DOBRUGIA (XIII, p. 79)
Insieme al problema dello sbocco all'Egeo, quello della Dobrugia meridionale rimase un elemento determinante dell'orientamento della politica estera bulgara. Al momento di discutere la formazione di una intesa balcanica, dopo il 1930, la diplomazia bulgara portò nuovamente sul tappeto la questione della Dobrugia, ponendo la sua soluzione a pregiudiziale di qualsiasi intesa. Non avendo ricevuto soddisfazione, il governo bulgaro si ritirò dalle trattative e lasciò che gli altri governi attuassero l'intesa senza la sua partecipazione. Alla vigilia della seconda Guerra mondiale, nella primavera del 1939, Sofia tornò a compiere un passo diplomatico per riavere la Dobrugia. Forti pressioni vennero esercitate dai governi britannico e francese sul governo romeno perché venisse ad un compromesso e si ventilò una sistemazione sulla base di un affitto a lungo termine di parti della Dobrugia alla Bulgaria, che a sua volta avrebbe dato l'adesione all'intesa balcanica o a un patto del Mar Nero in funzione antitotalitaria. Bucarest avversò simile compromesso e il mancato accordo influì non poco sull'ulteriore slittamento della politica bulgara verso le potenze dell'Asse. A poco più d'un anno il governo romeno fu costretto a trattare in condizioni meno favorevoli. Allorché l'ultimatum sovietico del 27 giugno 1940 lo indusse a cambiare la ruota della sua politica e ad accostarsi alla Germania e all'Italia, queste posero come condizione della garanzia alla integrità territoriale della Romania la cessione, tra l'altro, della Dobrugia alla Bulgaria. A Craiova, il 7 settembre 1940, veniva firmato l'atto di cessione della Dobrugia meridionale alla Bulgaria per una estensione di 7.696 kmq. con 319.550 abitanti (nel 1941). Il 1° ottobre le truppe bulgare completavano l'occupazione della zona. Unica eccezione tra le terre occupate durante la guerra con l'appoggio delle potenze dell'Asse, la Dobrugia rimase alla Bulgaria anche al momento della pace. Il trattato di pace del 10 febbraio 1947 disponeva, infatti, che i confini bulgari fossero quelli esistenti al 1° gennaio 1941, cioè i confini del trattato di Neuilly del 1919 con in più la Dobrugia. Era il compenso per l'attiva partecipazione bulgara all'ultima fase della guerra contro la Germania e nello stesso tempo l'eliminazione di un motivo di contrasto balcanico e di una causa della debolezza etnica dello stato romeno. Capoluogo della Dobrugia meridionale è Dobric, che nel 1941 contava 27.845 abitanti.