FERRI, Domenico
Nato a Castel di Lama (Ascoli Piceno) il 22 apr. 1857 da Emidio e da Francesca Carloni, rivelò prestissimo la sua attitudine alla pittura ed a soli otto anni decorava i soffitti della casa paterna (ora distrutta; Marcozzi, 1982). Destinato dai genitori alla carriera ecclesiastica, pur frequentando il seminario, non assecondò le ambizioni familiari (Nardini, 1906, p. 181) e, trasferitosi con la famiglia ad Ascoli, si iscrisse su consiglio del pittore G. Cantalamessa all'Accademia di belle arti di Firenze. Nel 1875 eseguì due ritratti di Rossini e Mercadante, realizzati per la sala della Filarmonica di Ascoli; dello stesso anno è il ritratto della cantante Clarice Marini (ibid.).
Dal 1876 al 1879 frequentò l'Accademia fiorentina, dove seguì i corsi di G. Ciaranfi, e, dopo un breve soggiorno romano, frequentò l'Istituto di belle arti di Napoli come allievo di D. Morelli. L'alunnato napoletano fu fonte di suggestioni variegate che andavano dalle gustosità spagnolesche diffuse in Italia da M. Fortuny alla sapienza accademica del Morelli, anche se maggiore attenzione il F. riservo sempre alle soluzioni stilistiche di F. P. Michetti (Necr.).
Tornato nelle Marche, nel 1883 si sposò con Camilla Mazzocchi, da cui ebbe sei figli.
Nel 1887 decorò il soffitto del teatro di Monte Lupone (Macerata; De Gubernatis, 1906, p. 201). Nello stesso anno presentò all'Esposizione di Venezia tre dipinti: Il mago, Le vittime delmare e Il Paganini del villaggio (Ascoli Piceno, Pinacoteca civica), fortunatissimo dipinto dagli echi morelliani (De Gubernatis, 1906, p. 201), riproposto in mostra nel 1890 a Roma all'Esposizione di belle arti, dove ricevette un premio, insieme con Marina e Calore e giovinezza e due pastelli (Figura dicontadino e Madre con bimbo in braccio: Fleres, 1890).
Nel 1894, su incarico del capitolo della cattedrale di Ascoli, portò a termine un trittico, di cui aveva disegnato anche la cornice dorata, per uno degli altari della cripta: nel pannello centrale S. Emidio, primo vescovo di Ascoli assiso introno in atto di benedire iss. Euplo, Germano e Valentino, ai suoi piedi; nei pannelli laterali S. Benedetto e S. Cristanziano (Luzi, 1894, pp. 190 s.). Ancora nel 1894 partecipò all'Esposizione di Vienna (Künstlerhaus); la sua attività proseguì nel 1898 con le mostre di Torino e Monaco, dove ritornò nel 1900 e nel 1901, anno in cui fu presente anche a Firenze con il dipinto Ritorno dalla pesca (Comanducci). Nel 1895 affrescò il soffitto della sala consiliare di Ascoli (ora parte della Pinacoteca civica) raffigurante un'Allegoria della guerra sociale di Ascoli contro Roma.
Nel 1896 fu nominato professore aggiunto all'Accademia di belle arti di Bologna (fu confermato nell'incarico come professore ordinario nel 1905). Trasferitosi nella città, concluse in collaborazione con l'ornatista A. Mosca la decorazione della cupola e dell'abside della chiesa di S. Maria Maddalena con l'Apoteosi della santa e le figure degli Evangelisti nei pennacchi (Nardini, 1906, p. 181, con riproduzione di due bozzetti per il S. Marco e il S. Giovanni; Ricci-Zucchini, 1968, p. 99).
Nel 1906 completò nella collegiata di S. Lorenzo a Spello l'affresco con S. Bernardino da Siena che dona al popolo diSpellol'icona della Madonna (Comanducci; Peppoloni-Fratini, 1978, p. 70, dove l'opera è datata 1911).
Ancora nel 1906 gli venne affidato l'incarico di affrescare la nuova sala consiliare del palazzo della Provincia di Ascoli, sulla base di un bozzetto precedentemente presentato: il fulcro della complessa decorazione risiede nell'allegoria avente per tema la provincia di Ascoli risorta a nuova vita sulle rovine antiche ed all'epoca rifiorente nell'agricoltura e nell'industria; alle pareti due fregi, in basso il primo con ruderi romani, in alto il secondo con scene di paesaggio di località marchigiane, al centro figure allegoriche: La Legge regolatrice degli atti civili, le Città di Ascoli e Fermo, infine le Attività industriali (Riv. march. ill., 1906; Cuppini, 1991, p. 393, che titola diversamente: Fertilità del Piceno, le Attività industriali, la Vita amministrativa).
