DIVISIONE militare
È propriamente un tipo di aggruppamento in cui sono organicamente distribuite le forze militari, sia le terrestri (divisione di fanteria e divisione di cavalleria), sia le navali (divisione navale) e le aeree (divisione aerea).
La divisione come grande unità dell'esercito terrestre.
La divisione è un organismo di costituzione binaria (fanteria e artiglieria per la divisione di fanteria; cavalleria e artiglieria per la divisione di cavalleria). La divisione di fanteria è l'unità tattica fondamentale della battaglia in quanto è atta a svolgere in modo completo, con i suoi mezzi, un attacco di notevole importanza.
Organica. - Divisione di fanteria. - La divisione di fanteria è la più piccola delle grandi unità di guerra (gruppo di armate - armata - corpo d'armata - divisione) costituenti gli eserciti moderni. Gli elementi costitutivi della divisione di fanteria sono: il comando; le truppe delle diverse armi; i servizî.
Il comando consta del comandante e dei seguenti principali organi: stato maggiore; comando della fanteria divisionale; comando dell'artiglieria divisionale; comando del genio divisionale; uffici di sanità; di commissariato; di veterinaria; quartiere generale con truppe di gendarmeria; tribunale militare (presso taluni eserciti quest'organo fa parte del comando del corpo d'armata); ufficio postale.
Della divisione fanno organicamente parte le seguenti truppe: Fanteria: tre reggimenti (presso qualche esercito quattro); uno o due battaglioni ausiliarî o territoriali; unità di complementi (complessivamente dai 9.000 ai 12.000 uomini). Ogni reggimento di fanteria è su tre battaglioni e un reparto da 3 a 6 cannoni o mortai o lanciabombe per fanteria (presso taluni eserciti queste armi di accompagnamento della fanteria fanno parte del battaglione (compagnia armi pesanti). Ogni battaglione consta di 3 compagnie fucilieri-mitraglieri (da 6 a 12 mitragliatrici leggere o moschetti mitragliatrici per compagnia, più un certo numero di fucili o moschetti provvisti di tromboncino o trombone lanciabombe) e una compagnia mitragliatrici pesanti (da 12 a 16 mitragliatrici pesanti per compagnia). Artiglieria: un reggimento di 3 o 4 gruppi di tre batterie da 75 o 77 mm. e da 100 o 105 (nelle divisioni della Reichswehr, i gruppi sono misti: 2 batterie da 77 e una di obici da 105 oppure di cannoni da 88 mm. contro aerei); un reggimento (non in tutti gli eserciti) di 2 o 3 gruppi di tre batterie di cannoni corti o obici (da 150 o 155, ecc.) e un gruppo di batterie contro aerei (solamente presso qualche esercito). Genio: due compagnie zappatori-minatori (da 400 a 450 uomini); unità per i collegamenti (compagnia telegrafisti; compagnia o sezione radio; reparto fototelegrafisti); compagnia fotoelettricisti (solamente presso taluni eserciti). Aeronautica: compagnia di aerostieri (non in tutti gli eserciti); una squadriglia da ricognizione tattica (non in tutti gli eserciti). Gruppi o nuclei di truppe celeri: uno o due squadroni (non in tutti gli eserciti); un battaglione o una compagnia di ciclisti (non in tutti gli eserciti); gruppi di autoblindate con mitragliatrici o piccoli cannoni. La divisione di fanteria possiede i servizî necessarî a soddisfare i suoi più urgenti e immediati bisogni, in stazione, in marcia e in combattimento. Presso qualche esercito però essa ha solo elementi del servizio sanitario, elementi di trasporto, e un piccolo reparto (sezione sussistenza) per la distribuzione dei viveri.
Oltre gli anzidetti elementi organici la divisione di fanteria, può ricevere, in previsione del combattimento, truppe (specialmente artiglierie e carri armati) e servizî di rinforzo.
A seconda del numero dei reggimenti di fanteria che ne fanno parte organica, la divisione di fanteria viene chiamata quaternaria (se ha 4 reggimenti) oppure ternaria (se ne ha tre) A un dipresso la divisione di fanteria iernaria ha la seguente forza: da 450 a 500 ufficiali; da 16.000 a 18.000 uomini di truppa; da 5000 a 6000 quadrupedi; 1500 carri; 150 autoveicoli; da 48 a 60 cannoni; da 500 a 600 mitragliatrici di varia specie (mitragliatrici leggere e pesanti; moschetti o fucili mitragliatrici; mitragliatrici contro aerei); una decina di aeroplani e un pallone per l'osservazione.
