BATTINI, Domenico
Nacque a Fivizzano (Massa Carrara), ma non si conosce l'anno della sua nascita; il padre era medico e il B. seguì la professione paterna studiando medicina a Firenze, alla scuola di Taddei; fu poi a Bologna, all'Qspedale della Vita, sotto la guida di A. Bonzi. Tornato presumibilmente a Firenze, ebbe diversi incarichi; nel 1778 era medico condotto a Uzzano; nell'inverno 1780-81 fu deputato, insieme con D. G. Giovannelli, F. Torrigiani e A. Castellacci, a indagare sulle cause dell'epidemia che infierì su Firenze in quella stagione; nel 1782 faceva parte dei medici infermieri dell'ospedale di S. Maria Nuova. Promosso dal granduca Leopoldo alla cattedra di medicina teorica dell'università di Siena, lasciata libera da O. Nerucci, succedette poi a F. Caluri nell'insegnamento della medicina pratica nella stessa università. Nel 1793era inoltre sovrintendente alle Infermerie e al dipartimento degli Esposti dell'ospedale della Scala di Siena.
Morì il 28 giugno 1799.
Il B. si occupò soprattutto di idrologia medica e dette un'accurata descrizione delle analisi chimiche eseguite sulle acque dello Stato senese e delle caratteristiche proprie delle acque minerali.
Al fine di proporre una classificazione dei vari tipi di acque, procedette all'analisi del loro sedimento e ne determinò il contenuto in acido carbonico gassoso mediante l'aggiunta di acqua di calce e la valutazione del precipitato così prodotto. Pubblicò i risultati delle sue ricerche, corredandole anche di notizie storiche sulle acque esaminate: Ricerche intorno alle acque minerali epatiche ed alla analisi chimica di diverse acque minerali dello Stato di Siena, Siena 1793 (anche, con titolo modificato, in Atti d. Acc. delle Scienze di Siena, detta dei Fisiocritici, VII[1794], pp. 69-125; 126-154; 155-171; 172-199); Relazione concernente l'analisi chimica delle acque delle fonti di Siena con notizie istoriche ad esse appartenenti, e delle acque delle sorgenti del fiume Staggia, e di Cambolli (opera postuma in continuazione alla precedente), Siena 1800 (anche, con titolo modificato, in Atti della Acc. delle Scienze di Siena, detta dei Fisiocritici, VIII [1800], pp. 109-191; 192-200).
Il B. fu un medico erudito e dal 1782collaborò, insieme a P. P. Visconti, alla Raccolta di opuscoli medico-pratici, che, periodica, veniva pubblicata a Firenze da G. L. Targioni. Fu autore anche di comunicazioni riguardanti alcune malattie infettive: Istoria di un'oftalmia combinata con stravasamento linfatico nella cellulare, che attacca la congiuntiva al globo dell'occhio, o sia di un edema caldodell'occhio, in Raccolta di opuscoli medico-pratici, IV, Firenze 1778, pp. 69-88; Costituzione epidemica di Firenze nell'inverno MDCCLXXX-MDCCLXXXI. Alla Soc. Reale di medicina di Parigi (in coll. con G. Giovannelli, F. Torrigiani e A. Castellacci), Firenze 1781; Saggio sopra il catarro russo, o sia riflessioni mediche, e critiche sopra la febbre catarrale benigna epidemica, che ha segnato in Europa nell'estate dell'anno 1782, in Raccoltadi opuscoli medico-pratici, VII, Firenze 1783, pp. 53-92.
Nel 1880 fu pubblicato, postumo, un interessante lavoro del B.: Istoria ragionata di una rara e singolare tardanza e difficoltà agli sgravi intestinali prodotta dalla quadrupla lunghezza e triplice ripiegatura dell'intestino retto, e dall'enorme dilatazione del retto e del colon, Siena 1800 (e in Atti d. Acc. delle scienze di Siena, detta dei Fisiocritici, VIII[1800], pp. 237-287), in cui egli dette una delle prime accurate descrizioni di quella malattia ora definita dolico-megacolon congenito che, illustrata esaurientemente da H. Hirschsprung nel 1886 e da G. Mya nel 1894, è oggi indicata come "malattia di Hirschsprung e Mya".
Il B. poté osservare e descrivere tale forma morbosa avendola riscontrata in un giovane allievo del collegio Tolomei di Siena. Oltre alla accurata descrizione clinica della malattia, appare oltremodo interessante la relazione del reperto autoptico eseguito venticinque ore dopo la morte del giovane il 12genn. 1799: il B., infatti, che era stato colpito dalla abnorme lunghezza del retto e della spropositata dilatazione del grosso intestino, attribuì a una alterazione congenita dell'intestino la causa prima della malattia, ritenendo che il primo ostacolo al transito intestinale fosse situato nel retto o nel colon terminale e che la dilatazione delle anse situate a monte rappresentasse una conseguenza dell'ostacolo. Tale sua intuizione appare in alcuni punti simile alle moderne interpretazioni patogenetiche della malattia.
Bibl.:.Novelle letterarie, (Firenze) 1778, col. 630; 1782, col. 577; 1783, col. 177; 1784, col. 66; M. De La Lande, Voyage en Italie, III, Paris 1786, p. 131; D. Moreni, Bibl. storico-ragionata della Toscana..., I, Firenze 1805, p. 96; S. De Renzi, Storia della medicina in Italia, V, Napoli 1848, p. 681; Diz. classico di medicina, XXIII, Venezia 1852, pp. 90 s.; C. Gerini, Rivendicazione italiana. Il megacolon congenito non "malattia di Hirschsprung" ma "malattia di D. B.", in Atti d. Soc. toscana di scienze naturali, XXXVII(1928), pp. 88-90.