FISCHIETTI (Fischetti), Domenico
Nacque a Napoli intorno al 1725 da Giovanni, maestro di cappella e compositore.
Giovanni, nato a Napoli il 27 marzo 1692, fu allievo di G. Veneziano al conservatorio napoletano di S. Maria di Loreto; dal 1735 fu chiamato ad insegnarvi quale supplente di F. Mancini con la speranza di succedergli, ma gli fu preferito N. Porpora. Ne seguì una lunga controversia con il conservatorio che dal 1737 si protrasse per anni senza esito positivo. Frattanto, nominato organista della cappella reale nel 1724, rimase in carica fino alla morte, avvenuta a Napoli il 17 febbr. 1743. Si dedicò soprattutto alla composizione di opere buffe, fra le quali si ricordano: La somiglianza e La costanza, ambedue su libretto di B. Saddumene, Roma 1729; Il finto fratello, libretto di G.A. Federico, Napoli 1730; La tresca, libretto di anonimo, ibid. 1731; Il barone della Trocciola, libretto di T. Mariani, ibid. 1736. Due sue cantate, Augelletti che cantate su parole di Isabella Settimo e Da le sfere ruotanti del 1736 furono inserite in Cantatas for single voice with a bas for harpsichord, conservate in manoscritto nella British Library di Londra (Add. Mss. 14109 e 14229).
Il F. fu agli inizi allievo del padre, quindi, entrato come alunno interno nel conservatorio di S. Onofrio, studiò con I. Prota e F. Feo, poi con F. Durante e L. Leo. Esordì come compositore al teatro dei Fiorentini di Napoli con il dramma in tre atti Armindo (libretto di A. Salvi, inverno 1742), quindi, secondo il Florimo, compose la "pazzia pe' museca" in tre atti, L'abate collarone, su libretto in napoletano di A. Trinchera, rappresentato durante la stagione di carnevale 1749 al teatro della Pace, poi riprodotto al teatro Nuovo nel carnevale 1754 col titolo Le chiajese cantatine, con arie aggiunte di N. Logroscino e G. Maraucci quando già da tempo il F. aveva abbandonato Napoli.
Probabilmente intorno al 1753 si trasferì a Venezia, ove conobbe C. Goldoni, con il quale diede inizio ad una proficua collaborazione, contribuendo ad attuare la riforma dell'intermezzo in opera buffa. Già noto negli ambienti musicali italiani per le opere composte durante il periodo napoletano, acquistò notorietà europea con quattro opere comiche composte su libretti goldoniani, tra cui particolannente apprezzate furono Il mercato di Malmantile e Il signor dottore. Attivo a Venezia sino al 1760, il F. si unì poi alla compagnia d'opere comiche Molinari con cui iniziò un'attività itinerante che lo portò in varie città europee, tra cui Praga, ove si stabilì intomo al 1762 e, divenuto direttore della compagnia Bustelli, si dedicò ad una intensa attività teatrale. Nel 1763 fece rappresentare con successo La donna di governo su testo goldoniano, dedicandosi contemporaneamente alla composizione di opere serie.
Rimase a Praga sino al 1765; nello stesso anno il F. seguì la compagnia Bustelli a Dresda. Trovò l'ambiente musicale della città aperto a nuove iniziative; la sua produzione comica fu assai apprezzata e contribuì a consolidare la sua notorietà anche grazie all'interessamento del celebre tenore D. Guardasoni, che allestì e interpretò con successo la sua Nitteti. Frattanto la situazione musicale della città, che dopo la partenza dello Hofkapellmeister J.A. Hasse (1763) e la morte di Federico Augusto II si andava caratterizzando per una riduzione delle sovvenzioni regie alle rappresentazioni di opere serie, i cui allestimenti erano più costosi di quelle comiche, giocò a favore del F., che poté così rappresentare gran parte della sua produzione, accolta con grande favore dal pubblico. Il successo riscosso gli valse la nomina a Hofkapellmeister, che, quale successore di Hasse, gli fu conferita ufficialmente il 3 apr. 1766 con uno stipendio di 600 fiorini annui. La sua attività di compositore fu in questo periodo rivolta soprattutto alla musica sacra e il F. si limitò per lo più ad allestire opere composte precedentemente. Probabilmente entrò in contrasto con le autorità preposte alle attività musicali poiché gli fu negato il rinnovo del contratto e il 1° maggio del 1772 fu costretto a rinunciare all'incarico, che venne assunto da J. Schuster e F. Seydelman, divenuti arbitri della situazione musicale sia per l'attività della cappella sia per l'organizzazione degli spettacoli teatrali.