La divisione ebbe origine dalla necessità, sempre più sentita di mano in mano ehe crebbe la mole degli eserciti, di frazionare la massa, allo scopo di facilitarne il comando e l'impiego. Costituita da un consiglio di guerra tenuto a Parigi fra il 1787 ed il 1789, la divisione delle armate repubblicane rappresentò inizialmente una suddivisione degli eserciti operanti, composta di due armi: fanteria e artiglieria. Solo durante la battaglia venivano ad essa assegnate aliquote di artiglieria. Con legge 26 febbraio 1793 essa diventò una grande unità autonoma, nell'interno della quale doveva combinarsi l'azione delle varie armi.
La proporzione tra queste fu varia, a seconda delle esigenze della situazione e della manovra da svolgere. In massima però la fanteria della divisione, specie suecessivamente, fu raggruppata in 2 brigate, ciascuna di due reggimenti di forza variabile. Con tale composizione - per quanto riguarda la fanteria - entrarono nella guerra mondiale gli eserciti italiano, francese, tedesco e austro-ungarico. In complesso ciascuna divisione aveva 4 reggimenti e 12 battaglioni. Anche nell'esercito inglese essa era su 12 battaglioni raggruppati però in tre brigate. Varia era invece, in relazione alla più particolare visione che ciascun esercito aveva della battaglia, l'aliquota delle altre armi e dei servizî. Dopo la guerra mondiale - sulla base dell'esperienza fatta negli eserciti francese e tedesco - quasi tutti gli eserciti adottarono la formazione ternaria della divisione.
Divisione di cavalleria. - La divisione di cavalleria comprende, di massima: tre o più reggimenti di cavalleria; uno o due gruppi di due o tre batterie a cavallo, e uno o due gruppi di due o tre batterie autotrainate o portate; unità di ciclisti con mitragliatrici; una squadriglia di autoblindate armate con mitragliatrici o cannoni di piccolo calibro; una compagnia zappatori-minatori del genio, su autocarri e su biciclette; un reparto radio su autocarri e su biciclette; un reparto pontieri su autocarri e su biciclette; eventualmente una squadriglia da ricognizione. Come la divisione di fanteria così pure la divisione di cavalleria è dotata dei servizî necessarî per soddisfare i suoi immediati e più urgenti bisogni sia in stazione, sia in marcia, sia in combattimento. A un dipresso una divisione di cavalleria comprende: da 300 a 400 ufficiali; da 7.000 a 9.000 uomini di truppa; da 6.000 a 8.000 cavalli; un migliaio di carri e un paio di centinaia di autoveicoli.
Tattica. - Divisione di fanteria. - Tutte le odierne regolamentazioni tattiche sanciscono chiaramente il principio che la divisione è un organismo che non tollera mutilazioni o permute di parti se non a danno della sua funzionalità. Ciò a differenza di quanto si verifica nelle grandi unità d'ordine superiore, la cui forza è proporzionata allo speciale compito da assolvere di volta in volta.
La formazione ternaria, adottata nel dopoguerra dalla maggioranza degli eserciti, consente una maggiore aliquota di artiglieria in rapporto al passato, una migliore comandabilità e una più agile manovra specie nei terreni montani o boscosi, quali sono, ad esempio, quelli della nostra frontiera.
La battaglia è sostanzialmente una lotta di divisioni, variamente raggruppate in corpi d'armata. Lo scopo finale di essa - la vittoria - si consegue coordinando e armonizzando l'azione delle singole divisioni, i cui obiettivi sono determinati in modo da integrarsi reciprocamente e da riassumere, nel loro complesso, l'obiettivo della grande unità d'indole immediatamente superiore.
