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DĪWĀN

di Carlo Alfonso Nallino - Enciclopedia Italiana (1932)
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DĪWĀN

Carlo Alfonso Nallino

N Vocabolo arabo d'origine persiana, italianizzato in divano (fr. e ingl. divan, sp. diván, ted. Diwan), il quale è andato assumendo significati svariatissimi, che qui riassumiamo.

1. La parola araba, poi diffusa in altre lingue di popoli musulmani, deriva sicuramente da un vocabolo del pahlawi o mediopersiano, all'incirca dēwān, che si collega con parole persiane significanti "scrivere, scrivano", ecc. Fu introdotta in arabo sotto il califfato di ‛Omar I (1323 èg., 634-644 d. C.) nel significato di registro dei soldi delle milizie arabe e delle pensioni di stato; presto si estese anche a designare sia il complesso degli scrivani che tenevano quei registri, sia il loro ufficio in astratto, sia il luogo ove lavoravano. Con l'ampliarsi dell'organismo amministrativo dell'Impero musulmano il vocabolo, già nel sec. III èg. (IX d. C.), fu applicato alla direzione generale dell'amministrazione finanziaria e della proprietà fondiaria, come pure ai singoli uffici da essa dipendenti; poco più tardi servì anche a designare qualsiasi ufficio pubblico amministrativo, e inoltre, in seguito, consigli di alti funzionarî e persino tribunali speciali. Nell'Impero ottomano era famoso quello che gli scrittori europei chiamavano il Gran Divano (in turco dīwān-i humāyūn "Consiglio Imperiale") o cancelleria della Sublime Porta, riordinato da Maometto II il Conquistatore (1451-1481), presieduto dal Gran Visir e avente alte funzioni politiche e giudiziarie; esso perdette d'importanza nel sec. XVIII, finché Maḥmūd II (1808-1839) lo sostituì negli ultimi anni del suo regno con il Consiglio privato, poi divenuto il Consiglio dei ministri. Dalla Turchia il vocabolo divano penetrò in Europa, sullo scorcio del sec. XV. Ma in Sicilia l'amministrazione normanna del sec. XII aveva accolto la forma duana e conservato o istituito la regia duana a secretis (in corrispondenza a quello che gli Arabi chiamavano dīwān attaḥqīq "ufficio del riscontro o della verificazione"), che teneva i registri fondiari, e la duana baronum, per le concessioni feudali, che poscia si registravano anche nel predetto ufficio.

2. Nell'Africa settentrionale e nella Spagna, già nel sec. XII, il vocabolo ricevette inoltre il significato particolare di ufficio delle dogane, inclusi i suoi magazzini; onde lo spagnolo aduana (ad-dīwān, dove ad- è l'articolo), l'italiano dogana (nella redazione latina del trattato fra Pisa e Tunisi del 16 maggio 1343 dovana) e il francese douane. Già nella prefazione del Liber abaci, composto nel 1202 da Leonardo Fibonacci pisano, si legge: "Cum genitor meus a patria publicus scriba in duana bugee (ossia di Bugia nell'attuale Algeria) pro pisanis mercatoribus ad eam confluentibus constitutus esset". Dal sec. XVI la parola dīwān in questo senso scompare in Tripolitania, Tunisia e Algeria, soffocata da riduzioni dialettali (p. es. qumreq, qemreq, con q pronunziato g duro) del turco gümrük.

3. Dal senso di registro si sviluppò già nel sec. III èg. (IX d. C.), se non prima, il significato di raccolta, collezione scritta, e particolarmente di raccolta delle poesie di un determinato poeta, canzoniere; si ricordi il West-östlicher Diwan di Goethe. Questo significato si è diffuso in tutte le letterature dei popoli musulmani.

4. La semplicità degli uffici orientali fino alla metà del secolo scorso, nei quali non esistevano tavoli e l'arredamento si riduceva a qualche armadio e a sedili lunghi, composti di rozza armatura di legno coperta da materasso e tappeti, forniti di cuscini e disposti lungo le pareti (le persone vi si sedevano a gambe incrociate e scrivevano tenendo i fogli di carta sulla mano sinistra), ha fatto sì che il nome dīwān (italiano divano, ecc.) fosse applicato anche a designare questo tipo di sedili lunghi, ossia di sofà.

Vedi anche
turco Con la locuzione popoli t. si intende un vasto complesso di popoli, le cui sedi primitive erano nell’Asia centrale e orientale, e che da quelle sedi hanno sciamato in età storica, con flusso ininterrotto, verso Occidente; le notizie a loro riguardo cominciano a farsi sicure a partire dal 6° sec. d.C. Storia Portano ... Celestino Schiaparèlli Arabista (Savigliano 1841 - Roma 1919), fratello di Giovanni Virginio, discepolo di M. Amari, prof. di arabo nell'Istituto di studî superiori di Firenze (1873-74), poi all'univ. di Roma (1875-1916). Bibliotecario dell'Accademia dei Lincei. Opere principali: Vocabulista in arabico (1871); L'Italia descritta ... detto il Buono Guglièlmo II re di Sicilia Figlio (1153-1189) di Guglielmo I, gli successe nel 1166; dopo aver aderito alla Lega lombarda (1176) stipulò una tregua con l'imperatore Federico I Barbarossa (1177). Sostenitore dell'avvio della terza crociata (1189-92), morì senza eredi, lasciando il trono alla zia Costanza di Altavilla, moglie del ... dogana Ufficio preposto al controllo delle merci che attraversano, per uscire o per entrare, il confine che delimita il territorio doganale (compreso lo spazio aereo) di uno Stato. Tradizionalmente, il passaggio dei beni attraverso la linea doganale è oggetto di un’attività di vigilanza, che si esplica in controlli ...
Tag
  • LEONARDO FIBONACCI
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  • MAOMETTO II
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    Regista, sceneggiatrice e scrittrice francese (n. 1980). Di origini libanesi, giornalista e direttrice editoriale del periodico Stylist, ha esordito nella narrativa con il romanzo Confession d'un salaud (2004) cui hanno fatto seguito tra gli altri La fabrication d'un mensonge obtient (2008, Prix René-Fallet) ...
  • dīwān
    Enciclopedia on line
    dīwān Vocabolo d’origine persiana, passato poi nelle lingue europee con diversi significati (in it. ha avuto due diversi esiti: divano e dogana). Indicò in origine il registro del soldo delle milizie arabe e delle pensioni di Stato, poi designò qualsiasi pubblico ufficio amministrativo, in particolare, ...
Vocabolario
divano
divano s. m. [dall’arabo dīwān, voce di origine persiana]. – 1. Come adattamento occidentale della voce araba, il termine indicò in origine il registro del soldo delle milizie arabe e delle pensioni di stato, e poi qualsiasi pubblico ufficio...
dogana
dogana (ant. doana o dovana) s. f. [dall’arabo dīwān, propr. «registro, ufficio»; v. divano]. – 1. L’ufficio preposto al controllo delle merci che attraversano, per entrare o per uscire, il confine dello stato, e all’accertamento e alla...
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