GUALANDI, Domenico
Nacque il 28 ott. 1788, da Giovanni e da Maddalena Marchetti, a Campeggio, frazione di Monghidoro, nell'Appennino bolognese.
Da un prospetto genealogico manoscritto del figlio Angelo risulta l'antica origine fiorentina, risalente alla metà del sec. XIII, della famiglia Gualandi; da un ramo emigrato nei territori del Frignano e di Varignana, Giovanni Maria, bisavolo del G., in seguito all'acquisto di un mulino passò nel 1710 a Campeggio.
Dopo aver frequentato la scuola parrocchiale di San Benedetto del Querceto, nel 1805 il G. si trasferì da Campeggio a Bologna ove studiò presso il seminario arcivescovile. Nel 1808 decise, tuttavia, di abbandonare il seminario e l'anno successivo si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università bolognese. Conseguì la laurea il 20 luglio 1813 e l'abilitazione al libero esercizio il 24 maggio 1814, ottenendo infine, il 28 giugno dello stesso anno, la laurea in facoltà chirurgica. Nel 1815 vinse il concorso per la cattedra di anatomia comparata dello Studio bolognese, venendo così inserito di diritto, secondo le norme vigenti, nell'organico dei medici ospedalieri.
Prestò servizio come assistente nell'ospedale S. Maria della Vita e fu nominato medico del lazzaretto, ove nel 1816 contrasse una forma di tifo esantematico per la quale fu curato dal futuro suocero G. Naldi. Iniziò poi la sua attività di assistente nella sezione distaccata per gli alienati dell'ospedale S. Orsola, diretta da G. Gandolfi; alla morte di questo, nel 1819, divenne primario del reparto. Conseguito il 18 ott. 1824 il titolo di professore sostituto della facoltà medica, il 16 agosto dell'anno successivo fu nominato dal cardinale arcivescovo di Bologna e arcicancelliere dell'Università C. Oppizzoni professore per la cattedra di medicina legale, alla quale aveva rinunciato G. Conti.
L'insegnamento della medicina legale, comprendente anche quello della patologia psichiatrica, veniva così affidato a un medico alienista quale poteva ben essere considerato il G. per l'esperienza maturata al S. Orsola, anche se l'ordinamento degli studi universitari non prevedeva ancora l'istituzione dello specialista psichiatra.
Il G., la cui personalità e la cui opera rimangono ancora in gran parte da studiare, si formò come medico alienista proprio nel momento cruciale della nascita della moderna psichiatria quale disciplina autonoma nell'ambito della medicina generale europea, a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. La Francia aveva assunto in quel periodo un ruolo egemonico nel campo degli studi sull'alienazione mentale grazie ai lavori pionieristici e all'opera rinnovatrice di Ph. Pinel, autore, insieme con i suoi allievi e successori, di modelli teorici, diagnostici e terapeutici che esercitarono indubbiamente una notevole influenza anche sull'attività professionale del Gualandi.
Dal 1819 al 1861, quasi ininterrottamente, il G. diresse la sezione distaccata per gli alienati del S. Orsola, nosocomio destinato fin dalla metà del XVII secolo a luogo di ricovero per patologie incurabili e per i dementi bolognesi. Profondamente interessato agli studi sulle condizioni dell'assistenza psichiatrica, visitò diversi ospedali destinati al ricovero dei malati di mente, dei quali trovò generalmente deprecabili - salvo rare eccezioni, come fu il caso di Siena - l'igiene, le sistemazioni ambientali, i sistemi di coercizione e di cura (Osservazioni sopra il celebre stabilimento d'Aversa nel Regno di Napoli esopra molti altri spedali destinati alla reclusione e cura dei pazzi, Bologna 1823). Si impegnò quindi sia per coordinare e uniformare l'attività degli psichiatri, sia per delineare un modello di istituzione psichiatrica radicalmente rinnovato sul piano organizzativo, assistenziale e clinico-scientifico: disponibilità e fruibilità di nuovi spazi, migliore qualificazione del personale di assistenza, abolizione dei mezzi di coercizione, adozione di specifiche statistiche compilate su precisi dati clinici e nosologici, redazione delle storie cliniche dei pazienti, raccolta di dettagliati referti autoptici (Della costruzione di un manicomio pubblico. Dissertazione, in Memorie dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, I [1850], pp. 245-258, nella quale informò che al progetto della nuova struttura avevano recato il loro contributo i figli Giovanni, anch'egli alienista, e Francesco, architetto; Di unaassociazione fra i medici alienisti italiani, ibid., II [1850], pp. 13-23). Tuttavia, nonostante il crescente interessamento del G. e il continuo aumento nel corso degli anni del numero dei malati mentali che vi erano ricoverati, il reparto alienati del S. Orsola non subì sostanziali modifiche e la nuova auspicata struttura non poté essere realizzata.
