BRAGADIN, Domenico (Bragadino, Bragadenus, Dominicus de Venetiis)
Membro della nobile famiglia, nacque a Venezia nella prima metà del sec. XV. Le poche notizie della sua vita sono legate all'attività presso la Scuola di Rialto a Venezia. Qui infatti compì i suoi studi sotto la guida di Paolo dalla Pergola, del quale era "discipulus et commensalis". Una volta addottorato, lo sostituì dal 1454 al 30 luglio 1455, e poi gli successe, con formale elezione della Repubblica che lo riconosceva "logiche, philosophie et theologie doctissimus et gratissimus omnibus scolaribus".
Sul B. gravò la pesante eredità dell'insegnamento del pergolese che comprendeva, oltre alla logica e alla filosofia, la teologia e le matematiche. Nell'insegnamento di queste ultime più d'una fonte ascrive gran merito al B.; un frate Giovanni Antonio annotava alla fine del Quattrocento come il B. "non modo in dialecticis philosophia ac theologia, sed geometria quoque doctisissimus existit", ma soprattutto uno degli allievi più illustri di Rialto, Luca Pacioli, ricordava esplicitamente (Summa de arithmetica,geometria,proportioni et proportionalità, Venetiis 1494, c. 67v) che la sua iniziazione alla geometria e all'algebra avvenne "sotto la disciplina de ser Domeneco Bragadin". Non pochi del resto furono gli allievi che lasciarono testimonianza, dell'insegnamento del B.: da Pescennio Francesco Negro e Pancrazio Giustinian, all'oratore fiorentino Giovanni Lanfredini, al vescovo di Modrussa Nicolò, che farà del B. il suo portavoce nel dialogo De mortalium felicitate, e proprio al cospetto di Paolo dalla Pergola.
Alla Scuola di Rialto il B. rimase per quasi un trentennio, finché il 9 sett. 1482, impossibilitato a insegnare "ob etatem et corporis imbecillitatem", fu affiancato e supplito dal giovane dottore Antonio Corner "ad legendum loicam et philosophiam et ceteras disciplinas, legi per eundem ser Dominicum consuetas". Dallo stipendio del B. venivano stornati 80ducati a favore del Corner, mentre i restanti gli venivano conservati "in alimentum suum donec vixerit". Fu questa della Repubblica veneta una magnanimità di breve durata, giacché il B. moriva nel 1484.
Nel più schietto spirito della Scuola di Rialto, il B. aveva improntato il suo insegnamento soprattutto alla logica e, come appare da più di una testimonianza, alla speculazione matematica, senza discostarsi dall'esempio del suo predecessore. A tal riguardo vanno segnalati alcuni suoi manoscritti logici, solitamente uniti agli scritti di Paolo Veneto e di Paolo dalla Pergola. Alla Biblioteca Capitolare di Padova (cod. D 55, ff. 52v-56v) sono custodite alcune sue Conclusiones. Un frammento di un De probatione terminorum è nel cod. Gamma J 7, 25 della Biblioteca Estense di Modena (Fondo Campori).Due redazioni del De probatione terminorum sono anche alla Biblioteca Vaticana: l'una nel Vat. lat. 3036 (ff. 64v-68v, databile dopo il 1456) col titolo Probationes terminorum secundum Dominicum de Venetiis;l'altra nel Vat. lat. 8597 (ff. 68r-84r) col titolo Expositio sive declaratio supra probationes terminorum... edita a domino Dominico Bragadino nobili veneto:redazione questa probabilmente più completa. Le caratteristiche del trattato, quali appaiono dai due manoscritti vaticani, sono quelle di un manuale introduttivo di logica, con debiti evidenti verso la Logica di Paolo dalla Pergola, della quale rappresenta appunto l'approfondimento di una sezione.
Fonti eBibl.: Catalogi Codicum Manuscriptorum Bibl. Bodleianae, III, Oxonii 1854, coll. 233 s.; I codici Ashburnhamiani della R. Biblioteca Mediceo-Laurenziana di Firenze, I, 3, Roma 1891, p. 193; Bénedectins du Bouveret, Colophons de manuscrits occidentaux des origines au XVIe siècle, I, Fribourg 1965, pp. 205, 426; G. Tiraboschi, Storia della lett. ital., II, Milano 1833, pp. 621 s.; B. Boncompagni, Intorno alle vite ined. di tre matematici..., in Bull. di bibl. e di storia delle scienze matem. e fisiche, XII (1879), pp. 379 s., 421; A. Segarizzi, Cenni sulle scuole pubbliche a Venezia nel sec. XV e sul primo maestro d'esse, in Atti del R. Ist. veneto di scienze,lett. ed arti, s. 8, LXXV (1915-16), tomo XVIII, n. 2, pp. 640, 646-48, 654, 661, 667; G. G. Sbaraglia, Suppl. et castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci, II, Romae 1921, p. 176; G. Mercati, Not. varie sopra Niccolò Modrussiense, in Opere minori, IV, Città del Vaticano 1937, pp. 214 s., 221, 247; Id., Ultimi contributi alla storia degli umanisti, II, ibid. 1939, p. 38 e App. p. 69; B. Nardi, Lett. e cultura venez. del Quattrocento, in La civiltà venez. del Quattrocento, Firenze 1957, pp. 112, 118, 128, 136 s., 145; Id., La scuola di Rialto e l'umanesimo veneziano, in Umanesimo europeo e umanesimo veneziano, a cura di V. Branca, Firenze 1963, pp. 101, 117, 126; G. Voigt, Il Risorg. dell'antichità classica, II, Firenze 1968, p. 432;P. O. Kristeller, Iter italicum, I, p. 388; II, pp. 7, 316, 345.