GALLO, Domenico
Nacque a Venezia intorno al 1730. Si hanno notizie scarse e lacunose sulla sua vita e sulla sua formazione musicale, avvenuta probabilmente a Venezia; secondo H. Hucke sarebbe appartenuto alla famiglia napoletana dei Gallo.
Fu autore di musica sacra, di sonate per violino, di sinfonie e, secondo E.L. Gerber, anche di concerti per violino. Nel 1750 compose un Oratorio a due voci "nel celebrarsi le glorie del B. Giuseppe Calasanzio", il cui libretto, di G. Barsotti, fu pubblicato a Venezia nello stesso anno (cfr. C. Sartori, I libretti ital. a stampa…, IV, p. 302). Il G. compose, inoltre, Sei sonate a due violini e violoncello e cembalo (Venezia s.d.), e Sei sonate per due flauti traversi e basso, pubblicate a Londra nel 1755: il che farebbe ipotizzare un suo trasferimento in Inghilterra. Molte composizioni, tra cui le prime sei sonate furono erroneamente attribuite dall'Eitner a Domenico Galli di Parma, vissuto nel XVII secolo, e lo Hucke presume che anche la musica da chiesa tramandata manoscritta, attribuita dall'Eitner al parmense Galli sia da assegnare al Gallo.
Il G. è presente, poi, con una Ouverture in una serie miscellanea di Sei ouverture a più stromentiop. 6, pubblicata a Parigi nel 1758; il G. si trova tra i compositori di una Collection of marches and airs, pubblicata a Edimburgo nel 1761. Infine il catalogo di Breitkopf attribuisce al G. sei Parade Sinfonien, "sinfonie da parata", due concerti per violino e tre sinfonie. Molto interessanti sono le Twelve sonatas for two violins and a bass or an orchestra pubblicate a Londra nel 1780 da R. Bremner e da questo attribuite a G.B. Pergolesi.
Il frontespizio riferisce che i manoscritti di queste sonate erano stati procurati da un "curious Gentleman of Fortune" durante i suoi viaggi in Italia. Esse incontrarono un così ampio consenso che il Bremner poté dare presto alle stampe una seconda edizione; una terza edizione uscì nel 1795. Numerosi critici, tra i quali Ch. Burney, J. Hawkins, F. Walker e lo Hucke, sollevarono dubbi sulla paternità pergolesiana di queste sonate, dubbi determinati all'inizio probabilmente dalle misteriose circostanze in cui le sonate a tre furono pubblicate, cioè circa quarant'anni dopo la morte del loro presunto autore. In realtà esse sono attribuite al G. in diversi manoscritti contemporanei. Lo Hucke notò che cinque delle 12 sonate a tre appaiono in manoscritti italiani del XVIII secolo come opere "del sig. Gallo" ovvero di "Domenico Gallo". Esse sono la n. 2, la n. 6, la n. 7, la n. 9, conservate alla Music Library della University of California at Berkeley (la famiglia Stecchini di Bassano del Grappa venne poi in possesso della raccolta nel 1950) e la n. 10, che è stata rinvenuta sotto il nome di Gallo da F. Degrada in un manoscritto dell'Archivio del Santo a Padova; infine, C. Johansson ha trovato le sonate nn. 1 e 3-12 (così come il basso di tutte e 12) registrate sotto il nome del G. nella Biblioteca della Reale Accademia di musica di Stoccolma. La sonata n. 2, che manca in uno dei manoscritti di Stoccolma, appare in un manoscritto di Berkeley. La sonata n. 6 apparve a Londra in una edizione a stampa nel 1758 e successivamente in un'altra nel 1764 sotto il nome di Domenico Ferrari. Anche questa, però, che tra l'altro è molto diversa dalle altre sonate a tre del Ferrari, è attribuita al G. in almeno tre manoscritti italiani, due conservati a Stoccolma e uno a Berkeley. Il Cudworth, nel 1965, notò che copie manoscritte di alcune di queste sonate attribuite al "sig. Gallo" si trovano, oltre che nella University of California at Berkeley, anche nella biblioteca dei marchesi di Exeter a Burghley House, Stanford. Si pensa, infine, che le 12 sonate a tre furono scritte dal G. poco prima del 1780, anno della loro pubblicazione.
Del G. sono ignoti il luogo e la data di morte.
Fonti e Bibl.: V. Duckles - M. Elmer, Thematic Catalog of a manuscript collection of eighteenth-century Italian instrumental music, Berkeley-Los Angeles 1963, pp. 102-104; The Breitkopf Thematic Catalogue, 1762-1787, Suppl. II, a cura di B.S. Brook, New York 1966, pp. 28, 62, 260; F. Degrada, Le messe di G.B. Pergolesi: problemi di cronologia e d'attribuzione, in Analecta musicologica, III (1966), p. 66; H. Hucke, Die Musikalischen Vorlagen zu Igor Strawinskys Pulcinella, in Helmuth Osthoff zu seinem siebzigsten Geburtstag, Tutzing 1969, pp. 244 s.; C. Johansson, From Pergolesi to G. by the numericode system, in Svensk tidskrift för musikforskning, LVII (1975), 2, pp. 67 s.; M.E. Paymer, G.B. Pergolesi: a thematic catalogue of the Opera omnia, New York 1977, pp. 5-8; H. Hucke, Pergolesi: Probleme eines Werkverzeichnisses, in Acta musicologica, L (1980), 2, pp. 223 s.; C.L. Cudworth, in The New Grove Dict. of music and musicians, London 1980, VII, p. 128; M.E. Paymer - H.W. Williams, Giovanni Battista Pergolesi. A guide to research, New York-London 1989, pp. 10, 16, 156; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 391; R. Eitner, Quellen-Lexikon, III, p. 135; Répertoire international des sources musicales…, II, pp. 67, 276; E.L. Gerber, Historisch-biographisches Lexicon der Tonkünstler, I, p. 469; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Appendice, p. 304.