Poeta, narratore e filosofo russo (Pietroburgo 1866 - Parigi 1941). Assieme alla moglie, la poetessa Zinaida Gippus, raccolse intorno a sé, nella sua casa di Pietroburgo, i seguaci delle nuove correnti estetiche e filosofiche, e redasse nel 1903-04 la rivista decadente Novyj put´ ("La nuova strada"). Accanito oppositore del regime sovietico, visse dal 1920 all'estero. M. fu tra gli iniziatori della scuola simbolistica russa e il suo saggio O pričinach upadka i o novych tečenijach sovremennoj russkoj literatury ("Sulle cause del decadimento e sulle nuove correnti della letteratura russa contemporanea", 1893) può considerarsi il primo manifesto del simbolismo in Russia. Tutta impostata su fondamenti mistici e teologali, l'opera di M. si propone di illustrare con esempî storici il cammino dell'umanità verso il futuro "regno dello spirito", sintesi di paganesimo e di fede cristiana. Sulla teoria dei tre regni, variante mistica della triade hegeliana, s'imperniano, per esempio, le sue due trilogie più famose. La prima (Christos i Antichrist "Cristo e Anticristo") è composta dei romanzi Smert´ bogov: Julian Otstupnik ("La morte degli dèi: Giuliano l'Apostata", 1896), Voskresšie bogi: Leonardo da Vinci ("La resurrezione degli dèi: Leonardo da Vinci", 1901) e Antichrist: Pëtr i Aleksej ("Anticristo: Pietro e Alessio", 1905). La seconda comprende: Pavel I (1908), Aleksandr I (1911) e 14 dekabrja ("Il 14 dicembre", 1918). Chiudendo la storia nelle strette cornici dei suoi schemi, M. non si fa scrupolo di alterare i fatti. Anche la critica letteraria fu concepita da M. dentro schemi mistici: nella creazione di Gogol´ egli vide una lotta col diavolo e in Čičikov l'Anticristo; Dostoevskij e Tolstoj furono per lui precursori della rigenerazione universale. Negli anni dell'esilio continuò a scrivere romanzi a tesi, come Tajna trech ("Il mistero dei tre", 1925) e Roždenie bogov: Tutankamen na Krite ("La nascita degli dèi: T. a Creta", 1926), ecc. Degli ultimi suoi lavori bisogna ricordare gli studî su Napoleone, su Dante, su s. Agostino. Fedele in principio all'autocrazia (lo zar era per lui l'unto del Signore), M. passò all'opposizione dopo la rivoluzione del 1905, ma, allarmato dalle correnti progressiste, piegò a destra e accolse la rivoluzione bolscevica come "regno dell'Anticristo".