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BETTINI, Domenico

di Silvia Meloni - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967)
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BETTINI, Domenico

Silvia Meloni

Nacque a Firenze il 21 luglio 1644 da Bartolomeo; a dodici anni entrò nella bottega del pittore fiorentino Iacopo Vignali, dove rimase per circa otto anni: di questo periodo della sua formazione sono un esempio alcune lunette affrescate nel primo chiostro di S. Maria del Carmine, di cui due (Elia nutrito da un angelo e Elia facostruire un tempio sul luogo del sacrificio d'Abramo)sono firmate e datate 166… (1660?); altre quattro dello stesso chiostro (Elia risuscita il figliodella vedova di Sidone; Elia copre Eliseo col suo mantello; Elia risana l'acqua di una fonte; I bambini salvati dagli orsi)glivengono attribuite dal Richa. Nel 1661 il B. firma e data un Angelo custode ritrovato (cfr.: Dal Poggetto, 1963) nella chiesa dei SS. Simone e Giuda a Corniola (Empoli).

In questa tela, così palesemente giovanile nelle incertezze e squilibri della composizione, si scopre facilmente l'alunnato presso il Vignali, ed echi della cultura fiorentina dell'epoca: del Volterrano nella luminosa Immacolata, del Dolci "nei colori metallizzati… nei panneggi a larghe campiture"; ma, soprattutto, un precoce impulso verso la tematica fondamentale del B. adulto (autore di nature morte di fiori, frutta e animali) nell'irto cespo di cardo sulla sinistra.

A vent'anni l'artista, da poco sposato, parte per Roma, dove si pone alla scuola di Mario Nuzzi (Mario dei Fiori) per qualche anno; si reca poi, come quasi tutti i pittori di allora, nell'Italia settentrionale per studio, e lavora per il duca di Parma. I biografi dei primo Settecento (Baldinucci, Sagrestani) si dilungano a parlare di un suo viaggio a Tunisi e a Costantinopoli, e in seguito di avventure amorose occorsegli a Ferrara e a Parma; ma riguardo alla sua attività (esclusivamente in nature morte, se si eccettuano le opere giovanili già citate e una Cleopatra su rame che nel 1698 era in casa Ranuzzi a Bologna; cfr. Campori, 1870) si limitano ad elencare i suoi conunittenti, fra cui il duca di Parma, il duca di Modena (dal 1670 in poi per diciotto anni), il marchese Muzio Spada di Faenza dal 1685 al 1701, e infine signori bolognesi: infatti nel 1703 il pittore si trasferisce da Modena a Bologna, dove muore il 3 0 il 4 nov. 1705.

Pochi sono i ragguagli precisi sulla sua attività: ché la natura morta veniva considerata pittura minore, e inoltre la destinazione privata dei quadri, la difficoltà di precisarne inequivocabilmente i soggetti negli inventari, il numero cospicuo delle opere, ostacolano la stesura di un catalogo attendibile. Infatti, fra i più che cento quadri per la corte estense citati in documenti d'archivio o nel Campori (1870), fra quelli noti a Bruflioi e Nagler che nei loro dizionari di monogrammisti citano l'artista, fra i due della galleria di Modena che furono esposti alla grande mostra del 1922 e oggi sono assegnati dalla critica uno a Manaricco e uno al Fieravino (cfr. R. Pallucchini, I dipinti della Gall. Estense,Roma 1945, nn. 250. 536),insomma, fra queste e altre citazioni non vi era alcuna opera certa, come ha rilevato il Delogu (1962),chiamando l'artista "tutto da scoprire". E le scoperte non sono tardate: mentre in Valdelsa si ritrovava la tela giovanile già ricordata, alla mostra modenese "Artisti alla corte di Francesco I d'Este" (1963)A. Ghidiglia Quintavalle esponeva due tele di fiori (collez. Storti, Modena), di cui una è estesamente firmata e datata Modena 1690; ed entrambe hanno la caratteristica di cui l'Oriandi (1704) diceva iniziatore il B.: il fondo chiaro, paesistico, di vero cielo, attestato anche ("quadri di fiori… con poco di paese") nell'inventario di quadri dei marchese Cesare Ignazio d'Este (1685; v. Campori, 1870) e praticato dall'allievo del B., Felice Rubbiani, modenese, che poneva i suoi fiori su sfondi chiari, spesso con "lontananze" e architetture.

