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DALLA BELLA, Domenico

di Danilo Prefumo - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 31 (1985)
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DALLA BELLA (Della Bella), Domenico

Danilo Prefumo

Poco o nulla si sa della vita di questo musicista, nato forse a Treviso, che sembra non aver lasciato traccia alcuna del suo passaggio, all'infuori di un gruppo quantitativamente abbastanza modesto - ancorché di notevole interesse - di opere musicali. Anche il suo nome non può essere stabilito con esattezza, ricorrendo in lezioni diverse persino nei manoscritti, mentre il frontespizio della sua unica opera a stampa pervenutaci, una raccolta di dodici Sonate a tre, lo presenta come "Dalla Bella". Tra i dati biografici certamente a lui riferibili vi è quello di una sua attività come maestro di cappella nel duomo di Treviso, al principio dei XVIII secolo. Nei primi anni dei '700 il D. pubblicò, presso l'editore Sala di Venezia, una raccolta di dodici sonate da chiesa a tre, raccolta che fu poi ristampata, tra il 1704 e il 1710, dall'editore Roger di Amsterdam, col titolo di Suonate da chiesa à tre, due violini e violoncello obligato (sic) col basso per l'organo op. I; mentre non si trova oggi alcuna copia dell'edizione veneziana del Sala, è sopravvissuto un solo esemplare dell'edizione olandese, attualmente conservato presso la British Library di Londra. Priva di fondamento sembra invece l'asserzione del Forino, secondo cui il D. avrebbe pubblicato presso l'editore Sala di Venezia anche un concerto per violoncello. È tuttavia probabile che il compositore avesse una certa dimestichezza con questo strumento, come lasciano supporre quattro sue sonate manoscritte per violoncello e basso continuo, e la ricca parte di "violoncello obbligato" delle Sonate à tre.

Il settore più cospicuo ed interessante della produzione musicale del D. è quello delle opere vocali sacre (tredici in tutto); la maggior parte dei manoscritti, un terripo appartenuti al musicologo austriaco Raphael Georg Kiesewetter, sono ora custoditi presso la Oesterreichische Nationalbibliothek diVienna; altri due manoscritti sono invece in possesso della Deutsche Staatsbibliothek di Berlino e della Bibl. Proske di Ratisbona.

Attivo in una città poco distante da Venezia, il D. fu fortemente influenzato dagli esempi che gli provenivano dalla vicina e fiorente scuola veneziana. Spirito fondamentalmente conservatore, il D. preferì ispirarsi, nelle sue opere sacre, soprattutto ai modelli più severi di A. Lotti e B. Marcello, piuttosto che a quelli stilisticamente più moderni di Vivaldi. Non è dunque difficile cogliere nella sua produzione sacra (comprendente anche sei messe) una netta differenziazione stilistica e linguistica tra opere "a cappella" o con eventuali strumenti "ad libitum" e le opere concertate. Le tre messe a quattro voci (una delle quali con violini "ad libitum") e il Kyrie e Gloria a tre voci sono in perfetto stile osservato, "alla Palestrina", e presentano una ricca elaborazione contrappuntistica (una messa è completamente carionica). Le due messe da requiem a quattro voci, di attribuzione non del tutto sicura, utilizzano melodie gregoriane; una di esse è scritta per sole voci maschili (due tenori, baritono e basso). L'influenza della scuola veneziana e poi evidentissima nelle composizioni policorali.

Le opere concertate con strumenti, di stile più moderno, mostrano una scrittura sostanzialmente omofonica. Le imitazioni, in genere scarse e piuttosto brevi, raramente seguono lo scherna dell'"entrata alla quinta"; una fuga corripare al termine del Veni Creator. Il Gloria a 4 voci e il Salve Regina rivelano una elaborazione tematica Annolto sviluppata e un grande virtuosismo degli "a solo".

Anche nelle opere strumentali è possibile cogliere lo stretto legame che unisce il D. alla scuola musicale veneziana (e in particolare a Benedetto Marcello). A Marcello rimandano soprattutto le quattro sonate manoscritte per violoncello e basso continuo, tre delle quali oggi in possesso della Oesterreichische Nationalbibliothek di Vienna ed una custodita alla Staatsbibliothek der Stiftung Preussischer Kulturbesitz di Berlino-Dahlem. Queste sonate sono tutte in quattro tempi, secondo lo schema tipico della sonata da chiesa, adagio-allegro-adagio-allegro. In una sola di queste sonate, la seconda in do maggiore della Oesterreichische Nationalbibliothek di Vienna, troviamo un movimento di danza (una giga). Il movimento più importante della composizione è solitamente il terzo (con la sola eccezione della seconda sonata in do maggiore di Vienna, in cui costituisce un insignificante "ponte" di sole tre battute); in genere scritto nella tonalità della relativa minore, questo terzo tempo ha sovente un'inflessione lirica e cantabile, massime nella sonata in la maggiore.

