doccia
Con il significato di " condotto o canale per raccogliere e convogliare le acque " il termine compare due volte in D., nella prima cantica e sempre in rima. In If XIV 117 Lor corso in questa valle si diroccia; / fanno [le lacrime del Veglio] Acheronte, Stige e Flegetonta; / poi sen van giù per questa stretta doccia, a chiarire il termine soccorre l'ampia chiosa del Boccaccio: " Poi sen va giù per questa stretta doccia, cioè per questo stretto ruscello il qual tu vedi, il quale per la sua strettezza assomiglia ad una doccia, per la quale, come assai è manifesto, qui si menano l'acque prestamente d'una parte ad un'altra; e però è detta doccia da questo verbo duco-ducis il quale sta per menare ". L'esegesi è confermata da quanto scrivono sul termine Buti e Daniello, glossando la seconda attestazione in If XXIII 46 Non corse mai sì tosto acqua per doccia / a volger ruota di molin terragno: " Non corse mai sì tosto acqua per doccia; cioè per canale " (Buti), e " Doccia, picciol canale ove corre l'acqua che si dà al molino " (Daniello).