Lasciata Dresda, il F. si recò a Vienna, ove conobbe il principe arcivescovo di Salisburgo Girolamo Colloredo, che il 5 settembre 1772 lo ingaggiò con un contratto di tre anni quale compositore della cappella del duomo e coadiutore del titolare G.F. Lalli e del vicedirettore L. Mozart. Fattosi presto apprezzare per alcune composizioni sacre e per le opere teatrali, ottenne l'incarico di riorganizzare la vita musicale di Salisburgo. Nominato direttore del teatro e divenuto membro della compagnia del principe Esterházy diretta da F.J. Haydn, fu dapprima vicedirettore e, poi dal 1776 al 1783, Titularkapellmeister della cappella della corte arcivescovile e del duomo di Salisburgo con uno stipendio annuo di 800 fiorini.
Si allontanò da Salisburgo nel 1777, probabilmente per far rappresentare sue opere in Italia, e fu sostituito temporaneamente da G. Rust: tale ipotesi sarebbe avvalorata dal fatto che il F. nello stesso anno si trovava a Napoli per darvi la sua Arianna e Teseo e successivamente a Venezia per La molinara. Nominato insegnante di canto dell'Institut der Domsängerknaben, durante la pennanenza a Salisburgo si dedicò prevalentemente alla composizione di musica di carattere sacro e all'organizzazione della vita teatrale, facendo rappresentare in prevalenza opere buffe. Frattanto il 22 apr. 1775, in occasione della visita a Salisburgo dell'arciduca Massimiliano, fece eseguire una sua serenata contemporaneamente al Re pastore di W.A. Mozart, con cui entrò in competizione. Nonostante avesse dato prova delle sue capacità e godesse della stima dell'arcivescovo, il contratto del F. non venne rinnovato, e anche per il sopraggiungere di una malattia, che probabilmente non gli consentiva di soddisfare in pieno a tutti gli incarichi assunti, dovette allontanarsi dalla corte salisburghese. Il suo nome non appare più sugli almanacchi della corte a partire dal 1784; fu chiamato a succedergli L. Gatti.
Non è improbabile che subito dopo avesse fatto ritorno in Italia, ove era ancora molto apprezzato per la sua produzione teatrale. Si ignora ove e come abbia trascorso gli ultimi anni di vita: secondo il Villarosa era ancora vivo nel 1790, mentre il Florimo sostiene che morì a Salisburgo intorno al 1810, ma nessuna testimonianza ha finora suffragato tale ipotesi.
