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DOLORE CRONICO

di Flaminia Pavone - Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)
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DOLORE CRONICO

Flaminia Pavone

Il d. c., condizione altamente disabilitante, può insorgere per un evento traumatico o essere associato a patologie nelle quali sono coinvolte le vie somatosensoriali del sistema nervoso centrale e periferico. Forme articolari infiammatorie come l’osteoartrite, neuropatie di diversa origine (diabetica, traumatica, posterpetica, ischemica, nevralgia trigeminale), dolore centrale, neoplasie, fibromialgia, emicrania sono condizioni patologiche in cui si manifesta dolore cronico. Numerosi e di diversa natura i fattori che possono determinarne l’insorgenza.

A differenza del dolore acuto, che rappresenta un segnale d’allarme per un potenziale danno in arrivo ed è legato a uno stato di provvisorietà, il d. c. non ha una risoluzione temporale, dura nel tempo per mesi o anni e diventa una patologia a sé stante. Cambiamenti persistenti nei circuiti nervosi a livello periferico e centrale permangono anche in assenza di una lesione e del processo infiammatorio.

Gli stimoli nocivi attivano le terminazioni nervose (nocicettori), traducono l’informazione e la trasmettono alle corna dorsali del midollo spinale e ai centri cerebrali lungo le vie ascendenti spinotalamiche e talamo-corticali. Da un punto di vista elettrofisiologico si assiste a un’alterata conduzione dell’impulso nervoso con variazioni nella modalità di scarica neuronale e nei parametri temporali. Quando uno stimolo doloroso riduce la soglia di attivazione dei nocicettori, l’eccitabilità di membrana aumenta e si verifica un fenomeno di sensitizzazione che, se lo stimolo doloroso persiste, da periferica diventa centrale. Lungo i circuiti nervosi si verificano numerose modifiche, a livello sia cellulare sia molecolare, che coinvolgono meccanismi di plasticità nervosa (Basbaum, Bautista, Scherrer et al. 2009). L’ipereccitabilità delle vie ascendenti di trasmissione, insieme ad alterazioni nelle vie discendenti di controllo, porta a una cronicizzazione del dolore. Aumento del rilascio di neurotrasmettitori e neuropeptidi pronocicettivi (glutammato, sostanza P, CGRP o Calcitonin Gene Related Peptide, bradichinina), cambiamenti nell’espressione recettoriale e dei canali ionici (recettori vanilloidi TRPV1, Transient Receptor Potential Vanilloid1, canali calcio, canali sodio voltaggio dipendenti, canali potassio), liberazione di fattori infiammatori (citochine, prostaglandine, istamina), infiltrazione di cellule del sistema immunitario (macrofagi, mastociti, linfociti T) contribuiscono a favorire lo stato algico. Un ruolo determinante è stato riconosciuto ai fattori trofici e, in particolare, all’NGF (Nerve Growth Factor). Tutte queste molecole possono agire direttamente sull’eccitabilità neuronale o interferire con l’espressione genica dei neuroni e delle cellule gliali, il contributo delle quali nei processi di sensitizzazione centrale è ritenuto fondamentale (Grace, Hutchinson, Maier et al. 2014). Meccanismi epigenetici, che comportano cambiamenti ereditabili nell’espressione genica senza alterazioni nella sequenza del DNA (DeoxyriboNucleic Acid), sono oggetto di studio per il loro contributo allo sviluppo del d. c. (Denk, McMahon 2012).

Infine, la componente emozionale/cognitiva gioca un ruolo critico nell’insorgenza e nel mantenimento del d. c. e si integra con la componente organica. Una stretta comorbidità è presente tra d. c. e sindromi patologiche di ordine psichiatrico come ansia e depressione.

Per quanto riguarda la terapia, al 2015 non ne esiste una adeguata e soddisfacente, ma i progressi ottenuti nello studio dei meccanismi implicati aprono nuove prospettive in cui ognuno degli ‘attori’ coinvolti può diventare il giusto bersaglio per un intervento terapeutico.

Bibliografia: A.I. Basbaum, D.M. Bautista, G. Scherrer et al., Cellular and molecular mechanisms of pain, «Cell», 2009, 139, 2, pp. 267-84; F. Denk, S.B. McMahon, Chronic pain: emerging evidence for the involvement of epigenetics, «Neuron», 2012, 73, 3, pp. 435-44; P.M. Grace, M.R. Hutchinson, S.F. Maier et al., Pathological pain and the neuroimmune interface, «Nature reviews. Immunology», 2014, 14, 4, pp. 217-31.

Vedi anche
fibromialgia Patologia dell’apparato motorio contraddistinta da dolori inizialmente localizzati nel tratto cervicale o lombare, che nel corso di qualche mese o anno si diffondono all’intero corpo, associati spesso a disturbi dell’umore, insonnia, affaticamento cronico. L’eziologia della f., che per il 90% colpisce ... emicrania Cefalea primaria. Spesso ereditaria, può essere considerata un fenomeno neurobiologico complesso legato ad alterazioni transitorie delle cellule cerebrali in assenza di alterazioni strutturali. Da un punto di vista neurofisiologico si tende a dare importanza al ruolo dei neurotrasmettitori. Esistono ... nervo sopratrocleare In anatomia, ramo di biforcazione del nervo frontale. Nervo s. di Arnold Anastomosi che il nervo frontale invia al nervo nasale esterno. ansia In psichiatria, stato di tensione psicosomatica, generalmente vissuto come penosa passività verso eventi dannosi che il soggetto pensa stiano verificandosi o teme possano verificarsi. Viene considerata un fenomeno generale, presente, anche se in gradi diversi, nello sviluppo psichico di ognuno. Se si ...
Tag
  • SISTEMA NERVOSO CENTRALE
  • SISTEMA IMMUNITARIO
  • ESPRESSIONE GENICA
  • PLASTICITÀ NERVOSA
  • NEUROTRASMETTITORI
Vocabolario
crònico
cronico crònico agg. [dal lat. chronĭcus, gr. χρονικός, der. di χρόνος «tempo»] (pl. m. -ci) . – 1. In medicina, e nel linguaggio com., di malattia o condizione morbosa a lento decorso, e quindi con scarsa tendenza a raggiungere l’esito,...
dolóre
dolore dolóre s. m. [lat. dolor -ōris, der. di dolere «sentir dolore»]. – 1. Qualunque sensazione soggettiva di sofferenza provocata da un male fisico: dolor di testa, di denti; avere un d. in un fianco, in una spalla; essere pieno di dolori;...
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