nel 1866 in Tirolo e nel 1871 a Digione dove fu anche ferito, condusse vita di sordinata, venendo a contatto, prima del 1870, con gli esponenti della scapigliatura milanese, alle cui posizioni si accostò sempre più intensamente. La sua poesia (In giovinezza, 1873; Hyemalia, 1877; Gioconda, 1877; Odi alla povertà, 1879; Canzoniere, 1884; Verde antico, 1885; Fiabe, 1885; Nuovo canzoniere, 1888; Poemi antichi, 1894; Poemi della notte, 1899; Pellegrinaggio breve, 1903; Gemme sparse, post., 1906, ecc.) rivela in lui facoltà più che altro assimilatrici; ma non manca di accenti personali, nell'espressione della delusione, dell'ira, della nostalgia d'una vita serena. Aiuta a ben definire l'immagine del poeta anche Il libro delle prose (1889).