Consulenti tecnici del comandante della divisione sono, nella condotta del combattimento, i comandanti di brigata di fanteria, di artiglieria e genio divisionale; nel funzionamento dei servizî, i capi uffici di sanità, di commissariato, di veterinaria e, per il servizio di artiglieria e genio, rispettivamente, i comandanti dell'artiglieria e del genio divisionale. Il comandante di brigata (comandante della fanteria divisionale, secondo i Francesi) assume di massima, nell'azione offensiva, il comando della colonna di attacco incaricata dell'azione principale; nell'azione difensiva, il comando di un settore particolarmente importante oppure il compito dell'organizzazione e della condotta dei contrattacchi. Secondo i Francesi e i Belgi, egli assume, normalmente, il comando dei battaglioni di 1° e 2° scaġlione costituenti, nel loro insieme, la ligne de combat. Il comandante dell'artiglieria divisionale assume, in combattimento, il comando di tutte le artiglierie, organiche e di rinforzo, della divisione; quello del genio la direzione tecnica di tutte le truppe del genio (zappatori-minatori, telegrafisti, radiotelegrafisti).
Nella marcia alla battaglia, la divisione di prima schiera è, di massima, preceduta dall'esplorazione avanzata e dall'esplorazione vicina. Quando inizia l'avvicinamento, il suo nucleo d'esplorazione vicina (v. cavalleri. e cavalieri) ha già preso o sta per prendere contatto con gli elementi avanzati nemici. La divisione esegue l'avvicinamento avanzando a sbalzi su prestabilite linee del terreno, in opportuna formazione detta d'avvicinamento, che, mentre le consente di sfuggire il più che sia possibile alle offese lontane dell'avversario e di sfruttare la copertura del terreno, rappresenta anche il preludio della prossima formazione di attacco.
La formazione d'avvicinamento - come del resto quella d'attacco - è su tre scaglioni. Può raggiungere, inizialmente, una fronte di 4 a 6 km. e una profondità da 8 a 10. Il primo scaglione - o avanguardia - ha il compito di cercare il contatto con lo schieramento nemico, spazzando il terreno dagli ostacoli che incontra e di coprire la fronte della divisione, preservandola da sorprese. Contro un nemico in posizione, l'avanguardia, appoggiata dall'artiglieria, deve possibilmente serrar sotto alla posizione principale di resistenza nemica. Durante l'avvicinamento le artiglierie divisionali, costituite in più scaglioni che alternativamente si portano in posizione, devono tenersi pronte, in qualunque momento, a sostenere l'avanguardia.
L'attacco della divisione si effettua normalmente contro la posizione principale di resistenza avversaria, preceduto da una fase di organizzazione in cui si completano tutti i dispositivi di attacco e da una fase di preparazione, svolta principalmente dalle artiglierie e intesa a neutralizzare o distruggere tutti gli elementi avversarî capaci di ostacolare l'avanzata della fanteria. La divisione attacca su fronte che va dai 1500 ai 2500 m., secondo un concetto di azione del comandante della divisione formulatosi prima ancora dell'avvicinamento e precisatosi sempre meglio durante l'avvicinamento stesso e specialmente durante l'azione dell'avanguardia. Lo schieramento d'attacco è strettamente connesso a tale concetto d'azione. Si concentreranno così le maggiori forze nel tratto prescelto per l'azione decisiva, mentre sul rimanente tratto della fronte si svolgerà azione "concomitante" intesa ad agevolare la prima. La manovra della divisione, sostanzialmente, si compendia quindi - in omaggio ai principî della massa e della combinazione degli sforzi - in un'azione principale e in un'azione concomitante.
Durante l'attacco, mentre le artiglierie d'armata e di corpo d'armata eseguono, di massima, rispettivamente, tiri d'interdizione e di controbatteria, quelle divisionali svolgono azioni di appoggio a favore delle fanterie attaccanti e specialmente di quelle destinate all'azione principale.
L'azione delle fanterie attaccanti s'informa ai seguenti concetti: agire possibilmente contro i fianchi dell'avversario, o in caso, sfondare nei tratti deboli il dispositivo del nemico per agire poi lateralmente contro gli elementi rimasti in posto. Esse seguono da vicino il tiro di appoggio delle artiglierie. Raggiunto l'obiettivo fissato per l'attacco, i battaglioni di primo scaglione si sistemano difensivamente di là da esso, mentre quelli retrostanti, dopo averli scavalcati, procedono allo sfruttamento del successo il quale, appena possibile, si converte in inseguimento.
