DOMENICO di Cristoforo
Pittore attivo a Siena nel corso dei secolo XV, era figlio di un maestro Cristoforo, anch'egli pittore, identificato dallo Zani (1823) con Cristoforino di Francesco e dal Romagnoli (c. 1835) con Cristoforo di Benedetto; più probabilmente il padre di D. doveva essere quel Cristoforo di Benoccio o Nuccio de' Ponzi, abitante nel "popolo" di S. Cristoforo, artista che univa alla sua operosità pittorica una vivace attività politica, avendo rivestito a Siena numerose cariche pubbliche (Milanesi, 1854, p. 29; tuttavia non è affatto accertato che il nome Ponzi sia da considerarsi cognome della famiglia). Anche D. ebbe un figlio, Girolamo, che fu pittore e architetto (U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXVII, p. 244 S. V. Ponsi, Girolamo di Domenico de').
Non ci è nota la formazione artistica del pittore dei quale non restano opere, ma solo notizie documentafie, la prima delle quali risale al 1428, quando il suo nome compare scritto nel "breve" dell'arte dei pittori senesi (Milanesi, 1854). Tale data, che corrisponde all'inizio del breve nel quale venivano annotati, aggiungendoli di volta in volta, i nomi dei pittori che entravano a far parte di quell'arte, non può essere considerata troppo indicativa per l'inizio dell'attività di D.; infatti, la trascrizione del nome del pittore, che non si trova nelle prime posizioni, rispetto all'elenco dei nomi riportati nel breve, ci induce a pensare che l'anno 1428 possa essere considerato solo un post quem rispetto all'ingresso dell'artista nel ruolo dei pittori che, con ogni probabilità, avvenne solo più tardi.
Al 1441 risale la prima attività documentata di D., relativa ad alcune pitture eseguite per l'Opera del duomo di Siena, in collaborazione con Agostino di Marsilio, pittore bolognese attivo in quegli anni nella città per commissioni di una certa importanza, avendo lavorato, oltre che per il duomo di Siena, per l'ospedale di S. Maria della Scala e per la chiesa di S. Bernardino (Romagnoli, c. 1835). La collaborazione con Agostino di Marsilio continuò ancora nell'anno successivo; infatti nel 1442 dipinse insieme con lui, per la cattedrale di Siena, sulla parete dove oggi si apre l'ingresso alla Libreria Piccolomini, la lunetta sopra l'altare di S. Tommaso come attesta un documento conservato nell'Archivio dell'Opera del duomo (Milanesi, 1854).
Nel 1443 e nel 1444 il pittore è nominato in alcuni documenti dell'ospedale di S. Maria della Scala: la prima nota documentaria riguarda i pagamenti ricevuti dal pittore per alcuni lavori, non meglio precisati, da lui compiuti per l'ospedale nel 1443 (e questo fa credere al Romagnoli, senza avere tuttavia altro appoggio documentario, che il pittore fosse aiuto di Domenico di Bartolo Ghezzi nelle pitture per il pellegrinaio dell'ospedale, che venivano compiute in quegli anni); il 6 giugno del 1444 vengono pagate a D. venticinque lire per la "dipignitura d'una Madonna di manno per la chiesa dell'Ospedale" (Liberati, 1926-27), per il quale il pittore prestò la sua opera ancora per un ampio arco di tempo, come attestano le ricevute di alcuni pagamenti a lui corrisposti tra il 1449 e il 1458. Il 28 febbr. 1449 è citato infatti per alcune pitture nella cappella del Beato Bernardo (Arch. di Stato di Siena, Spedale, Libro nero dei creditori e debitori, Conti correnti dal 1448 al 1454, n. 568, c. 325v) e il 24 genn. 1458 riceve "sol. quaranta ... per dipignare in sala Nova" (ibid., Conti correnti dal 1455 al 1460, n. 569, c. 296).
Dopo un lungo intervallo di tempo D. ricompare ancora nelle paghe dei libri dell'ospedale nel 1474 "per la dipentura di 54 quadri" e nel 1475 "per la manifattura di parte delle fascè ... sotto il palcho de la chiesa nuova e per horo messo ne le cornici et messole" e ancora per "dipentura e nettatura de le chappelle e voltarelle ... in Pellegrinaio" (Ibid., Libro azzurro, Conti correnti dal 1474 al 1484, n. 578, cc. 18, 57). L'ultimo pagamento a D. registrato nei libri dell'ospedale, datato 3 apr. 1483, riguarda "la fattura e dipentura di 3 treangoli grandi che si mettono a le boche cho l'arme del popolo ... per acconciature del treangolo picholo, per due paia di dopieri e per 67 schudi e targhe dipinte co più armi per la nostra festa di S. Maria di marzo" (ibid., Conti correnti dal 1482 al 1490, n. 574, c. 60).
Dalle annotazioni contenute in un volume di Deliberazioni della Compagnia di S. Girolamo sotto lo Spedale si ricava che già nel 1445 D. era "fratello" di quella confraternita e che quattro anni dopo svolgeva, per questa, funzioni di sagrestano; nello stesso volume è riportata, sotto il nome del pittore, una postilla che ne indica la data di morte nell'anno 1485 (Romagnoli, c. 1835).
Fonti e Bibl.: Oltre ai documenti citati all'intemo della voce cfr.: Siena, Bibl. comunale, ms. L. V. 14: F. Montebuoni, Notizie dei pittori senesi (1717), cc. 41, 44v; Ibid., ms. L.V. 16: G.C. Carli, Selva di notizie per la storia de'Pittori, scultori e architetti senesi (seconda metà XVIII sec.), c. 224v; G. Della Valle, Lettere sanesi sopra le belle arti, I, Roma 1785, p. 161; Siena, Bibl. comunale, ms. E. VI. 20: G. Faluschi, Memorie, descrizioni... (1821), cc. 72v, 74; P. Zani, Enc. metodica critico-ragionata delle belle arti, I, 17, Parma 1823, p. 257; E. Romagnoli, Biografia analogica di bell'artisti senesi, IV [c. 1835], Firenze 1976, pp. 467-70; G. Milanesi, Documenti per la storia dell'arte senese, II, Siena 1854, p. 319; N. Mengozzi, Il Monte dei paschi, in Arte antica senese, II (1905), p. 505; A. Liberati, Nuovi documenti artistici dello Spedale di S. Maria della Scala in Siena, in Bull. senese di storia patria, XXXIII-XXXIV (1926-27), 2, pp. 159 s.; A. Lusini, Il duomo di Siena, II, Siena 1939, pp. 47 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, p. 404.