Tra le sue opere teatrali, rappresentate nei maggiori centri musicali europei, oltre quelle citate si ricordano: Il pazzo per amore, libretto di P. Trinchera, Napoli, teatro dei Fiorentini, carnevale 1752; La finta sposa, libretto di C. Fabbozzi, Palermo, teatro dei marchesi di S. Lucia, carnevale 1753; Artaserse, libretto di L.B. Salvoni, Piacenza, Regio Ducal Teatro, aprile 1754; Lo speziale, libretto di C. Goldoni, Venezia, teatro S. Samuele, 26 dic. 1754, primo atto di C. Pallavicini, e Mantova, teatro Ducale col titolo Lo speziale o la finta ammalata, forse con musica solo del F., 21 genn. 1764, quindi al teatro Dolfin di Treviso col titolo Il bottanico novellista, primavera 1770 (manoscritto conservato nella Oesterreichische Nationalbibliothek di Vienna, Mss. 18061); Solimano, libretto di G. Migliavacca, Venezia, teatro Giustiniani di S. Moisè, carnevale 1755; La ritornata di Londra, libretto di C. Goldoni, Venezia, teatro Grimani di S. Samuele, febbraio 1756, quindi a Dresda, teatro di corte, con il titolo Die Zürackkunft aus London, 26 luglio 1756, e a Praga, teatro nazionale tedesco, carnevale 1757 (ms. conservato nella Oesterreichische Nationalbibliothek di Vienna, Mss. 18062); Il mercato di Malmantile, libretto di C. Goldoni, Venezia, teatro Grimani di S. Samuele, carnevale 1758, a Hannover, teatro Reale (ms. autografo nel Royal College of music di Londra); Il signor dottore, libretto di C. Goldoni, Venezia, teatro Giustiniani di S. Moisè, autunno 1758, e Dresda, teatro di corte con il titolo Der HerrDoctor, inverno 1768 (ms. nella Oesterreichische Nationalbibliothek di Vienna, Mss. 18063); Semiramide, libretto di P. Metastasio, Padova, teatro Nuovo, giugno 1759; La fiera di Sinigallia, libretto di C. Goldoni, Roma, teatro delle Dame, carnevale 1760; Siface, libretto di P. Metastasio, Venezia, teatro S. Angelo, fiera dell'Ascensione 1761; La donna di governo, libretto di C. Goldoni, Praga, Theater in der Kotzen, autunno 1763; Vologeso re dei Parti, libretto di A. Zeno, Praga, 4 ott. 1764 (ms. nella Oesterreichische Nationalbibliothek di Vienna, Mss. 17951); Nitteti, libretto di P. Metastasio, Praga 1765, poi riveduta, Napoli, teatro S. Carlo, 4 nov. 1775 (ms. conservato nella biblioteca del conservatorio di S. Pietro a Maiella); Arianna e Teseo, libretto di P. Pariati, Napoli, teatro S. Carlo, 4 genn. 1777 (ms. ibid.); La molinara, libretto di F. Livigni, Venezia, teatro S. Samuele, carnevale 1778. Inoltre di dubbia attribuzione sono le opere Zenobia (1762); Olimpiade (1763); Alessandro nelle Indie (1764); infine l'intermezzo L'uccellatrice (1769, conservato nella Oesterreichische Nationalbibliothek di Vienna, Mss. 17581) e una riduzione ad intermezzo de Il mercato di Malmantile con il titolo Il Malmantile (Dresd, Sächsische Landesbibliothek, Mss. 203). Il F. compose inoltre l'oratorio La morte di Abele, 1767 (ibid., 108); le cantate Ecco il fatal e Deh, lasciate per soprano e basso continuo (München, Staatsbibliothek).
Musica sacra: nell'Archivio musicale del duomo di Salisburgo si conservano varie composizioni di carattere liturgico, come risulta dal Catalogus musicalis in Ecclesia metropolitana, curato da L. Gatti (cfr. Die Musik in Gesch. …, col. 278). Si ricordano inoltre varie altre composizioni sacre per voci e strumenti conservate in varie biblioteche, tra cui la Sächsische Landesbibliothek e la Katholische Hofkirche di Dresda e la Bayerische Staatsbibliothek di Monaco. Sue arie furono pubblicate in Journal d'ariettes italiennes des plus célèbres compositeurs... di A. Bailleux, Paris 1779-1795.
Compositore particolarmente apprezzato per le opere di genere buffo, il F. raggiunse fama europea soprattutto per l'attività svolta presso le corti di Drescla e di Salisburgo, ove ricoprì incarichi di rilievo anche in settori lontani dalla sua indole. Assai felice si rivelò la sua produzione teatrale su libretti goldoniani, in cui rivelò la capacità di fondere i caratteri della migliore tradizione napoletana con le innovazioni apportate dalla riforma teatrale del commediografo veneziano; taluni tratti della sua scrittura, quali la fluidità discorsiva dei recitativi e i frequenti riferimenti alla musica popolare, oltre agli apporti di una originale concezione degli effetti teatrali, si manifestano in gran parte delle sue opere comiche e si rivelano come felice sintesi degli stilemi della scuola napoletana e di quella veneziana. Emulo di B. Galuppi, con cui collaborò in alcuni pasticci londinesi del 1769, si mostrò maestro nell'arte del contrappunto e seppe creare soluzioni comiche di particolare effetto Soprattutto nel trattamento degli archi. Particolare successo riscosse con le opere Il signor dottore e Il mercato di Malmantile, ambedue su testo goldoniano, in cui contemperò l'esperienza napoletana modellata sulle forme derivate dalla grande tradizione partenopea rappresentata da G.B. Pergolesi, N. Piccinni, G. Paisiello, da cui derivò il gusto per la fluida e scorrevole cantabilità, e le tendenze innovatrici della scuola veneziana individuabili nella maggior cura conferita all'orchestra e nella sapiente ma contenuta scrittura vocale derivatagli dall'esperienza maturata a contatto con i più grandi virtuosi del tempo, quali G.F. Tenducci detto il Senesino, Alma Lucia De Amicis Buonsollazzi, Caterina e Francesca Gabrielli, G. Pacchierotti, cui spesso affidò l'interpretazione delle sue opere.