Nella difesa la divisione di prima schiera occupa un settore della posizione difensiva, assumendovi, in genere, schieramenti rispondenti a quelli d'attacco: un primo scaglione di battaglioni per la difesa in posto; un secondo scaglione - costituente riserva di reggimento o eventualmente, in parte, di brigata - per i contrattacchi locali nell'interno dei settori reggimentali; un terzo scaglione infine - costituente riserva divisionale - per il contrattacco in tutto il settore della divisione. Il nostro nuovo codice tattico ediz. 1928, annettendo molta importanza alla difesa in posto, destina normalmente in primo scaglione dai 2/3 ai 3/4 delle fanterie divisionali. Con ciò vuole assicurare anzitutto l'integrità della linea di resistenza. Il contrattacco verrà dopo, quando il nemico sarà stato effettivamente logorato dal fuoco, e sarà eseguito dalle rimanenti truppe.
Ne consegue che la divisione - in difensiva - su fronte che varia dai 4 ai 5 km., si schiererà di massima su due scaglioni. Ricorrerà allo schieramento su tre scaglioni in caso di fronte ristretta oppure quando la divisione fosse d'ala o quando si prevedesse la necessità di manovrare in direzione eccentrica in rapporto a quella dei battaglioni antistanti.
Il presidio della zona di sicurezza varierà da un massimo di un terzo della fanteria della divisione (compito di prima resistenza) a un minimo indispensabile per assicurare l'antistante sorveglianza. La condotta del combattimento difensivo (v. tattica) si basa sugli stessi principî di quello offensivo: sorpresa, massa, combinazione degli sforzi. L'azione si esplica a mezzo del fuoco e del contrattacco, del fuoco che logora e del contrattacco che risolve. Il compito della divisione è quello di assicurare, fino all'ultimo uomo, l'integrità della posizione di resistenza.
In conclusione la divisione di fanteria, nel pensiero tattico odierno, rappresenta un tutto organico e omogeneo, di composizione fissa e inscindibile. Il concetto dell'inscindibilità della divisione - proclamato nel nostro esercito dal comando supremo nel febbraio 1918, sulla base della lunga e cruenta esperienza di guerra - tende ad assicurare, tra gli elementi costitutivi di essa, consuetudine di lavoro, reciproca conoscenza e fiducia, coesione morale, cameratismo tattico e costante unità di dipendenza. Emerge da ciò la vera figura del comandante cui sono commessi, in pace, la preparazione e l'addestramento della divisione e, in guerra, il massimo rendimento e la sicura funzionalità delle singole parti e dell'insieme.
Divisione di cavalleria. Per l'impiego della divisione di cavalleria v. avanscoperta; cavalleria e cavalieri; esplorazione.
Bibl.: Norme generali per l'impiego delle grandi unità, ediz. 1928; Norme per l'impiego tattico della divisione, ediz. 1928; Istruzione provvisoria francese e belga sull'impiego delle grandi unità, ediz. 1924 e 1928; Regolamento tedesco, Comando e combattimento delle armi riunite, ediz. 1921.
La divisione navale.
Le navi da guerra, nella generalità dei casi, sono raggruppate fin dal tempo di pace in reparti semplici o complessi, capaci di operare in guerra secondo alcuni determinati concetti. Il più semplice ed elementare di tali reparti organicamente costituiti, che sia posto al comando diretto di un ammiraglio, prende il nome di divisione navale: due o più divisioni riunite costituiscono una squadra; due o più squadre, un'armata. L'ammiraglio che comanda una divisione ha il grado di contrammiraglio, oppure (nella sola marina italiana) di ammiraglio di divisione. Secondo il Guglielmotti (Vocabolario marino e militare), s'intende per divisione "quel corpo di bastimenti maggiori, che è la terza parte di una squadra, tanto che operi insieme con tutta l'armata quanto che vada sola a qualche fazione... In genere, le armate navali vanno divise in tre squadre, e ogni squadra in tre divisioni". Quest'ultimo vincolo è oggi però abbandonato e il numero delle navi di ogni divisione, come quello delle divisioni di ciascuna squadra, varia entro limiti assai ampî.
