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divorare

di Calogero Colicchi - Enciclopedia Dantesca (1970)
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divorare

Calogero Colicchi

Con valore proprio è adoperato in Rime LXXXIII 33 Qual non dirà fallenza / divorar cibo, dove significa " mangiare con ingordigia, oltre misura, senza freno alcuno "; e quindi, in Pd XXVII 131 Tale, balbuzïendo ancor, digiuna, / che poi divora, con la lingua sciolta, " senza tenere conto delle prescrizioni ecclesiastiche ". Il verbo indica perciò l'azione viziosa dei golosi, ai quali è trasferito per similitudine dal cane, come notò già Benvenuto (" Et hic nota, lector, quod comparatio est optima canis ad gulosum "), nel commento a If VI 30 Qual è quel cane ch'abbaiando agogna, / e si racqueta poi che 'l pasto morde, / ché solo a divorarlo intende e pugna.

Nel Fiore, per estensione, significa " dilacerare ", " far morire ", e con similitudine tratta dal lupo che divora le pecore (XCVII 4 credete voi, perché monton paresse, / che de le pecore e' non divorasse?), indica in senso figurato (come si ricava dal v. 11 tutto vad'io le genti divorando) l'azione propria dell'ipocrita, che con il lupo viene identificato, in CXXIII 8 ma egli è dentro lupo per natura, / che divora la gente; figurato anche in If XXXI 142 Antëo... / al fondo che divora / Lucifero con Giuda, ci sposò: vale " ingoia ", " inghiotte " e, per estensione, " tiene in sé e tormenta ".

Vocabolario
divorare
divorare v. tr. [dal lat. devŏrare, comp. di de- e vorare «inghiottire»] (io divóro, ecc.). – 1. Mangiare con ingordigia, detto propr. degli animali, spec. feroci: il leone divorò la preda; ella fu prestamente divorata da molti lupi (Boccaccio);...
divorante
divorante agg. [part. pres. di divorare]. – 1. fig. Violento, impetuoso, travolgente: passione, invidia, odio divorante. 2. In araldica, attributo di animali raffigurati nell’atto di divorare (per es., il biscione visconteo che inghiotte...
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