DAL PANE (Dal Pane, Del Pane, Pane), Domenico
Nato a Roma negli anni tra il 1625 e il 1630, le frammentarie e spesso contraddittorie notizie biografiche che riguardano questo soprano evirato si ricavano esclusivamente dalle defficatorie che accompagnano le sue opere, dai Diarii dei cantori della Sistina e dalle filze di famiglie principesche romane e di istituti religiosi presso cui il musicista prestò servizio. Nella dedica che appare sui Mottetti del 1675 il D. ci informa che fin dai suoi "teneri anni" aveva fatto parte dei coro di S. Maria Maggiore e "l'haver quivi, sotto l'impareggiabile disciplina di Antonio Maria Abbatini per lo spazio di un lustro appreso tal facoltà nella Musica che mi portò al servitio di più Teste coronate, e della istessa Cappella Pontificia". L'affermazione di essere stato al servizio di "più teste coronate" non appare sincera in quanto risulta certa soltanto la sua permanenza, tra il 1650 e il 1654, alla corte di Vienna sotto il regno di Ferdinando III mentre la sua quotidiana presenza a Roma negli anni che seguono il 1654 viene testimoniata dai Diarii della Sistina. La partecipazione del D. al coro di S. Maria Maggiore sembra si sia protratta per molti anni anche se egli figura salariato fisso soltanto dal settembre 1641 al marzo (o aprile) 1643. Nel Libro dè Punti del 1649 in data 17 ottobre viene descritto, con una dovizia di particolari da riempire due fitte pagine, un incidente che vide protagonisti alcuni cantori della Sistina distaccati per il Salve alla cappella Borghese di S. Maria Maggiore che si rifiutarono di cantare perché era stato designato "il giovinetto castrato Pani ad alzar la battuta mentre si cominciavano le letanie... dando a vedere esser vero che loro non vogliono essere a cantare dovè il Pani" (Capp. Sist. Diar. n. 68). Il sopranista figura nel coro del Collegio Germanico di S. Apollinare nel 1645-46 e in quello della Chiesa Nuova nel 1649. Nel 1650 si trasferì a Vienna dove rimase fino a quando "vacò nella Cappella Pontificia il luogo d'un Soprano e per provvederlo fu stabilito il concorso pe'l 3 di Febbraio 1654 e fattomi intendere in Roma, ch'in tal congiuntura mi sarei volentieri ripatriato il Sommo Pontefice Innocenzo X hebbe la benignità di differire l'elettione fino al primo di Giugno, perché impetrata la licenza dalla Cesarea Maestà di Ferdinando III a cui io servia, avessi il comodo di portarmi a Roma, come seguì" (dalla dedica alle Messe del 1687). Nel Libro dè Punti del 1654 viene raccontato l'intervento del papa per impedire questo concorso e imporre d'autorità l'incarico al D. che nell'occasione viene presentato come "musico di camera di Donna Olimpia Panfily" (Capp. Sist. Diar. n. 72). Il D. rimase il resto della sua vita alla Sistina percorrendo le tappe di una carriera comune a tutti i componenti della cappella perché regolamentata in modo che ogni cantore si avvicendasse ad un altro negli incarichi più importanti. Egli divenne puntatore nel 1664 e maestro di cappella nel 1669. Nel Libro dè Punti di dieci anni dopo (n. 98) in data 11 giugno si legge: "il Sig. Del Pane questa mattina si è licentiato dal servitio di Cappella et con bellissima maniera, è modestia per aver fatto il corso e prestato il servitio con ogni diligentia e compito i 25 anni conformi al Bollo di Sisto Quinto". Per quanto vistosamente incompleti si possono seguire alcuni itinerari del D. al di fuori della Sistina: il 31 genn. 1656 egli ricoprì il ruolo de "la Colpa" nel dramma Il Trionfo della Pietà ossia La Vita Humana di Giulio Rospigliosi con musiche di M. Marazzoli, che fu fatto rappresentare in onore di Cristina di Svezia dai principi Barberini "sontuosamente nel lor palazzo alle quatro fontane" (G. Priorato, p. 286). Il 15 ag. 1658 il nome del D. compare nelle filze dell'Archivio di S. Luigi dei Francesi e vi riappare poi per tutti gli anni che vanno dal 1660 al 1664 con uno stipendio di tre scudi al mese. Erano gli anni in cui alla Congregazione dei Francesi dominava la grande personalità dell'Abbatini, maestro di cappella di S. Luigi, il quale ogni qual volta se ne presentasse l'occasione chiamava presso di sé il Dal Pane. Nel 1667, anno della morte dell'Abbatini, il D. per onorarne la memoria fece stampare dal Mascardi le Antifone che il suo antico maestro aveva composto nel 1661 e che erano rimaste inedite. Il sopranista prese parte ai vespri della cappella Chigi di S. Maria del Popolo ogni 8 settembre degli anni 1657, '58, '67 e '68. Tra il 1658 e il 1663 D. frequentò la residenza estiva dei Pamphili a Frascati e prese parte alla quaresima dell'oratorio al Crocifisso il 24 febbr. 1679. Il suo nome figura nella lista dei musici per il secondo o ratorio di S. Marcello il 15 marzo 1675 con uno stipendio di uno scudo al mese che nelle filze degli anni 1677-'79 si ritrova aumentato a 1,20. Ancora nel 1682 egli appariva nella lista dei signori musici invitati per il primo oratorio del SS. Crocifisso di S. Marcello. Questa sua ultima partecipazione sembra essere in contrasto con la confessione che si trova nella dedica alle Messe del 1687: "Ottenuta la giubilazione [nel 1679] e perduta l'habilità del cantare, per non rimanere infruttuoso m'applicai alla tessitura delle presenti e altre Messe".
