DOMENICO di Bartolo
Pittore senese vissuto dal 1400 circa, fin verso il 1445. Mosse, pare, da Taddeo di Bartolo, ma già nella sua prima opera datata, la Madonna nell'Accademia senese (1433) risente del Rinascimento; e quattrocentesca è l'impostazione del riquadro con l'imperatore Sigismondo, disegnato l'anno dopo per l'impiantito del Duomo. Tralasciando altre opere perdute, o minori, è da ricordare il suo polittico oggi nella pinacoteca di Perugia (1438), nel quale con buoni effetti decorativi è congiunta una certa incisiva durezza; e soprattutto il ciclo di affreschi nel Pellegrinaio dello Spedale della Scala di Siena (1440-1444), dove una fantasia illustrativa senese si unisce a un complesso di ricordi stilistici fiorentini, appresi anche dalle loro risonanze umbre. Nel rappresentare le opere di misericordia compiute dal sodalizio tirò grandiose e minuziose architetture, moltiplicò gli episodî, insisté nei ritratti, fu preciso e fastoso. Arte non grande, ma piacevole per il suo valore narrativo, unito a intenti di decorazione. Fra le opere che gli sono state attribuite, notevole una scatola dipinta, già nella coll. Figdor a Vienna; e un busto di Maria nel Refugio di Siena.
Bibl.: Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XIII, 1920; P. Toesca, Una scatola dipinta da D. di B., in Rass. D'arte senese, XIII (1920), p. 107, segg.; F. Bargagli Petrucci, Il Pellegrinaio, ibid., XIV (1921), p. 21 segg.; R. van Marle, The Development of the Italian Schools of Painting, IX, Aia 1927, p. 533 segg.; A. Liberati, Nuovi documenti sul Pellegrinaio, ecc. in La Diana, IV (1929), p. 139 segg.; C. Brandi, Die Verkündigung in S. Pietro a Ovile, in Mitteilungen des kunsthistorischen Inst. in Florenz, III (1931), p. 3.