SVAMPA, Domenico Antonio
– Nacque a Montegranaro, arcidiocesi di Fermo, il 13 giugno 1851 da Paolo e da Giuseppa Tarquini; sebbene la famiglia appartenesse alla parrocchia dei Ss. Apostoli Filippo e Giacomo, fu battezzato il 15 nella pievania di S. Salvatore. La famiglia era sufficientemente agiata ma non ricca, vivendo delle rendite provenienti da appezzamenti di terreno di piccole dimensioni, condotti a mezzadria. Dopo la morte dei genitori (Paolo nel 1856 e Giuseppa nel 1872), Svampa ereditò i possedimenti assieme al fratello minore Evasio, che ne divenne l’amministratore. Il 1° novembre 1861 entrò nel seminario di Fermo, dove mostrò ingegno vivace, carattere calmo e riflessivo, temperamento affabile. Nel gennaio del 1867 conobbe don Giovanni Bosco, in visita a Fermo; in quell’occasione il quindicenne Svampa dedicò un componimento poetico al fondatore dei salesiani, che lo ricambiò con una medaglia: fu l’avvio di un legame profondo con quel modello e la sua spiritualità, durato per il resto della vita.
Maturata la vocazione sacerdotale, nel 1872 Svampa superò il concorso che gli permise di accedere al seminario Pio di Roma, dove il 4 aprile 1874 fu ordinato sacerdote dal cardinale Costantino Patrizi e si laureò in teologia (1876) e in utroque jure (1879) studiando al pontificio ateneo di S. Apollinare. Ammesso all’Accademia teologica romana nel settembre del 1879, in ottobre fece ritorno alla diocesi di Fermo; qui monsignor Amilcare Malagola, che l’aveva sostenuto sin dagli inizi del suo percorso, gli affidò l’insegnamento di teologia dogmatica in seminario, a cui si aggiunse quello di diritto canonico. Nell’aprile del 1880 don Bosco gli concesse l’attestato di cooperatore salesiano; nel dicembre del 1881, per volontà di Leone XIII, Svampa tornò a Roma, con l’incarico di docenza in diritto civile presso il pontificio seminario romano.
Rimasto a Roma fino al 1887, strinse numerosi legami di amicizia ed ebbe vari incarichi, frequentando ambienti in vista: tra i suoi allievi vi furono Michele Faloci Pulignani e Umberto Fracassini, ma conobbe anche Giovanni Genocchi e Francesco Lanzoni; nel luglio del 1884 fu nominato consultore della Congregazione speciale per la revisione dei concili provinciali presso la Sacra Congregazione del concilio; nel gennaio del 1885 si associò al Circolo romano di studi sociali promosso dal monsignore Domenico Jacobini (aderendo così anche all’Unione per gli studi sociali di Friburgo); nel dicembre del 1886 fu nominato cameriere segreto soprannumerario di Leone XIII. Si tratta di avvenimenti che mostrano tanto la crescente attenzione nei suoi confronti – manifestata dalla fiducia di papa Pecci – quanto la maturazione di sensibilità personali che si espliciteranno nelle successive prove pastorali.
Il 23 maggio 1887 ricevette la nomina alla sede episcopale di Forlì e venne consacrato il 29 giugno. Superate le perplessità per la giovane età, fu accolto benevolmente dal clero e dalle diverse forze politiche forlivesi, in particolare dall’onorevole Alessandro Fortis, di lì a poco sottosegretario all’Interno del primo governo Crispi. Nella diocesi romagnola Svampa confermò il proprio interesse per le tematiche sociali, inaugurando iniziative mirate alla formazione dei giovani (come il ricreatorio festivo di San Luigi per i figli degli operai); parimenti sostenne la devozione mariana cittadina per la Madonna del Fuoco, in relazione alla quale costituì la Società dei missionari della Madonna del Fuoco, sacerdoti specializzati nell’oratoria sacra. Nei sette anni in cui sedette sulla cattedra forlivese ebbe modo di farsi conoscere e apprezzare sia dal metropolita, l’arcivescovo di Ravenna cardinale Sebastiano Galeati, sia dagli altri confratelli della regione, che dal maggio 1891 lo videro operare come primo segretario della conferenza episcopale della regione ecclesiastica Emilia, sorta in seguito alla circolare Alcuni arcivescovi della Sacra congregazione dei Vescovi e regolari (agosto 1889) e presieduta dal cardinale Francesco Battaglini, arcivescovo di Bologna.