Del D. sono note le seguenti composizioni musicali, stampate a Roma da V. Mascardi e dai successori: Madrigali a Cinque voci col Basso continuo se piace... Opera Prima, 1652; Motetti a Due, Tre, Quattro e Cinque voci... Libro Primo Opera Seconda, 1675; Sagri Concerti ad' Honore del Santissimo Sagramento a Due, Tre, Quattro e Cinque Voci... Libro Secondo, Opera Terza, 1675; Secondo Libro dè Madrigali a 5 voci, Opera Quarta, 1687; Messe... a Quattro, Cinque Sei e Otto Voci, Estratte da esquisiti Motetti del Palestrina... Opera Quinta, 1687. Nella Biblioteca Apostolica Vatic. (Fondo Capp. Sist.) siconservano: Missa Homo quidam a Cinque Voci (cod. 110); Missa Fratres ego enim a Otto Voci (cod. 112); Motectum Sancta Maria succurre cum 5 vocibus (cod. 99); Himnus Te Deum laudamus cum 6 vocibus (cod. 99); Motectum Congregati sunt cum 8 vocibus (cod. 99).
W. Witzenmann, che ha studiato con particolare acume le opere lasciate da questo compositore, analizzando le forme e i generi da lui trattati, scrive tra l'altro: "In the first book [di madrigali] Dal Pane adopted a retrospective approach and followed the style of Palestrina. In illustrating the words he used chromatic writing sparingly; he preferred dissonant suspensions, and Phrygian cadences resolving in an old-fashioned way on chords that include the minor 3rd." (The New Grove, pp. 167 s.). Sia A. Adami sia M. Fornari, con espressioni quasi identiche, definiscono il D. come un buon compositore dallo "stil grosso".
Il D. morì a Roma il 10 dic. 1694: "Sabbato [11 dicembre] furono fatte l'eseque nella chiesa di Francesco di Pavola alla Bona Memoria del S. D. Domenico dal Pane nostro compagno Soprano Giubilato, il quale passò a miglior vita la sera del 10 corrente, è questa mattina al solito gli è stata cantata la Messa di Requie presente il suo corpo..." (Capp. Sist. Diar. n. 113).
Fonti e Bibl.: Bibl. Apost. Vaticana, Capp. Sist. Diarii nn. 68, 72-113: Libri dè Punti (o dei Puntatori) del 1649 e dal 1654 al 1694; Capp. Sist. 606: M. Fomari, Narraz. istor. dell'origine, progressi e privilegi della Pontificia cappella, s. d., f. 132; G. Gualdo Priorato, Historia della Sacra Real Maestà di Christina Alessandra di Svetia, Roma 1656, pp. 286-289; A. Adami, Osservazioni per ben regolare il coro de cantori della Cappella Pontificia, Roma 1711, p. 204; G. Baini, Memorie storico-critiche della vita e delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Roma 1828, pp. 47 s.; L. von Köchel, Die Kaiserliche Hofmusikkapelle in Wien von 1543 bis 1867, Wien 1869, p. 476; G. Gaspari, Catal. della Biblioteca del Liceo music. di Bologna, II, Bologna 1892, pp. 155, 474; E. Celani, Icantori della Cappella Pontificia..., in Riv. musicale ital., XIV (1907), p. 790; G. Tebaldini, L'arch. musicale della Cappella Lauretana, Loreto 1921, pp. 8 ss.; A. Liess, Materialien zur römischen Musikgeschichte des Seicento, Musikerlisten des Oratorio S. Marcello 1664-1725, in Acta musicologica, XXIX (1957), pp. 137-71; J. M. Llorens, Capellae Sixtine codices musicis noris instructi sive manu scripti sive Praelo excussi, Città del Vaticano 1960, pp. 155, 541; H. Wessely-Kropik, Lelio Colista, Wien 1961, p. 53; G. Rose, Polyphonic Italian Madrigals of the Seventeenth Century, in Music and Letters, XLVII (1966), aprile, p. 154; J. M. Llorens, Le opere musicali della Cappella Giulia, Città del Vaticano 1971, pp. 172 ss.; J. Lionnet, Les activités musicales de Flavio Chigi, cardinal neveu d'Alexandre VII, in Studi musicali, IX (1980), 2, p. 297; W. Witzenmann, un The New Grove Dict. of Music and Musicians, V, pp. 167 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, X, coll. 719 s.; Bibliogr. della musica ital. vocale profana... dal 1500..., I, nn. 684 s. 13.