DOLOMIA
. Roccia semplice, sedimentaria costituita essenzialmente di dolomite (v.). A questo minerale si associa quasi sempre la calcite in quantità più o meno considerevole. Le rocce che ne contengono una percentuale notevole sono però classificate come calcari dolomitici. Le dolomie hanno molti caratteri esteriori (colore, struttura) in comune con i calcari; i due tipi di rocce si distinguono però facilmente per le proprietà fisiche e chimiche dei minerali che sono i loro rispettivi costituenti principali. Siccome la dolomite, a differenza della calcite è difficilmente attaccata dagli acidi deboli o diluiti, i calcari dolomitici, per effetto delle acque carbonicate circolanti, si dissolvono in sabbia dolomitica. Analoga è la causa della struttura vacuolare e cavernosa, tanto comune nelle dolomie, e dei modelli di conchiglie fossili, frequenti in queste rocce. Le dolomie, come i calcari, si distinguono in varietà saccaroidi, spesso porose e friabili, compatte ed oolitiche. La stratificazione per lo più è poco distinta, frequente invece una divisione in banchi grossolani. Varietà saccaroidi molto note per i bei minerali accessorî in esse racchiusi sono quella di Campolongo nel Canton Ticino e della Valle di Binn nel Vallese.
Le dolomie resistono bene agli agenti atmosferici, ma sono più facili alle fratture per la loro poca plasticità. Perciò esse vanno soggette a una degradazione particolare che dà origine a un paesaggio caratteristico, molto accidentato, tutto guglie e spuntoni, detto paesaggio dolomitico.
S'incontrano rocce dolomitiche in tutte le formazioni. In Germania sono abbondanti le varietà compatte del Permico e del Giurassico superiore, in Francia sono sviluppate nel Triassico delle Alpi Marittime, delle Aquitane, dei Pirenei, ecc., in Italia nelle regioni alpine e prealpine, e appartengono particolarmente al Triassico. La dolomia del Triassico medio che forma la massa delle Grigne, dell'Arera, della Presolana, della Cima di Camino, ecc., è detta inferiore (e anche dolomia di Esino o dolomia metallifera) per distinguerla dalla dolomia principale del Triassico superiore, molto sviluppata nel Veneto, dove costituisce le imponenti masse del Cadore e del Trentino
La dolomia a Conchodon, chiamata così dal nome di questo fossile caratteristico, è del Retico. Non v'è dubbio che le dolomie si siano potute depositare direttamente in seno alle acque per l'attività di organismi capaci di fissare il carbonato di magnesio oltre che quello di calcio (i litotammi e le alghe calcarifere contengono il 10% di MgCO3 e gli scheletri di alcuni coralli anche il 20%). In altri casi invece l'origine di queste rocce è dovuta a un'azione di scambio (azione metosomatica) tra i sali di magnesio contenuti in soluzione nelle acque e il carbonato di calcio organogeno. Una tale azione è favorita dal fatto che il sale di calcio è in gran parte aragonite, cioè in fase metastabile. Il processo di dolomitizzazione secondario poi è anche legato all'arricchimento indiretto della roccia in carbonato di magnesio per dissoluzione del carbonato di calcio. L'origine è dunque multipla. Le dolomie possono servire come materiale da costruzione e da pietrisco stradale e talvolta come fondente nell'industria del ferro.