DOLINA
. Nome d'origine slava, divenuto internazionale, per significare le più comuni cavità superficiali dei territori carsici (v. carsici, fenomeni). Esse sono infossature del suolo, a contorno circolare od ovale, a forma di piatto, scodella, imbuto, calice, pozzo, con diametro variabile da pochi ad alcune centinaia di metri. Le sponde sono variamente inclinate, talvolta anche a picco. Il fondo spesso è rivestito di deposito argilloso (terra rossa) che trattiene l'umidità; e allora la conca può essere sede di vegetazione, o anche di sfruttamento agricolo. Non mancano doline con laghetto, di solito temporaneo. Se la roccia del fondo rimane invece scoperta, vi si vedono fenditure, oppure anche bocche di voragini, per le quali l'acqua piovana penetra nel labirinto delle cavità sotterranee (doline con inghiottitoio, dette anche foibe in Istria, Jama in slavo). L'origine della conca è attribuita all'azione solvente ed erosiva dell'acqua attorno alle fenditure e nei punti di maggiore solubilità del calcare. Più raramente si trovano doline di sprofondamento, originatesi cioè per improvviso crollo o per lento cedimento del terreno sopra cavità sotterranee. Può essere ancora in parte visibile la caverna che determinò il crollo della vòlta, i cui frammenti restano accumulati sul fondo. Per cedimento si formano pure doline in terreni poco coerenti, che s'appoggiano su rocce solubili (doline ereditate): tali le doline alluvionali della Piana di Rieti, quelle aperte nei tufi della Campagna Romana, quelle nei rivestimenti morenici che coprono rocce gessose delle Alpi Bellunesi.
Bibl.: M. Gortani, Appunti per una classificazione delle doline, in Mondo sotterraneo, 1908; A. Penck, Morphologie der Erdoberfläche, II, Stoccarda 1894, pp. 268-71, 275-82; A. R. Toniolo, Il Colle del Montello, in Memorie geografiche, 1907, n. 3.