BALBI, Domenico
Nacque a Venezia, ove svolse la propria attività letteraria nella seconda metà del sec. XVII. Nelle prefazioni ai suoi scritti, per giustificare certi scrupoli d'indole moralistica, egli allude talvolta al suo stato sacerdotale (cfr. E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni veneziane, V, Venezia 1842, p. 351). Nessun'altra notizia, diretta o indiretta, ci è giunta della sua vita.
Il B. fu soprattutto un autore drammatico, e le sue opere, scritte solitamente in prosa, s'abbelliscono d'intermezzi musicali, talvolta in forma d'ariette, talvolta di danze. Un po' isolato nella sua produzione resta Lo Sfortunato patiente,stampato a Venezia nel 1667, "operetta morale con ariette musicali da recitarsi... sopra la piazza di S. Marco", che è in lingua poiché la scena si figura in Firenze, e va classificato piuttosto fra le tragicommedie per il suo intrigo serioso (il cui prologo è recitato addirittura da Gíove), mentre le risultanze comiche, con meccanismo assai superficiale, si fondano sulla balbuzie del servo Gibbino. Precedono il testo tre sonetti, uno del B. in lode di G. Giustiniano che tien luogo anche di dedica, e due di S. Mazzoni, pittore. A quest'opera può avvicinarsi Il Caciatore invidiato nel valore, e insidiato nella vita, e nell'honore (Venezia 1680),che lo stesso B. definisce "honestissima tragicommedia", e che alterna al toscano i dialetti di alcuni personaggi: il veneziano di Pantalone, il bergamasco del servo Bagattino, il bolognese infarcito a proposito e a sproposito di frasi latine del Dottore Campanazzo da Budri.
Le altre fatiche teatrali del B. sono vere e proprie opere comiche, o, per dirla con l'autore, "ridicolose", che svolgono ampiamente soggetti tipici della commedia dell'arte. Il Lippa overo el Pantalon burlao, pubblicato a Venezia nel 1673,narra degli amori contrastati di Giacinto, figlio di Pantalone, con Hippolita, figlia di un ciabattino; amori che, favoriti dai servi Bagolino e Pandora, si concludono con le giuste nozze, nonostante l'opposizione di Pantalone e le trame del dottor Campanazzo. Tornano gli stessi personaggi e le stesse situazioni si ripetono per Il primo Zanne disgratiato mezano da matrimonij (Venezia 1677), "comedia così ridicolosa - dice il B. - che l'animo anco di chi sia più svogliato soleva", e per Il secondo Zanne detto Bagattino favorito da amore (Venezia 1678, e poi 1696).
D'altro genere sono infine le due opere scritte interamente in dialetto veneziano, che il B. intitolò Il Castigamatti (Venezia 1668, e poi 1683 e 1695) e Il Ligamatti (ibid. 1675). La prima si compone di dieci capitoli in ottava rima, che "contengono naturali evangeliche apostoliche e sante sferzate al pazzo peccatore"; la seconda, divisa in quaderni, è anch'essa una raccolta di precetti morali.
Bibl.: L. Allacci, Drammaturgia, Venezia 1755, coll. 151, 644, 706, 718 s.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II 1, Brescia 1758, p. 80; B. Gamba, Serie degli scritti impressi in dialetto veneziano, Venezia 1823, pp. 121-123; Enc. dello Spett., I, col.1297.