In questo delicato ruolo di coordinamento – che lo impegnò in un lungo lavoro di preparazione, complicato da alcune circostanze imprevedibili (la morte di Battaglini nel 1892; la nomina a successore del cardinale Serafino Vannutelli e la sua rinuncia; la sua nomina ad arcivescovo di Bologna) – Svampa dimostrò di saper mantenere una linea di mediazione tra la volontà di Leone XIII di compattare e allineare l’episcopato facendo delle conferenze episcopali un contrappeso al potere politico e le istanze di autonomia dei singoli vescovi nella gestione delle loro diocesi.
In realtà la serie di successioni episcopali avvenuta in regione tra il 1893 e il 1897 fece sì che la prima riunione della conferenza si tenesse solo nell’ottobre del 1897, sotto la guida del cardinale Galeati e con monsignore Federico Foschi, vescovo di Cervia come segretario; ciononostante la fiducia di Svampa nei confronti di tale istituzione emerge con chiarezza in una lettera al fratello: «Non puoi credere quanto sia stata affettuosa, animata, ordinata, pratica la riunione de’ varii Vescovi di questa Regione. Benché tra la Romagna e l’Emilia corra gran divario d’indole e di costumi, ed i Vescovi Emiliani neppure si conoscessero coi Romagnoli, pure ci siamo subito intesi, ed in cinque lunghe sedute ci siamo accordati in molti punti concernenti il governo delle Diocesi» (Svampa, 1982, p. 398)
Elevato alla porpora cardinalizia il 18 maggio 1894 (primo degli ex allievi del seminario Pio), Svampa fu nominato arcivescovo di Bologna il 21 maggio successivo; l’8 settembre pubblicò la prima lettera pastorale e il 30 fece l’ingresso in diocesi. Ricevette la visita del sindaco Alberto Dallolio, del prefetto e dei rappresentanti delle principali famiglie cattoliche cittadine, subito coinvolte nel comitato promotore della prima grande iniziativa lanciata in città, il congresso internazionale dei cooperatori salesiani.
Nella prima lettera pastorale volle sottolineare che quanti si dedicavano alle opere cattoliche dovevano porsi ‘a favore’ e non ‘in difesa’ della Chiesa (A. Albertazzi, Introduzione a Svampa, 1982, p. 22*), senza deviare dalla necessaria obbedienza al papa ma con atteggiamento libero e aperto ai problemi della società. Il profilo pastorale che ne emergeva era chiaro: Svampa si proponeva come motore e catalizzatore di energie che permettessero ai cattolici di tornare protagonisti nella vita civile, abbandonando atteggiamenti di sterile contrapposizione per porsi in un’ottica di concorrenza e competizione con altri attori presenti sul campo.
Il congresso dei cooperatori salesiani – svoltosi tra il 23 e il 26 aprile 1895, presieduto da don Michele Rua successore di don Bosco, impreziosito dalla presenza di 5 cardinali, 21 vescovi e numerosi rappresentanti e giornalisti stranieri e improntato all’enunciazione della necessità di un’opera capillare della Chiesa nell’educazione cristiana del giovane e dell’operaio – fu un successo: grazie a esso Svampa, presidente onorario, si era accreditato come uno dei punti di riferimento per il rilancio della presenza cattolica nel tessuto politico e sociale del Paese, in consonanza con quanto voluto da Leone XIII.
Tutto ciò non gli aveva comunque impedito di dare inizio alla prima visita pastorale, cominciata nel marzo del 1895 e conclusa il 20 dicembre 1903; in un clima ecclesiale e personale profondamente mutato, nel giugno 1905 Svampa diede inizio anche alla seconda visita, non conclusa.
Altre due iniziative decisive nello sviluppo del suo episcopato petroniano maturarono nel corso del 1896: in aprile nacque il primo istituto bancario cattolico bolognese, il Piccolo credito romagnolo, serbatoio finanziario di numerose attività economico-sociali come le Casse rurali; in novembre uscì il primo numero del quotidiano L’Avvenire, che nelle intenzioni dei suoi principali promotori (Giovanni Acquaderni e Giovanni Grosoli) avrebbe dovuto rappresentare sia una palestra di confronto interno tra le diverse anime cattoliche diocesane sia lo strumento d’informazione da contrapporre ai giornali liberali e socialisti. Superando perplessità personali e altrui resistenze, dopo la morte del cardinale Egidio Mauri, arcivescovo di Ferrara e primo promotore dell’iniziativa, Svampa decise di dare il suo appoggio, riuscendo anche a coinvolgere una parte dell’episcopato regionale.