Tecnicamente, le tre sonate manoscritte di Vienna non presentano particolari difficoltà; in altezza non viene mai superato il sol 3, mancano quasi completamente passaggi accordali e anche la tecnica dell'arco non risulta particolarmente avanzata. La sonata in la maggiore di Berlino-Dahlem, al contrario, richiede notevoli prestazioni tecniche. La parte solistica si spinge nel quarto movimento fino al do diesis e sono frequenti i passaggi in doppie corde e gli accordi.

Di notevole interesse sono anche le Dodici suonate da chiesa à tre, due violini e violoncello obligato col basso per l'organo op. 1; articolate di solito in quattro movimenti, rivelano ancora una volta l'ottima cultura contrappuntistica del maestro di cappella trevigiano e i suoi legami con la tradizione corelliana.

Le composizioni sacre (tutte conservate in manoscritto, salvo diversa indicazione, alla Oesterreichische Nationalbibliothek di Vienna sono: Missa brevis à 8 voci per due cori e violini (Kyrie, Gloria, Credo) due Messe à 4 voci (senza Benedictus e Dona), Messa à 4 voci con violiniad libitum (Kyrie, Gloria, Credo); Kyrie e Gloria a 3 voci; Gloria a 4 voci con violini obbligati; Messa da Requiem à 4 voci a cappella, cioè due tenori, baritono e basso; Messa funebre a quattro voci; Te Devm a 6 voci con strumenti ad libitum; Salmi di terza con violini à 8 voci in due cori; Domine ad adiuvandum con strumenti a 4 voci concertato con violini; Gloria à 4 voci con violini e ripieni (ms. alla Deutsche Staatsbibliothek di Berlino); Haec Dies (ms. alla Biblioteca Proske di Ratisbona).

Le composizioni strumcntali sono: quattro sonate per violoncello e basso continuo (due in do maggiore, una in si bemolle maggiore.. ms. alla Oesterreichische Nationalbibliothek di Vienna - una in la maggiore, ms. alla Staatsbibliothek der Stiftung Preussischer Kulturbesitz di Berlino-Dahlem); Dodici suonate da chiesa à tre, due violini e violoncello obligato col basso per l'organo op. 1, Amsterdam, tra il 1704 e il 1710 (unica copia esistente presso la British Library di Londra).

Bibl.: L. Forino, Il violoncello, il violoncellista ed i violoncellisti, Milano 1905, p. 342; R. Haas, Die estensischen Musikalien, Regensburg 1927, p. 80; E. B. Schnapper, The British Union Catalogue of Early Music..., I, London 1957, p. 97; W. S. Newman, The Sonata in the Baroque Era, Chapell Hill 1959, p. 179; U. Zingler, Studien zur Entwicklung der italienischen Violoncellsonate von den Anfängen bis zur Mitte des 18. Jahrhunderts, Frankfurt am Main 1967, pp. 91 s.; Die Musik in Gesch. u. Gegenwart, XV, s. v. Della Bella, Domenico, coll. 1748 s.

Vedi anche
Antonio Vivaldi Musicista (Venezia 1678 - Vienna 1741). Studiò col padre, Giovanni Battista, violinista della cappella di San Marco, e forse con G. Legrenzi. Di salute cagionevole, fu ordinato sacerdote nel 1703, e nello stesso anno assunse l'incarico di insegnante di violino presso il conservatorio femminile annesso ... basso In musica la più grave tra le voci maschili (per l’estensione ➔ voce). In senso lato si dice basso la parte più grave di una polifonia, sia armonica (per es. la nota inferiore d’un accordo), sia contrappuntistica (la melodia sottoposta alle altre). In una composizione orchestrale, si indicano come basso ... violoncello Strumento musicale ad arco, con 4 corde accordate per quinta (do1, sol1, re2, la2), appartenente alla famiglia del violino, della viola e del contrabbasso, nella quale occupa il posto del tenore o del baritono, con un’estensione dal do1 al mi5. Derivato nel 16° sec. dalla viola da gamba di registro basso, ... contrappunto L’arte di combinare più melodie contemporaneamente, nata nel Medioevo con la pratica polifonica, dalla sovrapposizione nota contro nota (punctum contra punctum) di una seconda linea melodica, detta discanto, al canto dato, detto tenor. Quando le melodie combinate in contrappunto siano tali da consentire ...
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