DIURETICI (XIII, p. 56)
Le moderne acquisizioni sulla fisiologia del rene, le migliorate conoscenze che oggi si hanno sui meccanismi che presiedono al ricambio idrosalino ed i più recenti sviluppi della ricerca farmacologica di nuove sostanze attive sulla funzione tubulare, hanno condotto alla introduzione in terapia di numerosi farmaci capaci di aumentare il volume della diuresi. Sono questi, principalmente, i cosi detti saluretici, e cioè sostanze che aumentano, primariamente, la eliminazione per via urinaria di componenti ionici dei liquidi organici (cloro, sodio, potassio, bicarbonato) e che, secondariamente, in dipendenza della saluresi, accrescono il volume della diuresi.
Questo gruppo di d. riconosce con grande verosimiglianza come meccanismo essenziale di azione, l'inibizione di attività enzimatiche allo interno degli elementi epiteliali del tubulo renale necessarie al lavoro di trasporto ionico. Esso comprende oltre a nuovi tipi di diuretici mercuriali, inibitori della succinodeidrogenasi, l'acetazolamide, inibitrice della anidrasi carbonica, la clorotiazide e derivati fluorati, la sulfamil-clorofenilidrossiisoindolina, la aminometradina e la amisometradina - dei quali ultimi è ignoto il preciso meccanismo di azione. A questo gruppo di diuretici si possono anche assimilare le resine a scambio cationico.
Recentissimamente si è dimostrato che un effetto diuretico terapeuticamente sfruttabile può essere ottenuto con antagonisti dell'aldosterone, ormone corticosurrenale che favorisce la ritenzione del sodio per una azione portata a livello del tubulo renale. Si tratta, in questo caso di steroidi a costituzione 17-spirolattonica (aldolattone).
Tra i nuovi d. se ne annoverano alcuni ad azione primariamente extra-renale quali l'albumina umana, il polivinilpirrolidone e il destrano. Queste sostanze aumentando la pressione colloido-osmotica del plasma richiamano in circolo acqua dai depositi interstiziali, avviandola alla eliminazione renale.
I nuovi d. vengono impiegati per promuovere la eliminazione di acqua abnormemente ristagnante nell'organismo oltre che nello scompenso congestizio, anche in quelle condizioni in cui sarebbe controindicato o poco efficace l'uso dei diuretici mercuriali. È questo il caso degli edemi da nefrosi, da malnutrizione, da trattamento terapeutico cortisonico, della ascite cirrotica e di alcune forme di obesità.