Nel febbraio del 1897 pose la prima pietra per la costruzione dell’istituto salesiano Beata Vergine di S. Luca, mentre a ottobre prese parte alla prima seduta della conferenza regionale episcopale; in quel momento Svampa «sia per la realizzazione del giornale cattolico [...], sia per il suo impegno di promozione laicale nella sua diocesi, sia per la sua intenzione di dare il suo contributo alla diffusione di tale azione ben oltre i confini di essa, dimostrata dall’organizzazione del I Congresso internazionale dei cooperatori salesiani [...] veniva ormai stabilmente considerato uno dei vescovi più impegnati nella realizzazione del progetto di Leone XIII» (Marani, 2000, pp. 127 s.).
Ricordata l’importanza dell’istruzione del febbraio 1900 sui vicari foranei (con la quale aveva voluto fare di essi sentinelle vigili e diffuse del rilancio cattolico nella società bolognese), la sua volontà di restare fedele a Leone XIII favorendo nel contempo lo sviluppo delle forze cattoliche più aperte alla modernità è mostrata da alcuni episodi avvenuti tra il 1898 e il 1903. Di fronte ai moti del maggio 1898 Svampa si mosse con prudente abilità, ottenendo per la diocesi di Bologna un’attenuazione dell’ondata repressiva governativa; di fronte alla proposta di una consacrazione al S. Cuore in funzione del ristabilimento della regalità di Cristo sulla società avanzata da Leone XIII nell’enciclica Annum Sacrum (1899) rispose nel giugno 1901 con l’inizio delle pubblicazioni del mensile Il Secolo del S. Cuore di Gesù e con la posa in Bologna della prima pietra della chiesa del S. Cuore – ma già nel 1892 e nel 1897 aveva pubblicamente affrontato il tema della regalità di Cristo sulla società accentuando gli aspetti spirituali rispetto a quelli politici (Battelli, 1984, p. 827 e Menozzi, 2001, pp. 205 s.); infine, dopo essere stato tra i papabili nel conclave che ad agosto del 1903 aveva eletto Pio X, nell’animato dibattito svoltosi all’interno del XIX Congresso cattolico di Bologna del novembre seguente aveva esplicitamente appoggiato la linea democratico-cristiana moderata proposta da Grosoli (presidente dal 1902).
L’ostilità di Pio X e della curia romana verso queste posizioni mutò in modo radicale il clima ecclesiale degli anni conclusivi della vita di Svampa. In particolare, dopo la disapprovazione della S. Sede per il saluto a Vittorio Emanuele III in visita a Bologna (maggio 1904) e il traumatico scioglimento dell’Opera dei congressi voluto dal pontefice nel luglio dello stesso anno, la decisione di Pio X di pubblicare la lettera che gli aveva inviato nel marzo 1905 – nella quale il papa condannava con durezza l’azione dei «così detti Democratici Cristiani autonomi» – al di là di ogni interpretazione benevola, costituiva un’aspra reprimenda circa la sua capacità di tenere sotto controllo le frange più radicali del movimento da lui appoggiato. Le precise distinzioni proposte da Svampa nella risposta non furono sufficienti a dissipare i sospetti romani, tanto che alla visita apostolica ai seminari della regione di monsignor Alfonso Giobbo dell’aprile del 1907 – nella quale il seminario di Bologna fu trovato in regola – fece seguito, con procedura d’urgenza avviata il giorno stesso della sua morte, una visita apostolica alla diocesi bolognese affidata al domenicano Pio Tommaso Boggiani (Vian, 1998, pp. 564-597).
Sebbene minato da mesi da un male incurabile, Svampa proseguì fino al 6 agosto la visita pastorale nella parrocchia di Pieve di Casio; rientrato a Bologna il 7, spirò la mattina del 10 agosto 1907.
Le sue spoglie riposano nella cripta della chiesa del S. Cuore, consacrata nel giugno 1912 dal suo successore, Giacomo Dalla Chiesa.
Opere. La raccolta sostanzialmente completa delle opere di Svampa è conservata presso l’Archiginnasio di Bologna. Tra esse si segnala la più ampia: Vent’anni di episcopato. Opere pastorali, Bologna 1907.
