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DIVENIRE

di Giuseppe Saitta - Enciclopedia Italiana (1932)
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DIVENIRE

Giuseppe Saitta

. La parola divenire (γίγνεσϑαι) fu adoperata per dinotare la rivoluzione continua delle cose. "Tutto scorre e nulla permane", e però non si può dire che le cose siano: il loro essere consiste nel passare, nel diventare. A questa intuizione, che fu intravveduta dai Milesî e alla quale probabilmente fu dato l'appicco da vecchie rappresentazioni mitologiche dell'Oriente importate presso gli Ioni, si contrappose quella degli Eleati il cui fondatore, Parmenide, pose il concetto dell'essere, il Tutto-uno, permanente, perfettamente identico seco stesso, infinito, eterno, semplice, immutabile, indivisibile. La lotta fra Eraclitei ed Eleati si compose nella concezione platonica sulla relazione del mondo delle idee col mondo fenomenico. Per Platone c'è un mondo superiore, che è quello che è (il mondo dell'οὐσία), e un mondo inferiore (quello della γένεσις): fra l'uno e l'altro esiste la stessa relazione che passa fra il modello e le copie. Un aspetto più profondo e più rigorosamente scientifico assunse il problema del divenire in Aristotele. Questo problema, diventato fondamentale nella speculazione greca, fu risolto da Aristotele mediante il concetto dello sviluppo, che è un concetto di relazione. Così egli, di fronte alla ricerca tormentosa dello spirito greco sul modo di pensare un essere unico, infinito, permanente nella molteplicità cangiante dei fenomeni, pose il concetto dell'essere che si sviluppa negli stessi fenomeni (l'essere è la stessa essenza che è principio delle sue determinazioni particolari). Ma, dopo Aristotele, specialmente con gli stoici, il concetto del divenire si fece prevalentemente morale. Gli stoici non avevano saputo conciliare il loro determinismo rigoroso con la loro dottrina dell'autonomia del saggio, perché si fondavano sul rapporto o principio di causalità, che coincideva con la loro dottrina del fato. Contro questo ideale etico, che sembrava una vera schiavitù dello spirito, Epicuro, fra gli altri, negò il principio della causalità e ammise il concetto del divenire acausale, col quale credeva di spiegare il problema della libertà e del caso.

Il divenire fu considerato come lo stesso spirito autonomo, creatore, dal neoplatonismo, che da tale sviluppo spirituale volle dedurre il mondo. Questa spiritualizzazione dell'universo è il principio presente anche nel cristianesimo. Alle due correnti, la neoplatonica e la cristiana che, come è noto, dopo vivissimi contrasti, erano riuscite a fondersi, si ispirò Maestro Eckhart (v.). Come Dio è reale in quanto conosce sé stesso e il mondo da lui creato, così lo spirito è reale in quanto esce da Dio e ritorna a Dio.

Nei tempi moderni, per opera del Hegel, il concetto del divenire è diventato il problema centrale della filosofia. Nella sua Scienza della logica egli fa vedere che né l'essere né il nulla presi ciascuno per sé hanno una vera realtà: l'essere e il nulla non sono concepibili fuori della loro unità, che è il divenire; il quale nella sua vicenda alterna, che è espressa dal nascere che è perire e dal perire che è nascere, offre il carattere essenziale di tutta quanta la realtà. Il divenire è ciò che costituisce l'inquietezza, o la differenza, dell'essere, e per ciò l'essere e il non essere considerati in sé sono due opposti rigidi o momenti astratti. "Il puro essere e il puro nulla sono dunque lo stesso. La verità non è né l'essere, né il nulla, ma il fatto che l'essere è passato nel nulla e il nulla nell'essere. Ma, egualmente, il vero non è la loro indifferenza, bensì il loro non esser lo stesso, il loro essere assolutamente differenti ma nello stesso tempo inseparati e inseparabili e l'immediato dissolversi di ciascuno nel suo opposto. La loro verità, dunque, è questo movimento dell'immediato sparire dell'uno nell'altro, cioè il divenire: un movimento, in cui i due termini sono differenti, ma di una differenza che si è risolta del pari immediatamente" (Opere, III, pp. 78-79). Questa concezione, in quanto, in definitiva, pone il divenire come un progresso al finito, cioè come temporale, è apparsa errata. Altri ha notato che il divenire hegeliano non si presenta se non come un'aggiunta all'identità, sicché la realtà spirituale si spezza nell'identico e nel differente, nell'uno e nel molteplice. Secondo Herbart, che fu il più grande oppositore di Hegel, il divenire implica la realtà del nulla. Per l'idealismo attualistico il divenire è la categoria unica, fondamentale, o la mentalità pura, la quale in quanto si realizza è la sintesi o l'unità di essere e non essere.

Vedi anche
eleatismo Scuola filosofica greca, fondata, secondo la tradizione, in Elea, nella Magna Grecia, da Senofane da Colofone, rapsodo ionico del 6° sec. a.C. Ma il suo maggior rappresentante e il vero fondatore della dottrina eleatica della realtà è Parmenide. Caratteristica fondamentale è la differenza profonda posta ... causa Diritto C. del negozio giuridico Intesa da alcuni in senso soggettivo come l’ultimo motivo determinante della volizione negoziale, viene rappresentata oggi dalla dottrina prevalente quale la ragione e la funzione economico-sociale del negozio, quindi in senso oggettivo è nettamente distinta dallo scopo ... filosofia Attività di pensiero che attinge ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, con l’ambizione di definire le strutture permanenti della realtà e di indicare norme universali di comportamento. Definizioni La f. può definirsi come una forma di sapere che, pur nella grande varietà delle ... mitologia Complesso dei miti di un popolo, cioè delle narrazioni fantastiche tradizionali di gesta compiute da figure divine o antenati (esseri mitici), diffuse, almeno in origine, oralmente. La spiegazione classica Il pensiero critico cominciò a occuparsi della m. sin dai primordi della speculazione greca. I ...
Tag
  • PRINCIPIO DI CAUSALITÀ
  • SCIENZA DELLA LOGICA
  • ESSERE E IL NULLA
  • NEOPLATONISMO
  • CRISTIANESIMO
Altri risultati per DIVENIRE
  • divenire
    Enciclopedia on line
    Concetto filosofico opposto a quello di essere, quando questo ultimo sia concepito come eternamente immobile e sottratto a ogni mutazione. A tale concezione dell’essere, sostenuta già nella prima fase evolutiva del pensiero greco dalla scuola eleatica (➔ eleatismo), si contrappone infatti la dottrina ...
  • divenire
    Dizionario di filosofia (2009)
    Concetto filosofico opposto a quello dell’essere ( ➔), quando quest’ultimo sia concepito come eternamente immobile e sottratto a ogni mutazione. A tale concezione dell’essere, sostenuta già nella prima fase evolutiva del pensiero greco dalla scuola eleatica, che avvertiva nel d. una contraddizione logica, ...
Vocabolario
nevrotiżżazióne
nevrotizzazione nevrotiżżazióne (o neurotiżżazióne) s. f. [der. di nevrotico]. – Il divenire nevrotico.
ridivenire
ridivenire v. intr. [comp. di ri- e divenire2] (coniug. come divenire; aus. essere). – Lo stesso che ridiventare.
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