DIUS FIDIUS
. Divinità romana. Il nome completo è Semo Sancus D. F. In epoca tarda il nome Sancus fu deformato in sanctus. Come prova il nome Dius F., che i Greci tradussero Ζεὺς Πίστιος, il dio era in origine lo stesso Giove nella particolare funzione di conservatore del diritto e della fides, sia pubblica sia privata, ma già in epoca antichissima ebbe un culto particolare. Il dio era di origine italica, e quasi con lo stesso nome (Fisos Sancios) lo venerarono gli Umbri. Un'antica tradizione ricollegava del resto Semo Sancus ai Sabini, facendolo padre dell'eponimo loro Sabus. Semo Sancus non è però una divinità italica, identificatasi con il romano D. F., ma è piuttosto un semplice epiteto della divinità. Una propria individualità ebbe tuttavia il dio fin da antichissima età, se la fondazione del suo tempio sul Quirinale, che alcuni riferivano già al sabino Tito Tazio, o ai Tarquinî, è ascritta dalla miglior tradizione al 466 a. C. Il dies natalis del tempio era il 5 giugno. Numerosi ritrovamenti hanno accertata la posizione del tempio presso l'ex-convento di S. Silvestro al Quirinale. Lo s'invoca a testimonio nei giuramenti con la formula me Dius F.; nel suo tempio si conservano pubblici trattati; a lui vengono attribuiti i beni dei condannati per tradimento, e sono votati, a riparazione dell'offesa, aenei orbes, simbolo della fedeltà ai trattati. Il carattere primitivo di divinità celeste non si perde tuttavia mai in D. F., e ben lo si rileva dal fatto che il suo tempio non aveva in parte copertura di tetto, e che ogni giuramento doveva compiersi all'aperto, o, stando in casa, nell'impluvium; e che infine il dio, al pari di Giove, manifestava il suo volere con segni celesti: il volo degli uccelli e i fulmini. Fra le denominazioni augurali troviamo così ricordati gli aves sanquales, mentre al carattere di Sancus, come dio dei fulmini, ci riporta la decuria dei sacerdoti bidentali, che abitavano presso il tempio, e ne avevano cura. Un sacello del dio sembra stesse sul Quirinale, di fronte al tempio di Quirino; culto a Sanco si prestava anche nell'isola Tiberina. Fuori di Roma troviamo solo una aedes Sangus in Velletri, e un altare a Castrimoenium. L'immagine del dio non ci è nota; una statua già attribuitagli è invece di Apollo.
Bibl.: E. Jannettaz, Étude sur Semo Sancus Fidius, Parigi 1885; L. Preller, Röm. Myth., 3ª ed., II, p. 270; G. Wissowa, in Roscher, Lexikon d. gr. u. römischen Myth., I, col. 1189 segg.; IV, col. 316 segg.; id., Religion u. Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 129 segg. Per il santuario e per il culto in Roma, M. Besnier, L'île tiberine dans l'antiquité, Parigi 1902, p. 273 segg.; Link, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., s. 2ª, I, coll. 2252-2256; S. Platner, A topographical dictionary of ancient Rome, Oxford 1929, p. 469 segg. Per la statua, E. Löwy, in Diss. della Pont. Acc. di archeol., ses. 2ª, XI, p. 199 segg.