Fonti e Bibl.: Le citazioni bibliografiche di documenti provenienti dallo Spoglio Leone XIII e dallo Spoglio Pio X dell’Archivio segreto Vaticano certificano la presenza di carte relative a Svampa in questi due fondi. Nell’Archivio generale arcivescovile di Bologna, il volume Repertori e Inventari fino al 1925, I, pp. 183-283, indicizza documenti relativi a Svampa in queste posizioni: Cancelleria vecchia, Ordinazioni 1894-1916 (213/2); Congregazione consultiva 1893-1908 (761-768); Prima vista pastorale (176-197); Seconda visita e repertorio delle visite pastorali (198-203); Segreteria particolare: diplomi, nomine, lettere, lettere a Leone XIII e Pio X, nomina a Forlì, lettere di prelati durante il periodo forlivese (236); Conferenze episcopali emiliane, lettere a Vannutelli (237); Protettorati (238); Avvenire d’Italia (239); Istituto Gualandi, vertenza amministrazione, Giubileo sacerdotale/1 (240); Giubileo sacerdotale/2 (241); Azione cattolica, Opera dei congressi (250); Lettere a Merry del Val, Bonomelli, Semeria, Cinquantenario del seminario Pio (251); Manoscritti (252); Eredità (255); Agenda particolare (256), pp. 183-283; Repertori e Inventari fino al 1925, II, pp. 381-382: Lettere, ritagli di giornale al suo ingresso, polemica sul mancato intervento al funerale di Umberto I, morte del cardinale e solenne commemorazione del 1908 (264). Fondo Acquaderni, bb. 240, 241, 245, 260, 275. Molti documenti di questi fondi sono stati utilizzati da Alessandro Albertazzi e Giampaolo Venturi. Inedite invece le tre lettere di Svampa in Raccolta Breventani, c. XX, f. 8, n. 3. Tra le fonti edite a stampa, si segnala l’ampio resoconto del I Congresso internazionale dei cooperatori salesiani in Bollettino salesiano, XX (1895), 5, pp. 113-137 (con interessante profilo di Svampa) e l’articolo Il card. Domenico Svampa e l’Opera di don Bosco in Bollettino salesiano, XLI (1917), 8, pp. 201-204.
La voce di A. Albertazzi, Svampa, Domenico, in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, a cura di F. Traniello - G. Campanini, II, Casale Monferrato 1982, pp. 626-630 e il profilo di G. Venturi, Il Cardinal D. S., in Domus episcopi: il palazzo arcivescovile di Bologna, a cura di R. Terra, San Giorgio di Piano 2002, pp. 241-249 presentano bibliografie alle quali si rimanda; si segnalano comunque A. Albertazzi, Il Cardinale Svampa e i cattolici bolognesi, Brescia 1971; G. Venturi, Episcopato, cattolici e Comune a Bologna 1870-1904, Bologna 1976, pp. 201-257; A. Albertazzi, D. S. un vescovo tra due secoli. Chiesa e società a Bologna (1894-1907), in Quaderni culturali bolognesi, II (1978), 5, pp. 5-50; l’Introduzione e la Cronologia che aprono D. Svampa, Lettere al fratello, a cura di A. Albertazzi, Roma 1982, pp. 12*-72*; G. Battelli, Santa sede e vescovi nello stato unitario dal secondo Ottocento ai primi anni della Repubblica, in Storia d’Italia, V, 2, I documenti, a cura di R. Romano - C. Vivanti, Torino 1984, pp. 809-854; G. Battelli, I vescovi italiani tra Leone XIII e Pio X. Contributi recenti, in Cristianesimo nella storia, VI (1985), 1, pp. 93-143 (in partic. pp. 107-111); Lettere pastorali dei vescovi dell’Emilia-Romagna, a cura di D. Menozzi, Genova 1986; G. Venturi, G. Acquaderni: gli anni delle fondazioni, Bologna 1990; G. Vian, La riforma della chiesa per la restaurazione cristiana della società. Le visite apostoliche delle diocesi e dei seminari d’Italia promosse durante il pontificato di Pio X (1903-1914), II, Roma 1998, pp. 501-597; A. Marani, La conferenza episcopale della regione emiliano-romagnola da Leone XIII a Pio X, in Episcopato e società tra Leone XIII e Pio X. Direttive romane ed esperienze locali in Emilia-Romagna e Veneto, a cura di D. Menozzi, Bologna 2000, pp. 117-205; D. Menozzi, Sacro Cuore. Un culto tra devozione interiore e restaurazione cristiana della società, Roma 2001, pp. 197-211; Il cardinale D. S.: frammenti di una storia: i libri, gli oggetti, le carte: mostra documentaria, a cura di E.M. Conti, Montegranaro 2008.
Si vedano inoltre: http://www.luoghifermani.it/ ?p=1302; http://www.veregraup.org/2018/01/2 8/domenico-svampa-il-sacerdote-montegranarese-che-stava-per-essere-fatto-papa/; http://comune.montegranaro.fm.it/c109018/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/9 (4 febbraio 2019).