DOLCE
Al casato di Savigliano (Cuneo), rappresentato da un Matteo Vittorio e da un Francesco nel 1548 nella Società popolare saviglianese accanto alle nobili famiglie emergenti (Novellis, 1844, p. 153), appartennero verosimilmente diversi pittori attivi nel Cinquecento e nel primo Seicento. Lo stesso Novellis (Biografia di illustri saviglianesi, Torino 1840, p. 179) lo distingue dalla famiglia "derivante da Marene, detta De Marenis" (Marene, centro allora compreso nel territorio di Savigliano, divenne Comune autonomo alla fine del Seicento).
L'autore delle biografie manoscritte di illustri saviglianesi, identificato da Olmo (comunicazione alla scrivente nel 1987) con il letterato saviglianese Ercole Biga, si sofferma su Pietro (sub voce) che dice "carico di figlioli" e su un suo figlio Giovanni Angelo (sub voce), limitandosi a menzionare un altro figlio di Pietro, Alessandro, pittore mediocre, dedito all'alchimia e alla ricerca della "pietra filosofale", che finì in miseria e "impazzito consumò buona parte del suo tempo col soffiare" dietro i fornelli, e una figlia, madre del pittore saviglianese Antonio Molineri, "diligentemente" istruito da Giovanni Angelo nei "principi dell'arte". Il nome di quest'ultima potrebbe essere Lucrezia (cfr. Olmo, 1978, p. 172; ma vedi anche Schede Vesme, 1966, II, p. 708). Le fonti saviglianesi (Novellis, 1844, p. 339; Turletti, 1879-90, II, p. 844; III, p. 814) ribadiscono che il Molineri apprese a dipingere dallo zio, collaborando con lui; una conferma stilistica dell'innesto del giovane pittore sull'ultimo manierismo di Giovanni Angelo e di C. Arbasia sembra del resto venire dalla decorazione degli sguanci delle finestre nel coro di S. Pietro a Savigliano.
Il Turletti cita anche un altro figlio di Pietro, Simone, vivente nel 1576, ma ne ignora come per il fratello Alessandro, vivente nel 1582, la professione (1879-90, II, p. 844); ritiene inoltre che un Giovanni Michele pittore "dilettante e agiato", incaricato nel 1536 dal Municipio di Savigliano di dipingere le armi sabaude sulle porte della città, potesse essere fratello di Pietro (II, p. 842), come ripeterà Bonino (1927, p. 83): ma il Vesme (1966, p. 415) rilevava l'assenza di prove sull'appartenenza di questo pittore alla famiglia Dolce; né hanno riscontri documentari le recenti aggiunte del Perotti (1986).
L'Eandi (1833, I, p. 186) menziona un pittore CarloDolce nativo di Marene, che "visse circa il 1600, e fu autore di alcuni quadri pregiati, e di vari dipinti a fresco esistenti in Savigliano ed altrove"; il Novellis (1844) rileva la difficoltà di distinguere le sue opere da quelle dei Dolce di Savigliano, le cui poche tele superstiti avrebbero il cognome Dolce e raramente la data. Dopo le scarse notizie del Casalis (1842, 1849), il Turletti (II, p. 844) ritiene possibile che fosse allievo di Giovanni Angelo Dolce e dell'Arbasia, a cui sarebbe sopravvissuto per pochi anni, lasciando opere "mediocri" di difficile identificazione. Fu invece "valente pittore" affermatosi intorno al 1600 secondo Giordanino (1895), che dice "assai reputati alcuni suoi quadri e varii affreschi". Quali fossero non è stato finora appurato, il che ha causato frequenti confusioni tra i Dolce di Savigliano e di Marene, anche per opere sicuramente riferibili ai pittori saviglianesi; il Perotti ha riferito a Carlo, senza supporti probanti, interventi negli affreschi di Centallo (1980, p. 83) e di Lagnasco (1980, pp. 145 s.). Vicini alle opere di Giovanni Angelo sono gli affreschi nella cappella di Giovanni Battista in località Bergamino presso Marene, che spettano invece ad un artista che ha lasciato numerose testimonianze a Sommariva Bosco, Caramagna, Cavallermaggiore, Bene Vagienna e Savigliano.
Fonti e Bibl.: Per i Dolce di Savigliano, oltre alle biografie di Pietro e di Giovanni Angelo in questo Dizionario, cfr. Savigliano, Arch. storico del Museo civico, Arch. Taffini d'Acceglio: Gio. Angelo Dolce pittore e Gio. Antonino Mollineri pittore, ms. attribuito a E. Biga, 1571-1640; G. Eandi, Statistica della prov. di Saluzzo, I, Saluzzo 1833, p. 186 (per Carlo); G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale, X, Torino 1842, p. 148; XIX, ibid. 1849, p. 556 (per Carlo); C. Novellis, Storia di Savigliano, Torino 1844, pp. 324 s., 339; C. Turletti, Storia di Savigliano, Savigliano 1879-90, II, pp. 842, 844 (anche per Carlo); III, pp. 814, 844; G. Giordanino, Marene antica profana e sacra [1895], Savigliano 1981, p. 49 (per Carlo); A. Bonino, Pietro e Giovannangelo Dolce, in Atti della Soc. piemontese di archeol. e belle arti, Torino 1927, p. 83; Schede Vesme, II, Torino 1966, p. 415 (anche per Carlo); A. Olmo, Arte in Savigliano, Savigliano 1978, ad Indicem; M. Perotti, Repertorio di monumenti della provincia di Cuneo, I, Territorio dell'antica marca saluzzese, Cuneo 1980, pp. 83, 145 S. (per Carlo); II, Territorio dell'antico principato di Piemonte, Cuneo 1986, pp. 482 s.; G. Galante Garrone, Arte a Cavallermaggiore tra ricerca e tutela. Dal Trecento al tardo manierismo, in Percorsi storici. Studi sulla citta di Cavallermaggiore, a cura di G. Carità-E. Genta, Savigliano 1990, p. 398.