DOBBIACO (in ted. Toblach; A. T., 24-25-26)
Paese della provincia di Bolzano, situato a breve distanza dalle sorgenti della Rienza, a cavaliere tra la valle di questo fiume e quella della Drava. L'abitato consta di due parti: Dobbiaco Vecchio, a 1240 m. s. m. allo sbocco di un vallone, modesto gruppo di case intorno alla chiesa parrocchiale, fiancheggiata dal vecchio cimitero; Dobbiaco Nuovo, a 1220 m., costituito quasi esclusivamente da alberghi, presso la stazione ferroviaria e lungo la strada che, risalendo la Rienza, conduce al Lago di Dobbiaco e a Carbonin. Nell'insieme il comune aveva nel 1921 2028 abitanti.
Dobbiaco è gran centro turistico e di villeggiatura estiva, ma ha importanza anche per la sua situazione fra le valli della Drava e della Rienza che in realtà formano un unico solco, detto Pusteria, e inoltre perché guarda la via che conduce a Cortina e di qua al bacino del Piave. Posta sulla ferrovia che da Bolzano per Fortezza conduce a Lienz e a Vienna, fu durante la guerra nodo strategico importante; l'abitato, battuto dalle nostre artiglierie, fu molto danneggiato ed è in gran parte ricostruito. Il pittoresco Lago di Dobbiaco, a 2 km. da Dobbiaco Nuovo, traversato dalla Rienza, si è formato per sbarramento della valle determinato da una conoide ancora attiva; è lungo km. 0,8, profondo al massimo 9 metri e assai ricco di pesce.
Storia e monumenti. All'epoca romana il territorio di Dobbiaco appartenne al Norico; e non lungi di qui sorse la stazione di Littamum sulla grande via militare da Aquileia a Veldidena (presso Innsbruck). Di Duplago è ricordo la prima volta nell'827. La borgata fu incorporata nel territorio immune del vescovado di Frisinga, che si trasformò poscia nella giurisdizione di Belispergo (Welsberg), usurpata fin dal Duecento dai conti di Tiralli (e quindi di Gorizia dal 1271 al 1500). Racchiusa così nel mezzo dei possedimenti tirolesi, Dobbiaco non era zona di confine; ma ripeteva la sua importanza dalla confluenza della nuova strada di Allemagna, destinata ai traffici mondiali, per la via di Ampezzo, oltre il Brennero. La chiesa riedificata nel settecento, la cappella del Calvario con rilievi policromi, varî palazzotti, sparsi per il paese e dintorni, conservano memoria soprattutto degli Herbst e dei Frangipane (sec. XVI).
Bibl.: J. A. Rohracher, Toblach und Ampezzotal, 3ª ed., Monaco 1912; J. Weingartner, Die Kunstdenkm. Südtirols, I, Vienna 1923, pp. 461-66.