Non fu estraneo, comunque, all'incipiente sviluppo della nuova coscienza alienistica italiana il forte richiamo del G. alla necessità di elaborare linee di guida politico-sanitaria unitarie e di dar vita a istituzioni progettate esclusivamente per la cura dei malati mentali.
Tra le altre sue opere: Descriptio duorum non communium morborum corporis humani cutem vexantium, in Novi Commentarii Academiae scientiarumInstituti Bononiensis, vol. IV (1840), pp. 163-188; Specimen statisticae medicae manicomii D. Ursulae Bononiae, ibid., vol. VI (1844), pp. 19-68; De stultitia. Considerationes generales quibus accedunt peculiares casus descripti, ac in omnem partem expensi, si quod fundamentum et normam rationi et usui in ea dignoscenda et curanda infirmitate suppeditent, in Memoriedell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, II (1850), pp. 487-560, corredato da 9 tavole iconografiche.
Molto attivo nell'ambito dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, il G. contribuì ad animarne le adunanze con la lettura di numerose memorie, come risulta dalle pubblicazioni (Rendiconto delle sessioni dell'Accademia dellescienze dell'Istituto di Bologna) relative agli anni accademici dal 1833 al 1855.
Il G. fu una figura di spicco del mondo intellettuale bolognese: socio dell'Accademia Labronica dal 10 ott. 1822, nel 1832 fu associato da Gregorio XVI al Collegio medico e nel 1834 divenne accademico delle scienze dell'Istituto di Bologna. Legatissimo all'ambiente curiale, rappresentato dall'Oppizzoni, e fedelissimo al governo pontificio, nel 1851 fu insignito da Pio IX dell'Ordine di S. Gregorio Magno.
Aveva sposato Luigia Naldi, dalla quale ebbe sette figli, due dei quali, Giuseppe e Cesare, si impegnarono, sostenuti dai genitori, alla fondazione di una scuola per sordomuti che fu riconosciuta ufficialmente dopo non pochi contrasti all'interno della Curia romana.
Collocato a riposo nel 1861, il G. morì a Bologna il 31 maggio 1865.
Fonti e Bibl.: Le carte relative alla famiglia Gualandi sono conservate a Bologna presso l'Istituto Gualandi, Arch. della Piccola Missione sordomuti: in particolare, sez. I, cart. 2, Domenico Gualandi - Luigia Naldi (foglio manoscritto di Angelo Gualandi relativo alla genealogia della famiglia; libretti scolastici e diplomi originali di laurea e di abilitazione del G.; documenti attestanti la sua nomina a membro dell'Accademia Labronica, del Collegio medico di Bologna e dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna; breve pontificio del 28 nov. 1851); S. Mazzetti, Repertorio di tutti i professori antichi e moderni della famosa Università, e del celebre Istituto delle scienze diBologna, Bologna 1847, p. 167; R. Canosa, Storia del manicomio in Italia dall'Unità a oggi, Milano 1979, pp. 29-31, 37-40; V.P. Babini et al., Tra sapere e potere. La psichiatria italiana nella seconda metà dell'Ottocento, Bologna 1982, pp. 30-34, 50; C. Ambrosetto, La neuropsichiatria in Bologna dalle origini dell'Università alla prima metà del XX secolo, in Atti dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, s. 5, III (1984), pp. 101-105; A. Scotti, Malati estrutture ospedaliere, in Storia d'Italia (Einaudi), Annali 7, Malattia e medicina, a cura di F. Della Peruta, Torino 1984, p. 267; F. De Peri, Il medico e il folle, ibid., pp. 1082, 1094 s.; F. Giacanelli - K. Bellagamba Toschi - M.A. Nicoli, La costituzione del manicomio di Bologna: 1860-1870, in Sanità scienza e storia, I (1985), pp. 9-19; L'ospedale dei pazzi di Roma dai papi al'900, I, a cura di A.L. Bonella, Roma 1994, pp. 45, 61; F. Stok, Ilsecondo Ottocento nella psichiatria italiana attraverso l'ospedale di S. Maria dellaPietà, ibid., II, a cura di F. Fedeli Bernardini - A. Iaria - A. Bonfigli, Roma 1994, p. 109; F. Giancanelli - S. Iachini - C. Migani, L'assistenza psichiatrica nella provincia di Bologna in epoca pontificia, ibid., pp. 381-383.