BRUNETTI, Domenico
Nacque a Bologna probabilmente nel 1580 o poco dopo. Fu allievo di A. Brunelli, secondo quanto testimonia G. P. Bucchianti; nel 1606 doveva aver già terminato gli studi poiché in quell'anno apparve L'Euterpe da lui stesso definita - nella dedica al card. Scipione Borghese - "questo primo parto del mio basso ingegno". Dal frontespizio della successiva opera a stampa, i Varij Concentus del 1609, si apprende che era organista nella chiesa di S. Domenico. Il 31 ag. 1618 venne nominato dal capitolo della cattedrale (S. Pietro) "coadiutor cum futura successione" del maestro di cappella Lorenzo Vecchi; per la definitiva rinunzia di quest'ultimo avanzata il 29 dicembre di quello stesso anno, il B. diventava maestro di cappella effettivo della cattedrale. In tale carica doveva rimanere fino alla morte avvenuta agli inizi di maggio del 1646 (l'8 maggio infatti il capitolo "ob mortem" del B. procedeva alla nomina del successore nella persona di Giulio Bertelli). Nel 1633, assieme a Francesco Bertacchi, aveva fondato l'Accademia dei Filaschici.
Il B. rappresenta, insieme con A. Banchieri, G. Giacobbi ed E. Porta, l'indirizzo più aggiornato nella Bologna musicale al primi decenni del sec. XVII, aperto ai nuovi orientamenti dello stile compositivo, in particolare della monodia e dello stile concertato, che investiva non solo la produzione musicale profana, ma anche quella sacra. Per la data che porta (1606) L'Euterpe è da considerare di notevole interesse e meriterebbe certo una indagine stilistica approfondita. Testimonianza preziosa nella storia della prassi esecutiva riveste poi il basso continuo dell'opera successiva, i Varij Concentus del 1609: come è detto nel titolo (cum gravi et acuto ad organum) ilbasso continuo consta di due voci, una acuta e una grave; nei mottetti per soprano la parte acuta del basso continuo si presenta in genere simile alla voce cantante, ma tuttavia priva delle ornamentazioni in note veloci che caratterizzano quella. A differenza però del significato consueto che allora aveva una simile procedura, quello cioè di offrire all'esecutore del basso continuo una guida orientativa per l'integrazione delle armonie sul basso dato, qui la parte acuta del basso continuo è presente quando tace la voce cantante, oppure, quando questa canta, integra l'armonia con note essenziali alla realizzazione degli accordi. Nel mottetto per basso solo e basso continuo la voce acuta di quest'ultimo è, addirittura del tutto indipendente dalla parte vocale ed è, quindi, parte reale indispensabile per la realizzazione dell'accompagnamento. Nella stessa opera è compreso il mottetto Congratulamini mihi asette voci e basso continuo, particolarmente significativo per la struttura in stile concertato con la ripetizione di sezioni sia solistiche sia corali: A (soprano solo in misura ternaria), B (coro, misura binaria), C (soprano solo, recitativo arioso, misura binaria), A (contralto solo, trasportato), B (coro), D (coro a quattro voci, declamato omofono), A (tenore solo), B (coro), E (tenore solo), A/B/coda (coro).
I Magnificat del 1621, comprendenti il ciclo intero degli otto toni tradizionali, sono musicati su testo continuo (cioè non a versetti); la scrittura è prevalentemente in stile omofono-declamato, con tendenza ai dialoghi fra diversi gruppi di voci.
Oltre alle tre opere poc'anzi fuggevolmente citate (e di cui si dà qui il titolo per esteso: L'Euterpe opera musicale di madrigali,canzonette,arie,stanze,e scherzi diversi,in dialoghi & echo,a una,due,tre et quattro voci,da cantarsi in theorba,arpicordo et altri stromenti, Venezia 1606, Amadino; Unica voce,binis,ternis,quaternis & pluribus ad usum ecclesiae varij concentus cum gravi & acuto ad organum, ibid. 1609, Raveri; Canticum Deiparae Virginis octies iuxta singulos rhytmorum sacrorum ordines gradatim repetitum quinis vocibus decantandum,addito pro ditiori ac leviori modulamine ad placitum organi basso,opus tertium, ibid. 1621, Vincenti), sono da ricordare diversi mottetti e madrigali inseriti nelle seguenti raccolte: Paratum cor meum, a due voci e basso continuo e Ingredimini omnes, a tre voci e basso continuo, in A. Zanetti, Sacrae et divinae cantiones..., Venezia 1619, Vincenti; Ave verum corpus, a sette voci e basso continuo, in A. Schade, Promptuarii musici pars II…, Strassburg 1612, Kieffer; Cantemus Domino, a tre voci e basso continuo, in G. Victorinus, Siren coelestis..., München 1616, Berg, e in J. Donfrid, Promptuarii musici pars II…, Strassburg 1623, Ledertz; Coeli enarrant, a due voci e basso continuo e Gloria et divitiae, a quattro voci e basso continuo, in L. Calvi, Symbolae diversorum musicorum..., Venezia 1620, Vincenti; una compos., in J. Dilliger, Exercitatio musica..., Magdeburg 1624, Bezel; Noche non ti cred'io, a due voci e basso continuo, in Madrigali del signor cavaliero Anselmi, Venezia 1624, Magni; Lux perpetua lucebit, a tre voci e basso continuo, in F. Sammaruco, Sacri affetti..., Roma 1625, Soldi; Una farfalla, a cinque voci, in A. Biandrà, Madrigali a quattro e cinque voci..., Venezia 1626, Magni. Sono conservate, inoltre, in manoscritto, quattro Arie a una voce e due a due voci nella Biblioteca Nazionale di Firenze (Magl. XIX.25) e in un Inventario del 1620 dell'oratorio dei filippini di Bologna sono elencate, tra le "musiche scritte a penna", Lettanie à 6 col Basso Cont.o [continuo] e Chitrionfante brama à 2 col org.o [organo].
Fonti e Bibl.: Bologna, Arch. capitolare della cattedrale: Liber IV secretus (1618-1644), cc. 2v, 7v e Liber V secretus (1644-1676), c. 36; G: P. Bucchianti, Arie,scherzi e madrigali. Opera prima, Venezia 1627, dedica; R. Eitner, Bibliographie der Musikammelwerke des XVI. und XVII. Jahrhunderts, Berlin 1877, p. 434; G. Gaspari, Dei musicisti bolognesi al XVII sec. e delle loro opere a stampa..., in Atti e mem. delle RR. deputaz. di st. patria per le provincie dell'Emilia, n.s., V, 2 (1880), pp. 17-21; Id., Catal. della bibl. del liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892, pp. 186, 358, 369 s., 386, 520; B. Becherini, Catalogo dei manoscritti musicali della Bibl. Nazionale di Firenze, Kassel 1959, pp. 8 s.; O. Mischiati, Per la storia dell'oratorio a Bologna. Tre inventari del 1620,1622 e 1682, in Collectanea Historiae Musicae, III (1962), pp. 138 s.; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, II, pp. 252 s.