dolore
Rappresentazione interna del dolore
La percezione del dolore comprende l’attivazione di un sistema sensoriale (sistema della nocicezione) che è modulato da una serie di fattori modificatori, che vanno dalla memoria di precedenti eventi dolorosi alle influenze psicologiche, incluso lo stato di stress, l’alterazione dell’umore, l’attesa del trattamento e la speranza di guarigione. come per altre modalità, il dolore non è semplicemente un’esperienza sensoriale, ma piuttosto il risultato di un’elaborazione svolta a un livello superiore. In questo senso, il sistema nervoso centrale non rappresenta un semplice ricevitore di impulsi nervosi afferenti, sensitivi o dolorifici, ma svolge un ruolo cruciale di elaborazione di questi ingressi.
Per quanto riguarda la nocicezione, il segnale proveniente dalla periferia giunge nelle corna dorsali del midollo spinale. I neuroni nocicettivi di secondo ordine, con il corpo cellulare nelle corna dorsali, sono distinti in due tipi: quelli che rispondono a deboli stimolazioni e che incrementano la risposta quando lo stimolo diviene più intenso (nocivo) e quelli che rispondono a stimoli esclusivamente nocivi. Questi neuroni sono rispettivamente definiti WDr (Wide Dynamic Range, neuroni ad ampio range dinamico) e NS (Nociceptive-Specific, neuroni nocicettivi specifici). Lo stimolo dolorifico viene trasferito dalle corna dorsali all’encefalo tramite tre vie principali: il tratto spinotalamico, quello spinoreticolare e quello spinomesencefalico. Il tratto spinotalamico è la principale via dolorifica che risale il midollo spinale. Questa via raggiunge il talamo e da qui prosegue per la corteccia somatosensoriale localizzata nel giro postcentrale. Il tratto spinoreticolare termina nella formazione reticolare del ponte, nella quale sono presenti neuroni di proiezione che inviano i loro messaggi al talamo (nei due lati dell’encefalo). Da qui l’informazione è trasportata a molte aree cerebrali, tra cui la corteccia cingolata anteriore e l’amigdala. Queste due aree sono importanti per il processamento della componente emozionale del dolore e per la memoria del dolore. Una terza via ascendente è il tratto spinomesencefalico, che proietta alla sostanza grigia circostante l’acquedotto di Silvio. Da qui la via prosegue verso il nucleo parabrachiale del tronco encefalico, che a sua volta si connette con l’amigdala e altre strutture del sistema limbico. Una quarta via è il tratto spinoipotalamico, che proietta direttamente alle aree di controllo del sistema nervoso autonomo, attivando complesse risposte neuroendocrine e cardiovascolari.
Il dolore è un’esperienza multidimensionale che accoppia alla nocicezione aspetti emozionali e cognitivi. Da un lato il dolore può portare ad ansia e depressione; d’altro canto, pazienti con ansia o depressione hanno una più intensa percezione del dolore e sono più soggetti a sviluppare forme di dolore cronico. Quindi, lo stato emotivo può influenzare in maniera molto robusta la percezione del dolore. Il dolore può anche alterare le funzioni corticali e interferire con le normali capacità di prendere decisioni; similmente, processi cognitivi possono modulare la percezione del dolore. ci sono quindi complesse interazioni tra fenomeni cognitivi, percezione del dolore e aspetti emozionali. Una più precisa comprensione di queste interazioni è essenziale per valutare e trattare appropriatamente il dolore. In questo contesto, un importante aiuto per analizzare i vari aspetti della percezione del dolore viene da tecniche non invasive di analisi dell’attività cerebrale, quali la tomografia a emissione di positroni (PEt) e la risonanza magnetica funzionale. Queste tecniche hanno permesso di identificare una vera e propria rete di strutture cerebrali (detta matrice del dolore), il cui pattern di attivazione segnala precisi aspetti della percezione del dolore. Questa rete comprende aree già citate in precedenza, come la corteccia somatosensoriale primaria e secondaria, la corteccia insulare, la corteccia cingolata anteriore, e i nuclei talamici. Inoltre, la matrice del dolore include specifiche porzioni della corteccia prefrontale e strutture del sistema limbico (in particolare l’amigdala). L’area più legata agli aspetti sensoriali discriminativi del dolore è senz’altro la corteccia somatosensoriale. I neuroni di questa corteccia presentano campi recettivi solitamente piccoli e sono in grado di codificare molto precisamente la sorgente dello stimolo dolorifico. La dimensione psicoemotiva (riguardante la spiacevolezza, il fastidio, il turbamento indotto dalla sensazione provata) dell’esperienza dolorifica è codificata invece in altre strutture. Il ‘nodo’ emotivo della matrice del dolore include la corteccia cingolata, il sistema limbico e l’insula. Le lesioni dell’insula, in partic., provocano una specifica riduzione della risposta emotiva al dolore, che in alcuni casi porta alla cosiddetta asimbolia per il dolore, nella quale il soggetto percepisce lo stimolo doloroso senza manifestare reazioni psicologiche appropriate. La corteccia cingolata e la corteccia insulare sembrano anche costituire un sistema empatico-rievocativo dell’esperienza dolorosa, che rende possibile capire e condividere il dolore altrui. In partic., studi hanno utilizzato la risonanza magnetica per analizzare l’attività cerebrale di volontari che ricevevano uno stimolo doloroso in prima persona, o erano avvertiti mediante uno stimolo visivo che il loro partner (presente nella stessa stanza) stava ricevendo una stimolazione dolorosa simile a quella da loro precedentemente ricevuta. mentre la corteccia somatosensoriale veniva ‘accesa’ solo dalla stimolazione dolorosa diretta, entrambe le situazioni sperimentali erano in grado di attivare sia la corteccia cingolata anteriore sia la corteccia insulare. Quindi empatizzare e partecipare al dolore degli altri attiva il sistema corticale per la rappresentazione della componente psicologica del dolore, mentre la componente sensoriale-discriminativa della matrice del dolore si attiva soltanto durante l’esperienza dolorosa diretta.