COMPARETTI, Domenico
Fu tra i maggiori rappresentanti del rinnovamento negli studî storico-filologici in Italia durante la seconda metà del sec. XIX. Nato a Roma il 7 luglio 1835, morto il 20 gennaio 1927 a Firenze sua città di elezione, ebbe vita lunghissima seminata di molteplici e felici attività. Professore di letteratura greca fin dal 1859 nell'università di Pisa, dove si svolsero i suoi più proficui anni in comunione con altri valorosi maestri come Alessandro D'Ancona; poi nell'Istituto di studî superiori di Firenze, e, per breve tempo, nell'università di Roma: lasciò presto l'insegnamento dedicandosi solo ai suoi studî. La sua forte individualità lo salvò dal cercarsi un modello nella tradizione di altri paesi: e quantunque attingesse di necessità dal metodo e dall'esperienza di nazioni allora più colte, nondimeno fu schiettamente italiano: si trovò per virtù propria, all'altezza dei maggiori filologi tedeschi del sec. XIX, diverso e indipendente da questi. Fu specialmente cultore di studî classici, ma trascese, per interiori esigenze, il classicismo; respinse, teoricamente e praticamente, la distinzione fra antichità e Medioevo; trattò con pari dottrina così le cose classiche come le bizantine e le romaniche e le germaniche. A ciò egli fu portato dal suo concetto della filologia: che, pur essendo scrupolosa, non era mai formale, bensì storicistica e reale. I campi da lui coltivati furono molti. Anzitutto la mitologia comparata (Edipo e la mitologia comparata, 1867); un genere di studî che allora prendevano voga e nei quali il C. portò nuova luce eliminarido gli errori delle interpretazioni naturalistiche dei miti. Con la mitologia comparata si allea lo studio delle leggende e delle tradizioni popolari, non solo classiche, ma orientali e medievali. Di qui dipendono le ricerche sul libro di Sindibàd, la raccolta delle Novelline popolari; e oltre a molte altre pubblicazioni deriva di qui anche l'opera maggiore e più nota del C., il Virgilio nel Medioevo (1872), nel quale la ricerca e l'esame critico delle leggende medievali su Virgilio si trasforma in una profonda storia di tutta la cultura occidentale dall'età di Augusto a Dante. Il problema omerico, connesso col problema generale delle grandi epopee nazionali e della loro origine, conduce il C. in un campo del tutto nuovo, nella letteratura finnica: il Kalevala. I dialetti greci dell'Italia meridionale lo trasportano in una grande questione storico-linguistica, che svolge con intuito sagace. I papiri di Ercolano, sui quali cominciavano gli stranieri a mettere mano, richiamavano per dignità nazionale l'opera sua: e non soltanto egli dà l'edizione di qualche testo ercolanese importante per la storia della filosofia (Index Stoicorum), ma si fa propugnatore di questo genere di studî, e affronta il problema complessivo della Casa dei papiri, del suo ordinamento, ecc. Analogamente, le epigrafi greche dell'Italia meridionale e soprattutto quelle di Creta attraggono la sua attenzione; egli è il grande promotore degli scavi di Creta, con cui si scopre una nuova civiltà; è l'illustratore profondo e sagace della grande legge di Gortina.
Tutta la migliore produzione del C. nei varî campi si era svolta fra il 1860 e il 1890. Dopo di allora, i tempi non furono più favorevoli al suo genere di lavoro: una certa depressione intellettuale, una specie di sfiducia nell'indirizzo storico e filologico si era determinata in Italia, per cui egli stesso, pur continuando a lavorare, si astenne dalle grandi cose.
Opere principali del C.: Saggi sui dialetti greci dell'Italia meridionale, Pisa 1866; Edipo e la mitologia comparata, Pisa 1867; Ricerche intorno al libro di Sindibâd, Milano 1869; Virgilio nel Medioevo, Livorno 1872, 2ª ed., Firenze 1896; Papiro ercolanese inedito (Index Stoicorum), Torino 1875; Novelline popolari italiane, I, Torino 1875; Sull'autenticità dell'epistola ovidiana di Saffo a Faone, Firenze 1876; Il Kalevala o la poesia tradizionale dei Finni, Roma 1891; La villa ercolanese dei Pisoni, ecc. (in collab. con G. De Petra), Torino 1883; Le leggi di Gortyna e le altre iscrizioni arcaiche cretesi edite e illustrate, in Monum. antichi dei Lincei, Milano 1893; Laminette orfiche edite ed illustrate, Firenze 1910.
Bibl.: B. Croce, in La Critica (1920), p. 82 segg.; A. Chiappelli, in Rendiconti dell'Accad. Lincei (1927), p. 358 segg.; G. Pasquali, in Aegyptus, 1927, p. 117 segg. e stampato a parte, Rieti 1928. Bibliografia completa fino al 1917, in A. Chiappelli, La mente di D. C., Roma 1918.