Negli anni dal 1907 al 1913 proseguì la sua attività espositiva: a Firenze, nell'ambito dell'attività dell'Associazione degli artisti italiani, partecipò alla mostra del 1907-08 (Thieme-Becker), del 1908-09 (Farfalle bianche, Madre; cfr. catal. d. IV Espos., p. 131), del 1911-12 (Thieme-Becker) e del 1913 (ripresentò ancora Farfalle bianche, cfr. catal. d. VIII Espos., p. 173); nel 1912 partecipò anche alla Biennale di Venezia con Ritratto di signorina (cfr. catal., p. 98).
A Bologna nel 1913 realizzò l'affresco con il Sacro Cuore di Gesù, nel catino dell'abside della chiesa omonima, distrutto nel 1929 in seguito al crollo della cupola; questo fu l'ultimo lavoro a fresco del F. che, colpito da paralisi nel 1916, dovette abbandonare l'attività didattica e quella artistica. Nel 1924 fu nominato professore emerito dell'Accademia di belle arti di Bologna; lo stesso anno fu eletto cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia.
Morì a Bologna il 1º genn. 1940.
Nel 1919 alla Mostra ascolana furono esposti Brumaio e Marina, mentre nel 1924 i suoi allievi ed estimatori organizzarono a Bologna una mostra che raccolse gran parte della sua produzione da cavalletto (Mostra personale di D. F.,Bologna 1924). Sono numerosi i dipinti del F., tra cui vari ritratti, che si conservano in collezioni private: alcuni presso gli eredi Ferri Cataldi a Grottammare (dei quali si ricordano tra gli altri Ritratto della figlia Zoe; Testa del figlio; Festa dei fiori; S. Bernardino) e presso G. D. Ferri Cataldi (tra gli altri, Ritratto del figlio Ivo; Ritratto di donna; Ritratto della moglie Camilla). Degli altri ritratti noti meritano di essere menzionati quello di Enrico Silvani, presso la Cassa di risparmio di Bologna, e il ritratto del Senatore Marco Spariglia, presso gli uffici comunali di Ascoli Piceno.
Fonti e Bibl.: Necr. in Il Resto del Carlino, 2 febbr. 1940; U. Fleres, Prima Esposizione della Città di Roma, in Archivio storico dell'arte, III (1890), p. 245; E. Luzi, Cenno storico critico descrittivo della cattedrale basilica di Ascoli Piceno, Ascoli Piceno 1894, pp. 190 s.; Gli affreschi della nuova sala provinciale di Ascoli, in Riv. marchigiana illustrata, I(1906), 4, p. 135; R. Nardini, D. F., ibid., 6, p. 181; A. De Gubernatis, Diz. degli artisti italiani viventi, Firenze 1906, p. 201; L. Callari, Storia dell'arte contemporanea italiana, Roma 1909, p. 364; Mostra personale di D. F., Bologna 1924; Guida d'Italia del T. C. I., Marche, Milano 1962, pp. 455 s., 458; C. Ricci-G. Zucchini, Guida di Bologna, Bologna 1968, pp. 99, 132; F. Varignana, in Le collezioni della Cassa di risparmio di Bologna, Bologna 1972, p. 456; V. Peppoloni-C. Fratini, Guida di Spello, Spello 1978, p. 70; Alfonso Rubbiani ... (catal.), Bologna 1981, pp. 470 s., 473; G. Marcozzi, in Castel di Lama. Storia di un castello e di una Comunità, a cura di G. Marucci, Ascoli 1982, pp. 293-299; S. Cuppini, La pittura dell'Ottocento nelle Marche, in Lapittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, I, pp. 393 s.; A. M. Bessone Aurelj, Dizionario dei pittori italiani, Città di Castello 1915, p. 255; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 482; A. M. Comanducci, Diz. illustrato dei pittori... italiani moderni e contemp., II, p. 1206; Diz. enc. Bolaffi dei pittori... ital., IV,pp. 414 s.