La tendenza attuale è piuttosto quella di raggruppare in ogni divisione le navi di tipo simile, o almeno destinate a compiti simili, completandole eventualmente con quelle altre la cui presenza sia necessaria alle prime per la realizzazione dei detti compiti. Una squadra riunirà invece varie divisioni differenti fra loro, i cui particolari servizî, in vista dei quali esse sono costituite, si completino e si integrino a vicenda. Se il numero di navi di un certo tipo è troppo grande o, in generale, se certi incarichi si devono esplicare contemporaneamente in più zone o in direzioni diverse, si potranno anche avere in ogni squadra du̇e o più divisioni con compiti analoghi. Così, in linea di massima, in una squadra vi saranno una o più divisioni corazzate o divisioni di linea e una o più divisioni leggiere o divisioni di esplorazione. Ciascuna delle prime comprenderà un certo numero di navi di linea (con i tipi attuali, da 2 a 4) col relativo naviglio sottile (cacciatorpediniere o torpediniere) destinato a costituire la loro difesa ravvicinata contro i sommergibili: e ciascuna delle seconde un certo numero d'incrociatori o esploratori (da 3 a un massimo di 5 o 6) completato, se occorre, da qualche gruppo di cacciatorpediniere.
Compito essenziale delle prime è quello di combattere col cannone contro tutte le unità nemiche con le quali possono venire a contatto: compito delle seconde, quando operano con le prime, è quello di sorvegliare il mare a una certa distanza da esse, in maniera da informarle a tempo della presenza di forze nemiche, della loro entità, della direzione verso cui navigano, ecc. La maggior velocità degl'incrociatori ed esploratori rispetto a quella delle navi di linea, consentirà loro di esplicare un tale compito, e anche di sottrarsi al combattimento con le navi nemiche più forti con le quali s'imbattano nell'adempierlo.
Le siluranti, anziché in divisioni e squadre, vengono raggruppate in squadriglie (da 4 a 6 torpediniere o cacciatorpediniere) e flottiglie (2 squadriglie, eccezionalmente 3) comandate da ufficiali superiori (capitani di fregata e di vascello rispettivamente). Talvolta si usa anche raggruppare 2 o più flottiglie per costituire con esse divisioni di siluranti al comando di un ammiraglio; un tale raggruppamento, quando adottato, risponde però soltanto a criterî amministrativi e logistici del tempo di pace, e al fine di unificare l'addestramento e l'allenamento delle varie unità sotto direzione unica, ma non risponde ad alcun concetto d'impiego bellico. È di solito previsto che esso venga a scomparire in caso di guerra e che allora le singole squadriglie e flottiglie vengano incorporate nelle diverse divisioni con le quali sono più specialmente chiamate ad operare. Lo stesso si può dire per quanto riguarda i sommergibili.
All'atto pratico si può poi anche dare il caso (che le attuali tendenze costruttive tendenti a limitare di molto il numero delle navi di linea potranno rendere assai frequente e verosimile) che semplici divisioni autonome siano ìncaricate di compiere, da sole, certe operazioni o missioni di guerra. In tal caso i due compiti combattivo ed esplorativo sopra ricordati dovranno essere affidati a singole unità della detta divisione: perciò, se si tratta di una divisione di linea, dovranno venire aggregate ad essa alcune unità leggiere (incrociatori ed esploratori) per il servizio di esplorazione, mentre, se si tratta di una divisione leggiera, le sue unità più forti potranno costituire il nucleo centrale combattivo, e le più piccole e veloci quello esplorativo. Si realizzerà cioè allora il concetto di divisioni miste, al quale corrisponderà l'altro di gruppi, intendendo per tali quelle formazioni occasionali, non previste di solito nel tempo di pace, che sono chiamate a disimpegnare nelle divisioni i servizî che queste disimpegnano nelle squadre.
La divisione aerea.
È una grande unità di manovra, contemplata negli ordinamenti aeronautici militari di alcuni paesi, ed entra a formare l'armata aerea. Nell'ordinamento italiano essa si compone di un numero vario di brigate aeree, unità a loro volta formate da più stormi composti di più gruppi; il gruppo è il complesso di due o più squadriglie di velivoli: in analogia con l'esercito, lo stormo può essere assimilato, come unità di comando, al reggimento. In Francia, la divisione aerea è costituita da due o più brigate formate a loro volta da reggimenti delle varie specialità (bombardamento, caccia, ecc.).