Non meno interessante fu, nel campo dell'opera seria, la sostituzione dell'aria col da capo con grandi arie in due parti, così come in quella buffa differenziò in maniera ben definita le parti comiche da quelle serie, le quali, sotto l'influsso della satira goldoniana, divengono spesso oggetto di ironica parodia. Meno interessante ma non priva di pregi si rivela la sua copiosa produzione sacra, in cui diede prova di possedere una tecnica agguerrita, asservita tuttavia alle esigenze espressive che si manifestano soprattutto nell'assenza di manierismi convenzionali, grazie anche ad una accurata scrittura orchestrale che risentì dello stile haydniano ed in genere della concezione strumentale del classicismo viennese.
Fonti e Bibl.: C.A. De Rosa marchese di Villarosa, Memorie dei compositori del Regno di Napoli, Napoli 1640, p. 80; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori, II, Napoli 1882, pp. 262, s.; O. Teuber, Gesch. derPrager Theaters, I, prag 1883, ad Indicem; H. Kretzschmar, Führer durch den Konzertsaal, II, 2, Leipzig 1888, pp. 62 s., 84; M. Scherillo, L'opera buffa napoletana, Napoli 1916, p. 257; R. Haas, Beitrag zur Gesch. der Oper in Prag und Dresden, in Neues Archiv für sachsische Gesch. und Altertumskunde, XXXVII (1916), pp. 68-96; R. Englander, D.F. als Buffokonponist in Dresden, in Zeitschrift für Musikwissenschaft, II(1919-1920), pp. 321-422; A. Della Corte, L'opera comica italiana nel '700, I, Bari 1923, pp. 119-126; W. Boliert, Die Buffoopem B. Galuppi (diss.), Berlin 1935, ad Indicem; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, pp. 391 s.; Tabulae codicurn manuscriptorum praeter. Graicos et Orientales in Bibliotheca Palatina Vindobonensi osservatorum, X, Graz 1965, ad Indicem; A. Schering, Gesch. des Oratoriums, Wiesbaden 1966, pp. 178, 224, 230; O.G.Th. Sonneck, Catal. of opera librettos printed before 1800, New York 1967, I, pp. 226, 279, 400, 502; II, pp. 753, 770, 939, 986, 1004, 1006, 1025; III, pp. 1499 s.; C. Sarton, I libretti a stampa dalle origini al 1800, Cuneo 1990-1994, Indici. I, p. 385 (s. v. Fischietti); Catalogue of manuscript music in the British Museum, London 1908, pp. 158, 513 (per Giovanni); A. Wotquenne, Catal. de la Biblioth. du Conservatoire royal de musique, I, Bruxelles 1898, p. 437; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, III, pp. 470 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 547, e Suppl., pp. 309 s.; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, IV, coll. 277 ss.; Encicl. dello spettacolo, V, coll. 404 s.; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, pp. 615 s.; Diz. encicl. univers. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 744; The New Grove Dict. of opera, II, pp. 220 s.; H. Abert, W.A. Mozart, Milano 1985, I, pp. 34, 296, 435, 462; III, p. 315; Répert. intern. des sources musicales. Récueils imprimés XVIII siècle, pp. 178, 192, 205.