Un ritratto (autoritratto?) del B., inciso da Giacomo Giovannini e datato 1696, è stato esposto a Modena nel 1963 alla mostra già ricordata.

Fonti e Bibl.: P. A. Orlandi, Abcedario pittorico,Bologna 1704, pp. 132 s.; Firenze, Bibl. Naz., ms. Palat.565 (circa 1710-1738):F. S. Baldinucci, Vite dei pittori,I,cc. 20-21;Ibid., ms. Palat.451(primo quarto sec. XVIII): G. C. Sagrestani, Vite dei pittori,c. 21;G. Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine,X,Firenze 1762, pp. 88 s.; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese,VI, Modena 1786, p. 525;L. Lanzi, Storia pittorica della Italia,Bassano 1809, IV, p. 55; V. p. 207; S. Ticozzi, Diz. dei pittori,I, Milano 1830, p. 148;F. Brulliot, Dictionn. des monogrammes…, I,Munich 1832, n. 850;F. Castellani Tarabini, Cenni storici e descrittivi intorno alle pitture della R. Galleria Estense,Modena 1854, pp. 70 ss., nn. 242, 249;G. Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli stati estensi,Modena 1855, pp. 72s.; G. K. Nagler, Die Monogrammisten,I,München 1858, p. 765;G. Campori. Raccolta di cataloghi,Modena 1870, pp. 319 s., 328, 417;A. Venturi, La Galleria esteme in Modena,Modena 1882, p. 281; Mostra della pittura italiana dei Sei e del Settecento in Palazzo Pitti MCMXXII(catal.), Roma-Milano-Firenze 1922, p. 37;G. J. Hoogewerff. Nature morte italiane del Seicento e del Settecento,II, in Dedalo, IV (1923-24), p. 711; U.Ojetti-L. Dami-N. Tarchiani, La Pittura italiana del Seicento e del Settecento alla mostra di Palazzo Pitti,Milano-Roma 1924, p. 51;M. Nugent. Alla mostra della pittura italiana del '600 e '700,II, San Casciano 1930, pp. 261 (ill.), 262; A. Orvieto, Ilnuovo Baldinucci,in Il Marzocco,XXXVI (1931), p. 1;W. e E.Paatz, Die Kirchen von Florenz,III, Frankfurt a. M. 1952, pp. 217 s., 235;Ch. Sterling, La nature morte…. Paris 1952, p. 59; G. Delogu, Natura morta italiana,Bergamo 1962, p. 95;A. Ghidiglia Quintavalle, Artisti alla corte di Francesco I d'Este (catal.), Modena 1963, pp. 17, 41 ss., nn. 36 A, 36 B, 36. tavv. 37, 47-48; P.Dal Poggetto, Arte in Valdelsa dal sec. XII al sec. XVIII (catal. della mostra, Certaldo), Firenze 1963, p. 116, n. 112, tav. XC; R. Roli, in La natura morta italiana (catal. della mostra. Napoli-Zurigo-Rotterdam), Milano 1964, p. 82;U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexicon,III,p. 544.

Vedi anche
affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). artista Il termine, che definisce chiunque eserciti un’arte, ricorre nella letteratura artistica, dal 14° al 18° sec., parallelamente a quello di artefice (artifex). La definizione di artefice, di origine più antica, comprende il senso della perizia tecnica del mestiere, altrettanto importante dell’idea nella ... chiostro Cortile interno di un monastero, compreso tra la chiesa e i vari fabbricati monastici dei quali costituisce l’elemento di comunicazione e di disimpegno, cinto da porticati. Il chiostro appare nel 5° sec. d.C. Nei grandi conventi i chiostro, spesso a due piani, sono in genere due, uno maggiore connesso ... Ferrara Comune dell’Emilia-Romagna (404,3 km2 con 133.591 ab. nel 2008) e capoluogo di provincia. È situata a circa 4 km a S del Po (lungo il quale è ubicato il centro satellite di Pontelagoscuro). ● Il nucleo originario dovette sorgere, in epoca bizantina, sulla sponda sinistra del Po di Volano, che, regolarizzato ...
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