Vedi DODONA dell'anno: 1960 - 1973
DODONA (v. vol. iii, p. 151)
Gli scavi dell'ultimo decennio hanno permesso uno studio accurato del teatro, del quale è stata riportata alla luce la scena.
L'edificio, databile all'inizio del III sec. a. C. presenta la cavea divisa in tre zone, rispettivamente di 21,16 e 21 gradini in calcare, e in 9 settori nelle due zone inferiori, 18 nella zona più alta. Subì danni alla fine del III sec. a. C., ma fu ben presto ricostruito dagli Epiroti e da Filippo V; a questo periodo si attribuisce la sostituzione del proscenio ligneo con uno in pietra. Vicino al teatro è stato riconosciuto il bouleutèrion del koinòn degli Epiroti: una sala ipostila con una doppia fila di colonne ioniche, preceduta da un portico di ordine dorico. Tra i trovamenti più interessanti segnaliamo: alcune basi che dovevano reggere statue onorarie e che ci conservano la firma dello scultore argivo Athenogenes (v. vol. i, p. 831) figlio di Aristomenes, attivo ad Epidauro verso la fine del III sec. a. C.; un frammento di cnemide in bronzo del V sec. a. C., che conserva la dedica scritta in argento: M. Γάνγριος Αρδιαῖζος ἀνέϑεκε Λιὶ Ναΐοι
Bibl.: Bull. Corr. Hell., LXXXIV, 1960, p. 746; XC, 1966, p. 483; CXCI, 1967, p. 681.